THE SPECIALIST. Ecco chi è Giulio Fappiano chiamato da tutti i politici e dirigenti ladroni di questa provincia per bonificare dalle cimici delle procure i loro uffici. Ama la vita bella e beve bottiglie di champagne da mille euro l’una

21 Ottobre 2024 - 14:41

Siccome l’avevamo già incrociato diverse volte in altri atti giudiziari, il fatto che la Procura di S. Maria C.V. ne abbia chiesto, questa volta, l’arresto ai domiciliari ci ha indotti ad approfondire la sua conoscenza. Ecco i luoghi cruciali dove ha operato perché i magistrati e la polizia giudiziaria non ascoltassero i discorsi su mazzette e corruzioni varie

CASERTA(g.g.) Era il 1994 la Warner Bros puntò, senza alcuna remora, su quello che riteneva un numero sicuro ossia un film che, tra gli altri attori ugualmente molto importanti, puntava su una coppia universalmente conosciuta: Silvester Stallone e Sharon Stone. Quel film si chiamava The Specialist, lo specialista, ma non ebbe successo, almeno nella dimensione auguratasi dalla Warner. Quel film si intitolava The Specialist e la distribuzione italiana, per altro curata dalla stessa Warner Bros, attuale editore del gruppo televisivo Discovery, quello che ha messo sotto contratto Amadeus per intenderci, non fece molta fatica a trovargli uh titolo più adatto alla percezione dei nostri connazionali. Il film arrivò nelle nostre sale con la locandina The Specialista

Non vi stiamo a raccontare la trama perché vogliamo solamente mutuare da quella rappresentazione che metteva sugli schermi un romanzo di un famoso scrittore americano, che ne rappresentò il soggetto, il titolo.

Stallone si specializzò prima nella Cia e poi in proprio nell’eliminazione fisica di malviventi. Il nostro specialista che non sarà di Hollywood ma è nato a Piedimonte, ha vissuto ad Alife con residenza attuale a Castello Matese, il suo lo sta facendo

Si chiama Giulio Fappiano. Lo abbiamo incrociato la prima volta nel gennaio del 2023, quando fu indagato, dalla Dda nell’ambito di un’indagine, delegata alla prima sezione della squadra mobile di Caserta, che metteva a fuoco soprattutto il fenomeno della infiltrazione del clan dei casalesi all’interno del sistema dei servizi sociali dei comuni della provincia di Caserta, ma anche in alcuni della provincia di Napoli e che aveva come personaggi centrali Luigi Lagravanese, da Casal Di Principe, definito da diversi pentiti, ma soprattutto da Nicola Schiavone, figlio di Sandokan il proprio punto di riferimento in questo ambito dei servizi sociali, lucrosissimo, per chi è in grado di infilarvicisi dentro, l’ex moglie Sonia Flauto, già moglie di Luigi Lagravanese e grande amica dell’assessora di allora e di oggi Lucia Fortini, e il grande mattatore di questi appalti ossia l’arcinoto Pasquale Capriglione, originario di Carinola, residente a Falciano del Massico e fino al momento di questo accidente legato a doppio filo al consigliere regionale Giovanni Zannini

Giulio Fappiano veniva chiamato per bonificare gli ambienti dalle cimici, posizionate dai tribunali, su richieste delle procure della Repubblica, in quel caso la Dda in modo da evitare che le orecchie dello Stato ascoltassero le turpi trattative e gli accordi ancor più turpi che questi imprenditori stringevano con dirigenti e funzionari di diversi Comuni e anche con i cosiddetti livelli politici.

