27 luglio, PIEDIMONTE. Che fessacchiotto il sindaco Di Lorenzo: cade nella trappola di Gianluigi Santillo che stamattina l’ha mandato a casa nell’ultimo giorno utile per votare il 20 settembre

27 Luglio 2020 - 12:25

TUTTI I NOMI di chi ha spedito a casa il primo cittadino. E’ caduto sul bilancio. Ora, è vero che l’ordine del giorno del consiglio lo fa il presidente, ma è anche vero che di fronte alla prospettiva di andare a casa ora, per votare tra un mese e mezzo, il primo cittadino, qualche anima buona per fare mancare il numero legale avrebbe potuto trovarla

 

PIEDIMONTE MATESE – Alla fine il sindaco Luigi Di Lorenzo è caduto. Probabilmente anche a causa dei troppi traccheggiamenti che lo hanno portato ad una condizione di evidente confusione nel suo posizionamento politico in vista delle Regionali. Non a caso è caduto oggi 27 luglio, ultimo giorno utile per collocare i comuni privi di un’amministrazione e di un consiglio nel turno elettorale del prossimo 20 settembre che a questo punto interesserà anche Piedimonte Matese.

Per parecchio tempo il sindaco era stato legato, seppur in maniera non strettissima, alle posizioni di Alfonso Piscitelli, oggi candidato di Fratelli d’Italia e favorito per la riconquista di un seggio in consiglio regionale. Ma già da qualche mese Piscitelli considerava in pratica chiuso il rapporto con Di Lorenzo, alla luce di un allontanamento evidente da parte di quest’ultimo dalle posizioni del consigliere regionale, soprattutto da quando questi aveva lasciato la maggioranza, rompendo, da vera e propria mosca bianca, con De Luca per entrare dentro ad una coalizione, quella di centrodestra che dal covid in poi nessuno dà come vincente alle prossime elezioni.

In poche parole, Di Lorenzo è stato schiacciato da tutte le spinte legate alle necessità di riflesso che si scaricano sul comune di Piedimonte, ma che hanno come baricentro le ambizioni dei candidati locali, a partire da quelle del presidente del consiglio comunale Gianluigi Santillo, uno dei protagonisti della vittoria elettorale che Di Lorenzo riportò alle ultime elezioni comunali. Se l’amministrazione è caduta il 27 luglio, è perchè Santillo stesso ha ritenuto utile per la sua causa elettorale di candidarla alle Regionali, l’abbinamento tra queste e le comunali, in modo da stipulare accordi con chi ha come obiettivo le stanze del municipio del “capoluogo” matesino e può contemporaneamente dare una mano a lui per cercare di battere la concorrenza di altri candidati, a partire da Schiavone, della lista di Noi Campani, nella quale Santillo corre in quota Clemente Mastella.

Questo l’aspetto politico a cui va aggiunto anche quello personale. Tutti sanno infatti a Piedimonte, che il rapporto tra il sindaco e il presidente del consiglio comunale era ormai ridotto ai minimi termini, in pratica i due non si salutavano neppure più.

Santillo è un politico consumato e utilizzando la data del 27 luglio e facendo abboccare uno sconcertante Di Lorenzo, ce lo consenta, troppo fesso per uno scaltro come l’omonimo del sottoscritto, lo ha messo sotto nel voto sul bilancio che magari se fosse stato portato oltre di un giorno o di due giorni, avrebbe potuto anche definire un esito diverso, dato che se l’amministrazione comunale fosse caduta domani 28 luglio, al voto per le amministrative, si sarebbe tornati, covid permettendo, tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021 e non invece tra un mese e mezzo.

A chi giova e a chi danneggia la caduta di Di Lorenzo? Sicuramente giova a Santillo e alla preside De Girolamo che possono aumentare il proprio consenso, utilizzando la sponda delle elezioni comunali; non giova, invece, a Sonia Palmeri, che nell’amministrazione aveva due sostenitori importanti nel vice sindaco Filetti e in un’altra consigliera comunale che oggi, perdendo la carica, avranno un peso specifico inferiore in campagna elettorale a meno che la Palmeri, ma questo ci sembra difficile, non riesca a costruire un cartello politico attorno a sè, in grado di essere fortemente competitivo ance nel voto per il comune. Ciò le permetterebbe di essere centrale in un progetto politico possibile, ma ripetiamo, con tutto il rispetto, la Palmeri è una che possiede qualità tecniche ma non ha mai fatto politica e con ancora più rispetto, il marito Maurizio Costarella, meno fa e meglio è per la consorte.

Ricapitolando: i voti negativi sul bilancio sono stati quelli del citato Gianluigi Santillo, di Grillo che sfidò Di Lorenzo alle elezioni comunali venendone sconfitto, di Petella, Riccitelli, Civitillo, Ottaviani, Masella, Bisceglia, Capone e Santopadre.