COVID NEL CASERTANO. Contagi in aumento tra gli operatori sanitari: triplicati i ricoveri in 24 ore

15 Novembre 2021 - 10:25

CASERTA – “Cosa sta accadendo negli ospedali italiani in questi giorni? Ce lo siamo chiesti come sindacato degli infermieri, sempre in prima linea, e ce lo raccontano i nostri referenti regionali. Partendo dai dati ufficiali abbiamo voluto riportare testimonianze tra i colleghi sul territorio sulla realtà fattuale, come avvenuto in passato, ed abbiamo realizzato un nostro approfondimento, che trae le mosse proprio dall’aumento dei contagi a livello nazionale e dall’aumento dell’indice Rt. In tutto questo, in Campania, Lombardia e Piemonte, in particolare, i ricoveri nei reparti covid sono ripresi in modo preoccupante e meritano di essere decisamente monitorati. Caserta siamo addirittura passati, in sole 24 ore, da 12 a 35 ricoverati per virus. Peraltro in Campania sono stati chiusi tutti gli hub e aperti solo quelli del Cardarelli e dell’Ospedale del Mare. Immaginate le conseguenze per gli operatori sanitari che già da tempo sotto organico. I dati Iss, del resto parlano chiaro, e vanno monitorati con attenzione. Si è passati in poco tempo da 1370, sempre su base 30 giorni, a ben 2724 operatori contagiati, e questo significa che oggi viaggiamo alla media di 90 professionisti della salute che si stanno ammalando ogni giorno. Stiamo parlando di almeno 74 infermieri ogni 24 ore (dati Inail), che si sono infettati dal 14 ottobre al 14 novembre 2021″.

Quello che preoccupa il sindacato è soprattutto la copertura dei vaccini. “In Campania è significativo il lavoro portato avanti dall’Azienda Aorn di Caserta, che ha mappato la risposta immunitaria di tutto il personale a cui sono state inoculate le 2 dosi. Ebbene, a distanza di tempo, su 1700 dipendenti, 160 non hanno sviluppato anticorpi validi ai fini dell’immunizzazione. Questo significa che gli infermieri e medici già vaccinati ad inizio anno stanno gradualmente perdendo la loro l’immunità. E ad oggi non siamo stati ancora informati dell’esistenza, come noi invece chiediamo da tempo, di una indagine scientifica atta a dare evidenza di come i vaccini a disposizione siano efficaci contro le varianti in corso. I nostri rappresentanti sul territorio non riferiscono prevalenza di sintomatologie gravi tra i colleghi che si riammalano, e molti degli interessati non sono ricoverati. Resta il fatto che chi si riammala, anche se vaccinato, si trova in tale condizione a causa di un preoccupante abbassamento delle proprie difese, e questo ce lo dimostra l’indagine di Caserta”.

Insomma – conclude De Palma – è evidente che, alla luce dei risultati degli screening che arrivano dalla Campania, tutte le aziende sanitarie italiane dovrebbero implementare, senza alcun indugio, proprie attività di monitoraggio ‘costante’ del fenomeno, stante l’evidenza che più alto è il numero delle persone infette che entrano ed escono da ambienti a rischio, più il virus aumenta la propria pervasività fuori dagli stessi ambienti ospedalieri”.