AVERSA ALLE ELEZIONI. CHE PENA FDI. De Luca e Zannini ordinano a Matacena di cacciare il simbolo della “stronza” Meloni: come volevasi dimostrare. E ora Gimmi “settegonnelle” scrive un comunicato patetico e incommentabile

1 Maggio 2024 - 18:30

E’ successo esattamente quello che CasertaCe aveva previsto. Siccome questo è un partito ridicolo, neppure a Matacena, imbeccato dal governatore e dal consigliere, serve Fratelli d’Italia. Per cui si prepara un ritorno da Farinaro. Ma con quale dignità questi possono ancora uscire in mezzo alla strada e chiedere a qualcuno di candidarsi con loro

AVERSA (g.g.) – Ci siamo accorti che, da ora in poi, dovremo iniettarci un vaccino per sopportare l’insopportabile, in prossimità di ogni elezione che si svolge anche in provincia di Caserta. Europee, politiche, regionali o comunali che siano, gli appuntamenti elettorali sono diventati quintessenza del livello imbarazzante di coloro che dicono di far politica.

Non è che a noi manchi l’esperienza, quella buona per mettere insieme una casistica, quella della memoria, di fatti visti, raccontati da quasi trent’anni.

Però ci rendiamo pure conto che si dice sempre così e che ciò rappresenta una sorta di automatismo retorico, tutto sommato po’ passatista, ma stavolta, credeteci, non abbiamo alcun dubbio che si tratti di una valutazione oggettiva, puramente immortalata, una fotografia evidente.

Ordunque diciamo forte e chiaro che noi una roba del genere non l’abbiamo mai vista durante una dignitosa esistenza da giornalisti capaci di raccontare una politica che dalle nostre parti – e anche altrove – non è stata mai granché, ma che oggi si configura come inesistente senza se e senza ma.

E’ il secondo articolo che dedichiamo oggi a Fratelli d’Italia (QUI IL PRIMO SULLE CANDIDATURE ALLE EUROPEE) e francamente abbiamo già varcato la soglia dell’overdose.

Giorgia Meloni, utilizzando il registro retorico neanche troppo originale dei nostri politici, il registro delle suggestioni alla rovescia, facendo cioè finta di essere una persona che non c’azzecca con la politica professionale, quella dei salotti, dei cosiddetti giornaloni, ha iniziato il suo discorso di Pescara guardando i presenti e additandoli come la prova provata che il suo partito possiede una grande classe dirigente.

Quel suo incipit ha reso più allegra la nostra giornata, o quantomeno alcuni minuti dello stesso, quando ci siamo scompisciati dalle risate pensando che nella folla ci fosse il presidente provinciale del partito, Gimmi Cangiano, e il leader (si fa per dire) di FdI in quel di Aversa, Alfonso Oliva.

Lì ci siamo resi conto che la Meloni è una politica nella media degli altri, nel momento in cui spaccia per freschezza, per spontanea espressione di entusiasmo testimoniale quello che invece è mestiere, il suo mestiere che consiste nella media ordinaria di un medio politico di dire una cosa esattamente contraria a quello che si pensa, a quello che si tiene ben munito, ben nascosto quando si parla pubblicamente. In questo caso, ciò che Giorgia Meloni invece sa benissimo, ovvero che lei e il suo partito non hanno nemmeno un barlume di classe dirigente.

Non è improbabile che alla premier e capo di FdI, così come è successo a tutti i leader della Repubblica dei Nominati, questo faccia anche piacere, dato che uno più è circondato da fessi e meno preoccupazioni ha nel mantenere le redini del proprio potere. Fatto sta che queste frasi e quelle mani imposte sulla platea pescarese ci hanno prima impressionato e poi fatto ridere anche di più di una formidabile battuta di Christian De Sica in un cinepattone.

Se qualcuno ha seguito, anche solo in parte, ciò che abbiamo scritto sulla città di Aversa in vista delle elezioni comunali, sa bene quello che noi pensiamo sull’agire di Gimmi Cangiano e di Alfonso Oliva, paragonabili all’antica coppia di comici americani Gianni e Pinotto, trasposizione in traduzione di Abbott and Costello, oppure agli eterni Stanlio e Ollio, ovvero Stan Laurel e Oliver Hardy. Anche se le due coppie recitavano, scherzavano, i nostri, invece, fanno sul serio.

Siccome abbiamo scritto più volte che Cangiano ci risulta umanamente simpatico (e lo confermiamo), abbiamo usato i disegnini di prima elementare per spiegargli che se si fosse legato a Giovanni Zannini e Vincenzo De Luca, che si sono inventati questo Francesco Matecena, candidato sindaco che li rappresenta come testa di legno, lui e FdI avrebbero rischiato di essere divorati, fagocitati e inghiottiti in un ammasso informa di malapolitica e di malagente che mai si era vista ad Aversa e in tutta la Campania, capace di arruolare un esercito di legionari da noi definiti finanche più famelici dei saccheggiatori lanzichenecchi.

E ovvio che quando De Luca ha visto il simbolo di Fratelli d’Italia nella coalizione messa in piedi da lui e da Zannini, si è chiamato il suo bravo manzoniano e gli ha detto qualcosa del tipo: ora non esagerare, capisco che a Caserta a guidarlo sono quattro deficienti, ma quello è pur sempre il simbolo del partito di Giorgia Meloni, della destra, del partito più votato in italia, per cui toglietelo di mezzo.

