TUTTI I NOMI. Lo strano patto tra il clan dei Casalesi e gli eredi marcianisani dei Piccolo e dei Belforte: in 22 saranno processati

21 Dicembre 2023 - 13:37

CASERTA – Inizierà nel mese di gennaio il processo a carico di 22 persone, ritenute dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, colpevoli di almeno 13 episodi di estorsione, compiuti in nome del clan dei Casalesi, ai danni di commercianti e imprenditori di diverse città della nostra provincia.

Il racket sarebbe avvenuto nei comuni di Teverola, Castel Volturno, Marcianise, San Cipriano d’Aversa.

Nell’inchiesta della Dda partenopea risultano coinvolti anche due elementi di primo piano della camorra di Marcianise, Camillo Belforte, figlio del boss Domenico Belforte, completamente libero dallo scorso marzo, e Achille Piccolo.

I due si sono incrociati con De Luca in relazione all’acquisto di un capannone industriale di Marcianise, per il quale un noto imprenditore a loro legato aveva versato alla società venditrice un acconto di 500mila euro, salvo poi tirarsi indietro dall’affare.

Infatti, come raccontato nei precedenti articoli che abbiamo dedicato all’inchiesta dell’antimafia, in un’occasione ci sarebbe stata anche un’operazione di recupero crediti.

L’uomo voleva recuperare i soldi e ha così interessato della sua vicenda i De Luca, che ha a loro volta informato i referenti del clan Belforte a Marcianise, ma alla fine l’operazione di recupero dei soldi non è andata a buon fine.

E’ stato Mario De Luca a creare il gruppo, approfittando anche dell’assenza sul territorio di un clan di riferimento, essendo i Casalesi e le varie fazioni ridotte ai minimi termini per arresti e pentimenti.

Si presentavano agli imprenditori chiedendo il pizzo “per gli amici di Casal di Principe” o per “i carcerati“, ma si accontentavano anche di essere pagati in mozzarelle di bufala e altri generi alimentari, quasi come facessero la spesa, e alla fine sia i soldi e che le derrate se li tenevano, e nulla veniva dato ai carcerati o versato in una qualche cassa comune del clan.

Come scritto in precedenza, sono 22 le persone rinviate a giudizio. Le generalità di queste le trovate in calce all’articolo.

I NOMI:

Antonio Barbato, 47 anni, di Cesa; Vincenzo Chiarolanza, 61 anni, di Villa Literno; Giovanni Improda, 50 anni, di Teverola; Antonio De Luca, 46 anni, e Mario De Luca, 54 anni, entrambi di San Cipriano d’Aversa; Mario Raffaele De Luca, 42 anni, di Casal di Principe; Antonio Chiacchio, 42 anni, di Teverola; Carmine Lucca, 53 anni, di San Marcellino; Antonio Palumbo, 36 anni, di Cancello Arnone; Alessandro Pavone, 36 anni, di Casale; Felicia Dello Margio, 48 anni, di Teverola; Nicola Di Bona, 54 anni, di Castelvolturno; Carlo Del Vecchio, 66 anni, di Falciano del Massimo; Giacomo Terracciano, 62 anni, e Umberto Loreto, 54 anni, residenti ad Afragola; Mario Curtiello, 41 anni; Gennaro Celentano, 39 anni; Sergio Inanicelli, 31 anni; e Nunzio Chiarillo, 77 anni, tutti di Sant’Antimo; Daniele Coronella, 50 anni, di Casal di Principe; Camillo Belforte, 28 anni, e Achille Piccolo, 48 anni, entrambi di Marcianise.