5 PENTITI. Ecco chi comandava a S.MARCELLINO. La buona diplomazia nei rapporti con Schiavone e Bidognetti

23 Luglio 2019 - 08:57

 SAN MARCELLINO – Il cumulo delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, tra i più significativi del clan dei casalesi, tutte concordanti e coerenti tra di loro, attribuisce a Salvatore Fioravante una cifra criminale, di incidenza e di rappresentazione sul territorio, espressa in nome e per conto del vertice del clan dei casalesi, negli anni fino al 2010, in nome e per conto di Nicola Schiavone, superiore a quella che era la percezione che gli osservatori esterni, come noi, avevano sull’importanza del personaggio.

Cesare Tavoletta, Raffaele Piccolo, Giovanni Mola, Salvatore Laiso, Salvatore Orabona. Si tratta di persone in grado di parlare ogni giorno, quando erano a piede libero, con un Nicola Schiavone, con un Nicola Panaro, insomma, con i capi. Tutti dicono che Salvatore Fioravante è stato il capo zona a tutti gli effetti del clan dei casalesi sulla piazza di San Marcellino. Conosciuto con il suo soprannome di “porcellino” più che con le sue generalità ufficiali. Una spinta alla scalata criminale gliel’ha data la parentela acquisita con suo cognato Giorgio Marano, detto il saponaro, storico appartenente al gruppo Biondino che da Trentola aveva occupato, militarmente parlando, il perimetro del comune di San Marcellino.

Attenzione, Marano, collegato fondamentalmente agli Schiavone, ha avuto sempre rapporti buoni e floridi con i Bidognetti. Per cui, non deve stupire che oggi, con una camorra decimata dagli arresti, si ritrovano a cooperare un Enrico Verso,

cognato di Raffaele Bidognetti, neo pentito e figlio di primo letto di Francesco Bidognetti, per l’appunto, con Salvatore Fioravante, raggiunto, alcuni giorni fa, dalla stessa ordinanza che ha inguaiato il citato Enrico Verso.

Per quanto riguarda il dettaglio analitico delle dichiarazioni degli appena citati collaboratori di giustizia, rispetto alle quali ci siamo soffermati solo su quelle, uscite dalla bocca di Raffaele Piccolo e Giovanni Mola, relative al rapporto di parentela di Fioravante con Marano e alla buona qualità, naturalmente criminale, dei rapporti tra il capo zona di San Marcellino e il gruppo Bidognetti.

A pensarci bene, la parentela con Marano, di cui parla Raffaele Piccolo, e i buoni rapporti con il gruppo Bidognetti, di cui parla invece Giovanni Mola, sono in armonia tra di loro, e rappresentano una sorta di riscontro, anche in relazione al fatto che il giudice scrive, precisando l’affiliazione al gruppo Biondino, anche questo in rapporti non negativi con i Bidognetti, di Giorgio Marano il saponaro.

Il resto, pure interessante, lo potete leggere agli stralci integrali delle dichiarazioni dei pentiti che pubblichiamo in calce.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLO STRALCIO DELL’ORDINANZA