140 mila euro partono dalla Provincia e arrivano alla società del figlio di Raffaele Cilindro, già autista di Pasquale Zagaria

24 Novembre 2023 - 16:40

Ricordiamo (e lo faremo spesso) che l’imprenditore è stato assolto per reati di camorra. Attualmente l’impresa è rappresentata dal figlio, Sebastiano Cilindro, ex consigliere comunale di Casapesenna e “causa scatenante” della condanna del sindaco e delegato provinciale alla Viabilità Marcello De Rosa a tre anni di reclusione per falso in atto pubblico. Una Casapesenna Story che speriamo abbia avuto un lieto fine in un incontro, propiziato dall’invito del dirigente Gerardo Palmieri, tra gli uffici dell’amministrazione di via Lubich. Undici. Sono undici le imprese che sono presenti in inchieste su corruzione e camorra e nell’elenco delle ditte vincitrice di gare alla Provincia

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CASAPESENNA (l.v.r.)Raffaele Cilindro nel 2018 ha ricevuto un’importante sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Napoli, che ha confermato quanto deciso già in rito abbreviato dai giudici di primo grado, ovvero la sua assoluzione per i reati di associazione a delinquere di stampo camorristico e per aver favorito la latitanza del boss Michele Zagaria.

Raffaele Cilindro fu arrestato e dal marzo 2015 a dicembre 2015 e passò 9 mesi in carcere.

Il suo arresto provocò anche una bufera all’interno dell’amministrazione

comunale di Casapesenna, visto che tra i consiglieri della maggioranza formatasi poco meno di un anno prima, ovvero nel maggio 2014, a supporto di Marcello De Rosa, c’era anche Sebastiano Cilindro, figlio di Raffaele.

CasertaCE trattò l’argomento come ha sempre fatto e chiese di dare conto di questa particolare situazione al sindaco del tempo – e sindaco di allora – Marcello De Rosa.

Il primo cittadino di Casapesenna se la prese con questo giornale come spesso è accaduto in quest’ultimo decennio. Poi arrivarono, qualche settimana dopo, notizie sulle dimissioni di Sebastiano Cilindro che ritenemmo come un gesto di normale azione politica.

Suo padre – pensammo – è un famoso imprenditore della città ed è stato arrestato per fatti di camorra e lui, nonostante sia vicino al genitore e attenda lo svolgersi del procedimento, si è fatto da parte.

Si venne a scoprire che Sebastiano Cilindro quelle dimissioni non le aveva mai protocollate.

In realtà, c’era stato una lite furibonda, con il consigliere comunale che ha dichiarato di essere stato addirittura minacciato da De Rosa, e quest’ultimo è stato condannato dal tribunale di Aversa Napoli Nord per il reato di falso in atto pubblico, ovvero per aver ordinato un dipendente comunale di protocollare la lettera con le dimissioni di Sebastiano Cilindro mai firmate da quest’ultimo.

Una sentenza a tre anni di reclusione del sindaco di Casapesenna a impugnato e che, quindi, sarà tema di trattazione presso la Corte di Appello di Napoli.

Tornando, invece, a Raffaele Cilindro, dicevamo, venne tenuto per nove mesi in carcere per reato di partecipazione all’associazione di tipo mafioso, un reato – ripetiamo – per il quale è stata sancita la sua innocenza.

Proprio per questo motivo, Raffaele Cilindro ha poi presentato richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione nel febbraio di quest’anno. La Corte di Appello ha rigettato l’istanza Cilindro ha deciso, legittimamente, di fare ricorso in Corte di Cassazione.

Ma anche i giudici dell’ultima istanza hanno dato torto all’imprenditore 59enne.

Cilindro, infatti, avendo rapporti con i vertici del clan Zagaria, facendo anche da autista per Pasquale Zagaria e trattenendo rapporti con una serie di imprenditori che in seguito sono risultati contigui agli ambienti camorristici, si è macchiato di quella grave colpa che secondo la legge italiana rende impossibile ricevere il beneficio del risarcimento.

Secondo quanto scritto nella sentenza della Corte di Cassazione dello scorso giugno, che potete leggere cliccando qui, i giudici hanno voluto ricordare come il risarcimento per ingiusta detenzione viene bloccato nel momento in cui il soggetto protagonista di questa richiesta “abbia tenuto, consapevole della attività criminale altrui, comportamento percepibili come indicativi di una sua contiguità“.

In pratica seppur ritenuto innocente dalla legge italiana del reato di associazione a delinquere di stampo camorristico, il risarcimento è negato perché Raffaele Cilindro ha comunque intrattenuto rapporti con criminali, imprenditori attigui al clan e uomini a capo della fazione Zagaria.

