CASERTA. PARCHEGGIO POLLIO. La domanda al sindaco Marino, a Biondi e all’assessore Casale: è vero che i Dresia hanno lavorato (e guadagnato) un giorno e mezzo senza permesso?

30 Gennaio 2022 - 19:55

CASERTA (l.v.r.) – I Dresia avrebbero guadagnato denaro illegittimamente nella giornata di venerdì 21 e nella mattina seguente, cioè prima che la polizia municipale mettesse i sigilli al parcheggio dell’ex Caserma Pollio. Oltre 30 ore in cui il parcheggio gestito dalla Sea Service, società della famiglia Dresia – che aveva terminato il suo compito da concessionario dell’area a due passi dalla Reggia di Caserta – è stato totalmente in funzione, incassando il denaro proveniente da coloro che sostavano nell’aria comunale, oltre che i soldi degli abbonamenti, nonostante il contratto (già prorogato altre volte) fosse definitivamente scaduto alla mezzanotte tra giovedì e venerdì.

Questo viene denunciato dal sindacalista Michele Picozzi di Fiadel, e da un gruppo di ex dipendenti della Sea Service, rappresentati dall’avvocato Francesco Moscatiello.

Chiaramente, non viene dato per certa la circostanza di un guadagno illegittimo dei gestori dei parcheggio per tutta la giornata di venerdì e per la mattina del sabato, ma si tratta di un’eventualità possibile, però, in considerazione del fatto che il contratto sarebbe scaduto nella notte di giovedì e che quindi i cancelli non potevano restare aperti il giorno seguente, una di quelle giornate che, essendo inizio del weekend, porta moltissime persone al centro di Caserta, dov’è il parcheggio Pollio ha la sua casa.

Nel frattempo, una volta scaduto il contratto, i dipendenti della Sea Service sono stati tutti immediatamente licenziati, come prevede il rapporto il lavoro legato alla concessione del parcheggio. Buon parte dei 17 lavoratori, tra l’altro, sono già stati altre volte in piazza per protestare verso l’amministrazione del sindaco Carlo Marino e chi attualmente gestisce la società, cioè i Dresia e l’amministratore Scarpato, marito di Adelina Dresia.

Va sottolineato come i diciassette dipendenti sono stati collocati in cassa integrazione praticamente per due anni, la cosiddetta “cassa integrazione covid”, prevista dal decreto cura Italia del marzo 2020.

Si tratta di una sospensione a zero ore di lavoro ma, in realtà, ed è questo che fanno notare i lavoratori e il sindacato Fiadel, l’attività è poi ripresa per mesi e il parcheggio di via Pollio è stato in funzione ha ospitato migliaia di auto in questi mesi, mentre i lavoratori restavano a casa, ricevendo solo una parte degli emolumenti attraverso fondi pubblici, soldi dei cittadini in pratica. L’attività è ripartita, eppure i lavoratori non sono mai stati chiamati dai Dresia, sostituti dalle macchinette elettroniche.

Ora, nell’ultimo giorno, emerge questa che potrebbe profilarsi come un violazione bella e buona, cioè il fatto che i Dresia abbiano continuato a lavorare nonostante non esistesse più alcun titolo autorizzativo per far parcheggiare le auto e quindi guadagnare dei soldi. Dovrà nelle prossime ore l’amministrazione comunale di Caserta dimostrare che nulla di vietato è avvenuto sotto ai suoi occhi.

LA LETTERA INVIATA DAI LAVORATORI A MARINO, CASALE E BIONDI