USURA. “400mila euro? Me ne devi 700mila”, scattano denunce e sequestri

19 Giugno 2020 - 14:11

CASTEL VOLTURNO – Per avere 400mila euro bisognava restituirne almeno 700mila: a inchiodare i tre usurati arrestati dalla Guardia di Finanza nel Napoletano ci sono anche le conversazioni tra le vittime e i loro aguzzini. In una, in particolare, intercettata dagli investigatori, uno degli indagati e’ particolarmente eloquente sui tassi di interesse che applicava a chi si rivolgeva a lui per un prestito. E se le vittime, tutti imprenditori peraltro di diverse localita’ d’Italia, non riuscivano ad onorare i propri debiti, perdevano le loro aziende e le loro proprieta’. Le indagini sono iniziate nel 2017, dopo la denuncia di due imprenditori che operano nel settore della lavorazione del corallo, entrambi di Torre del Greco, finiti in un giro di usura per un prestito da 380mila euro. Dagli accertamenti i finanzieri di Torre Annunziata si sono accorti che gli usurai avevano altri filoni di finanziamenti illeciti in diverse localita’ d’Italia.

Gli imprenditori coinvolti come vittime nel giro di usura stimato dalla Guardia di Finanza in circa tre milioni di euro sono toscani, campani, lombardi e veneti. A gestire l’attivita’ illecita erano tre napoletani, due imprenditori e un commercialista, che solo formalmente sono risultati residenti in Svizzera, di fatto sono domiciliati a Milano ma avevano punti d’appoggio a Napoli: e l’usura, infatti, si concretizzava a casa della madre di uno degli indagati. Solo formalmente due degli indagati sono risultati essere degli imprenditori, in particolare del settore abbigliamento di “copertura”. In realta’ la stragrande maggioranza dei loro guadagni li facevano prestando denaro a tassi esorbitanti. I casi di usura individuati dalle fiamme gialle risultano in provincia di Pistoia, a Frattamaggiore, in provincia di Napoli, altri a Milano, Verona, a Castel

Volturno. Nella casa napoletana di uno dei due imprenditori, durante le perquisizioni, i finanzieri hanno trovato e sequestrato 135mila euro in contanti. Nel suo ufficio e in quelli degli altri indagati ne sono stati trovati oltre diecimila.

I finanzieri di Bassano (Vicenza) hanno condotto l’operazione partendo dalla posizione di una Srl operante nella produzione e commercio di abbigliamento per bambini, evasore totale dal 2014, gia’ con sede nella cittadina del Grappa che, nel mese di settembre 2018, aveva trasferito la propria sede legale in un comune della provincia di Caserta, ad un indirizzo dove si trovava una abitazione privata in aperta campagna.

Le indagini relative al predetto soggetto e al suo amministratore di fatto, individuato nel 74enne di Borso del Grappa (Treviso), hanno permesso di approfondire la posizione di una seconda Srl, evasore totale dal 2016, anch’essa amministrata dallo stesso imprenditore fino al settembre 2018, quando fu formalmente ceduta ad un secondo prestanome. Le due societa’ sono apparse sin da subito legate, oltre che dal luogo di esercizio bassanese (dove attualmente prosegue l’attivita’ una terza Srl, estranea all’indagine), dal fatto di presentare importanti cessioni, per circa 3,5 milioni di euro dal 2014 al 2018, nei confronti di una Snc attiva, con 14 punti vendita nella provincia di Treviso, nel commercio al dettaglio di prodotti dei marchi di un importante gruppo imprenditoriale di abbigliamento, anch’esso estraneo alle indagini, in virtu’ di un contratto di franchising.