A quel punto Zannini – che fosse dipeso da lui non l’avrebbe neppure tolto, dato che nella sua testa non c’è un solo pensiero che riporti anche vagamente ad una posizione politica – ha mosso le sue pedine, i suoi fedelissimi più servili, ossia Luciano Sagliocco e il suo gruppo, i quali hanno avuto tanto in termini di posti di lavoro, altre prebende e dunque scattano letteralmente sugli attento. Gli ha detto di alzare un po’ la voce per la presenza del simbolo di FdI. Una posizione agevolata anche dal fatto che Fulvio Martusciello, avendo ridotto Forza Italia in Campania in una sorta di garçonnière, ha fatto scomparire il trentennale stemma berlusconiano dalla coalizione di De Luca e Zannini.

Risultato: Matacena ha detto ad Oliva e Cangiano che se si vogliono accodare possono farlo con una lista civica, altrimenti lui può fare anche a meno del loro appoggio, visto e considerato che, a dirla tutta, quei quattro scafessi che seguono Oliva non è che possano spostare l’inerzia del risultato elettorale.

Giuro e giuriamo che sarò l’ultima volta che scriveremo questa cosa, visto e considerato che ormai veramente non ce la facciamo più a ripetere lo stesso concetto: il problema non è costituito da Oliva.

Questi, nel momento in cui ha capito che mai e poi mai la sua storia, il suo portato, solo parzialmente riscattato dai quattro anni e mezzo di opposizione, badate bene, selettiva, perché mai ci ha affiancati sul sacco della città, divenuto affare di diritto penale negli ultimi giorni, non gli avrebbero permesso la candidatura alla massima carica per una coalizione di centrodestra, è tornato a pensare a quello a cui aveva pensato fino al 2020, fino a quando non ottenne la candidatura alle regionali per Fratelli d’Italia: beccare più incarichi professionali possibili.

Un obiettivo realizzabile solo stando con Zannini, il quale, controllando con i suoi metodi almeno una quarantina, forse una cinquantina, di amministrazioni comunali, controllando strutture illegali quanto impunite, grazie anche alla distrazione dell’autorità giudiziaria, come il consorzio idrico, Asi, ente d’Ambito e anche per un periodo l’Asl di Caserta e soprattutto la Provincia, è l’unico oggi in grado, per effetto anche della sua spregiudicatezza e il suo relativismo cosmico, di attivare la macchina clientelare della spesa pubblica, posta a disposizione di amici, amiche, amichetti e amichette.

Il problema, invece, si chiama Gimmi Cangiano. Il quale, dopo aver fatto un discorso serio (forse quel giorno aveva battuto la testa a terra), quando, insediandosi da nuovo presidente provinciale, aveva preso le distanze, preannunciando battaglia allo zanninismo e al magliocchismo, si è subito ripiegato di nuovo sui propri ozi.

Cangiano, che oggi scrive un comunicato stampa patetico, penoso, ha costruito la sua debolezza nel momento in cui, nonostante lui rappresenti l’intero centrodestra da deputato eletto nel collegio maggioritario che ha come epicentro Aversa, non è stato in grado, in un anno e mezzo di legislatura, di mettere insieme persone, competenze, estri, motivazioni attorno ad un progetto politico alternativo per la città di Aversa.

Non ce ne voglia il buon Gimmi. Perché se gli diciamo che ciò avvenuto perché lui va perdendo tempo appresso a soubrette più o meno avariate, gli facciamo un favore.

Gli facciamo un favore perché se questa non è la ragione, dobbiamo sancire la sua incapacità ad elaborare anche il più elementare dei problemi politici, la più elementare strategia di elaborazione di un agire anche banalmente esplicitato.

Ci fermiamo qui e promettiamo ai lettori di Aversa – e anche agli altri – che non torneremo più sull’argomento che, riteniamo, abbia spaccato gli zebedei a tutti. Ci prendiamo solamente la licenza di evitare a noi stessi lo strazio di un’analisi del testo di questa cosa che potrete leggere, con sommo esercizio di masochismo, qui sotto.

A SEGUIRE IL COMUNICATO STAMPA DI GIMMI CANGIANO

“Con profondo rammarico ed un pizzico di delusione, mi vedo costretto, in qualità di Presidente Provinciale FdI Caserta, a comunicare ufficialmente che il mio Partito non appoggerà ad Aversa la coalizione a sostegno del Candidato a Sindaco Francesco Matacena, come pure precedentemente annunciato. Le ragioni di questa decisione sono chiare, nette e precise. A fronte di un accordo stretto poco più di una settimana fa, che prevedeva una nostra lista di Partito al fianco di Matacena, nella scorse ore siamo stati notiziati di come i termini di quell’accordo erano unilateralmente cambiati. Il candidato Sindaco ha infatti deciso di impostare al civismo la sua coalizione, chiedendoci di fatto di rinunciare a presentare il simbolo di Partito e di sostituirlo con uno camuffato, seppur di area. Richiesta inaccettabile. Perché per noi il simbolo non è semplicemente un logo. Ma l’emblema di una storia, di una identità e di una tradizione. Nonché la garanzia di un percorso politico improntato alla legalità e alla trasparenza. Rinnegarlo significherebbe rinnegare ciò che siamo e ciò che stiamo provando a ricostruire. Dispiace profondamente per Aversa, che perde la possibilità di impostare una filiera virtuosa con il Governo centrale attraverso il dialogo istituzionale con un Partito che non si piega a compromessi. E che guarda alla linearità delle posizioni e alla onestà dei comportamenti come via maestra.
Fratelli d’Italia ad Aversa sarà comunque presente. Con lista e simbolo. Pronti a camminare su quella strada di valori che
non siamo disposti a barattare per nulla e per nessuno.”

Lo dichiara l’On Gimmi Cangiano Presidente Provinciale di FdI Caserta