Poi ci ritrovammo Giulio Fappiano con la stessa mission negli uffici di qualche comune dell’alto casertano, Roccamonfina e dintorni

Al di fuori degli atti giudiziari conosciuti, ci assumiamo la piena responsabilità di affermare che Giulio Fabbiano appia, per così dire, bonificato anche qualche autorevolissimo ufficio dell’amministrazione provinciale di Caserta

In questi giorni per la prima volta e, aggiungiamo noi finalmente, c’è stata una Procura della Repubblica quella di Santa Maria Capua Vetere che ha chiesto l’arresto, ai domiciliari di Giulio Fappiano

 Stavolta, The Specialist, avrebbe bonificato l’ufficio del re di tutti gli appalti opachi ossia quello di Franco Biondi, dirigente a tutto nella città di Caserta

Quando pensi ad uno specialista ossia ad uno che si può muovere con delle coperture, pensi ad uno che appartiene ai servizi segreti o vi ha appartenuto e che, per prima cosa, osserva quello che in inglese si chiama low profile, un basso profilo. Non puoi fare lo spione oppure il bonificatore di uffici in cui i politici si fanno corrompere o corrompono se non mantieni un profilo riservato se non cerchi di restare inosservato.

E invece, il profilo Facebook di Giulio Fappiano è, a dir poco, scoppiettante: dalle fotografie postate si tratta di uno che ama il lusso. E fin qui, niente di che visto che anche James Bond sorbiva Martini nelle suite degli alberghi più accorsati del mondo e davanti ai bar di Montecarlo. Il problema è che James Bond era presentato dal suo creatore James Fleming come la punta di diamante dei componenti del servizio segreto con il codice 007, al servizio di sua maestà. Quindi, quel lusso gli veniva pagato dalla corona britannica.

Nel caso di Giulio Fappiano, un po’ da Alife e un po’ da Castello Matese, spiagge di lusso, lo champagne Laurent Pierrer la cui bottiglia Magnum annata 2024 costa la bella cifra di 880 euro deve finanziarla con la tasca sua.

Mo, noi non sappiamo quale sia la professione ufficiale svolta da Giulio Fappiano. Stando alla richiesta di arresti domiciliari formulata a suo carico lui risulta essere il titolare della società Cosultratech

Questa denominazione è saltata fuori perché il comune di Caserta ossia la coppia consolare formata da Carlo Marino e Franco Biondi ha gratificato secondo i contenuti della richiesta firmata dal pubblico ministero Anna Ida Capone, la società di Fappiano di un affidamento per la verifica dei campi elettromagnetici all’interno degli uffici comunali, situati nella zona di Sant’Agostino. In cambio Giulio Fappiano avrebbe provveduto a bonificare dalle cimici investigative l’ufficio di Franco Biondi

Vedete, qui c’è stata una politica compresa ovviamente quella parte collusa alla stessa costituita dagli uffici delle alte burocrazie comunali e provinciali che non si è posta mai il problema di come potessero essere accolte dalle autorità giudiziarie queste operazioni di bonifica. Di solito, si dice che chi non ha nulla da nascondere, non ha nulla da temere. Se uno ritiene di avere il telefono sotto controllo con un trojan insinuato al suo interno oppure dei microfoni negli uffici in cui lavora, deve essere anche contento di poter mostrare agli attori della giurisdizione la propria onestà, la propria trasparenza.

Se uno fa bonificare da questo strano tizio di Alife- Castello Matese i propri uffici e col passaparola lo accredita a tanti altri soggetti pubblici, che hanno la stessa necessità, vuol dire che in quegli uffici vuole compiere un reato, oppure due oppure tre oppure 100

Il problema lo sapete qual è? E che per anni, purtroppo, qualche procura è rimasta inerme e ha liquidato con un’alzata di spalle queste attività ritenendole quasi normali e non già, come invece sono, un’aperta sfida lanciata al codice penale e ad un corretto sviluppo dell’azione penale così come questa ci è illustrata dalla Costituzione Italiana

Dunque, la patologia non ha riguardato, purtroppo, solo gli uffici dove si eroga la potestà della pubblica amministrazione, soprattutto quella degli enti locali, ma anche la pigrizia e la colpevole inazione di quelli di certe procure