Cellulari nelle pietre di calcestruzzo per farli arrivare ai detenuti
14 Agosto 2020 - 09:02

SANTA MARIA CAPUA VETERE – Sono sempre più ingegnosi i metodi studiati da chi intende rifornire di cellulari i detenuti: dopo il prete «fattorino», le pentole con il doppiofondo via posta e il drone «postino», gli smartphone vengono recapitati con pietre di calcestruzzo. Il singolare ritrovamento è stato fatto dalla Polizia Penitenziaria nell’istituto di pena di Carinola.
Nell’intercinta muraria, dove hanno accesso anche i carcerati, gli agenti hanno scoperto una ventina pietre di calcestruzzo lanciate oltre le mura dall’esterno, di misura differente rispetto al solito pietrisco. Lì qualcuno aveva occultato gli smartphone, opportunamente incellofanàti per garantirne l’integrità.
«Complimenti alla polizia penitenziaria del carcere di Carinola», hanno commentato Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti, rispettivamente segretario regionale Campania e presidente USPP. «Bisogna urgentemente proporre una modifica legislativa che contempli l’introduzione o il relativo possesso di cellulari in carcere come fattispecie di reato – ribadiscono i due sindacalisti – che oggi è inesistente. Chiediamo, inoltre, l’installazione di idonei strumenti tecnologici atti a prevenire l’introduzione di cellulari in e l’installazione della schermatura