Ad entrare nella cronaca, al momento del suo arresto, nel 2015, fu anche la sua società S.C. Costruzioni, attraverso la quale avrebbe avuto rapporti economici, secondo quanto emerso dall’esame delle banche dati da parte della Guardia di Finanza, con Alfonso Di Tella, imprenditore deceduto nel 2017, il quale non ha visto il termine del processo (dicembre 2022) che ha condannato i suoi figli, Domenico e Cipriano Di Tella, alla pena di sette anni e 4 mesi di reclusione per sfruttamento di operai nei cantieri della ricostruzione post-sisma dell’Aquila.

La società S.C. Costruzioni inizialmente era amministrata dal 50% dal figlio, Sebastiano, e l’altra restante parte da un altro socio, successivamente, poi, l’impresa tornò nelle mani di Raffaele.

Attualmente, l’amministratore unico, rappresentante e direttore tecnico dell’impresa è il figlio, Sebastiano Cilindro.

Questo lo sappiamo leggendo un documento dell’otto febbraio scorso della provincia di Caserta con il quale l’amministrazione guidata dal presidente Giorgio Maglocca affidava un progetto da 195 mila euro di manutenzione stradale straordinaria sulla Provinciale 151. Il costo dei lavori era di poco superiore ai 140 mila euro, somma inferiore al limite massimo per gli affidamenti diretti, alzata fino a 150.

La provincia di Caserta nel settembre dell’anno scorso decide di invitare un’impresa, operazione che è uguale ad un affidamento diretto. Secondo quanto scrive il dirigente Gerardo Palmieri, la società è proprio la S.C. Costruzioni con sede a San Cipriano d’Aversa.

La società dei Cilindro offre un ribasso di 15 mila euro e si porta a casa questi lavori. Ma grazie ad una variante al progetto dovuta, scrivono, ad ulteriori lavori, la Provincia mette a disposizione di Cilindro altri 18 mila euro, per un totale di 140 mila, spicciolo più, spicciolo meno.

Secondo quanto emerge dagli uffici, ci sarebbe un altro affidamento avvenuto quest’estate sempre alla S.C. Costruzioni ma, non avendolo rintracciato tra i documenti dell’amministrazione provinciale di Caserta, ci pare un po’ fuori luogo parlarne come di un fatto certo, acclarato.

Il caso ha voluto che il settore per il quale è stato scelto l’operatore economico gestito dai Cilindro è quello relativo alla Viabilità, attualmente guidato dall'”assessore” provinciale Marcello De Rosa.

Chissà se il sindaco di Casapesenna ha reagito male alla vista della società intestata a Sebastiano Cilindro, l’uomo che è stato la causa scatenante di quel processo che lo ha condannato a tre anni. In realtà, per i più romantici, c’è anche la versione che vede, una volta rincontratisi negli uffici della provincia di Caserta, uno per il suo compito di delegato, l’altro come imprenditore, Cilindro e De Rosa dipanare le loro divergenze.

Chiudiamo con il proverbiale pippone.

Premessa doverosa: non si tratta di un’aggiudicazione contestabile dal punto di vista del diritto, quindi, è un affidamento lecito. Come se non bastasse, poi, Raffaele Cilindro è stato assolto, ritenuto innocente – lo ripetiamo di nuovo – dalla giustizia italiana. La stessa giustizia che, però, ha sancito i suoi rapporti con personaggi al vertice del clan dei Casalesi, non ritenuti, però, legati a comportamenti condannabili.

Detto ciò, è mai possibile che l’amministrazione provinciale di Caserta non riesca ad uscire da quel triangolo, Casal di Principe-San Cipriano D’Aversa-Casapesenna, dal quale arriva la quasi totalità degli imprenditori che ricevono affidamenti diretti e vincono gare bandite dall’ente guidato da Giorgio Magliocca?

È mai possibile che tra le ditte “gratificate” ci siano tutte queste imprese – S.C. Costruzioni, Comed, Costruzioni Generali SudCo.Bi., Marrel, Gruppo Petrillo, Cogesa, Rilgeo, Infrastrutture srl dei Martino, MastrominicoAntonio & Antonio Costruzioni S.r.l. dei Palmese – citate in ordinanze e atti giudiziari, coinvolte direttamente indirettamente, con amministratori indagati e non indagati, e segnalate in operazioni quanto meno discutibili se non oltre il limite di quanto prevede il codice penale? Il dato è allucinante.

Chiaramente il problema non è Raffaele Cilindro, ci mancherebbe, ma è la ripetizione di uno schema già visto.

Uno schema che ha portato a veder sequestrate due società recentemente premiate da questa provincia, la Marrel e la Costruzione Generali Sud, entrambe riconducibili per la DDA di Napoli a Raffaele Pezzella, ritenuto imprenditore amico del clan dei casalesi e corruttore di funzionari della provincia.

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