CASERTA. I motivi per cui la Cassazione ha respinto il ricorso di Raffaele Capone. L’accoltellatore di Rondinone e protagonista del video-scandalo con Carlo Marino

27 Giugno 2022 - 14:28

Dal 25 maggio il figlio del boss Giovanni Capone è potuto tornare a casa. Resta interessante, però, capire per quale motivo la decisione della corte dell’ultima istanza aveva lasciato in carcere il 27enne. La foto della stretta di mano tra Capone jr. e Marino è stata già ampiamente commentata da questo giornale, senza che nulla sia scaturito da quel momento immortalato, come se si stesse guardando il più normale dei convenevoli

CASERTA – Prima di entrare nel merito della decisione della Cassazione, è opportuna una sintesi degli atti relativi ai due Capone.

In queste ore sono uscite le motivazioni con cui la corte di Cassazione aveva rigettato il ricorso presentato dall’avvocato di

Giovanni Capone e del figlio Raffaele, arrestati lo scorso otto novembre e finiti in galera con l’accusa di tentato omicidio nei confronti di Gennaro Rondinone, avvenuto nel settembre 2021.

Poi, l’avvocato difensore dei Capone si è mosso per un ricorso al tribunale del Riesame, sempre nel mese di novembre. I giudici sancivano che per Raffaele restava l’ordinanza di custodia in carcere, mentre per il papà Giovanni discorso a parte, ristretto agli arresti domiciliari per motivi di salute. Una decisione che potrebbe avere la paternità del Riesame, ma anche del Gip che firmò gli arresti. Anche in questa circostanza, nell’economia dell’articolo, non è rilevante stabilirlo.

Siccome sopravvivono comunque i motivi cautelare per entrambi, il difensore, l’avvocato Francesco Liguori, ricorre in Cassazione e, come vedremo, la corte rigetta la richiesta di annullamento del provvedimento presentata dal legale.

Il 25 maggio scorso, poi, Raffaele Capone esce a sua volta dal carcere e raggiunge gli arresti domiciliari, ma questo non c’entra nulla con ciò che la Cassazione stabilisce, rigettando il ricorso. Si tratta di una decisione presa dal giudice titolare del rito abbreviato con cui si sta sviluppando il processo a carico di padre e figlio.

Fatta la premessa, ora possiamo entrare nel merito delle ragioni esposte dalla prima sezione penale della corte di Cassazione.

Tra le varie motivazioni messe per iscritto dal legale (la versione completa della sentenza la troverete in calce all’articolo), viene segnalata anche la circostanza che Rondinone aveva per primo ingaggiato la colluttazione nei confronti dei due Capone e che “non ha corso alcun pericolo di vita“.

La corte di Cassazione, però, ha ritenuto inammissibili i motivi fondanti del ricorso dei due uomini.

Sul dubbio posto dall’avvocato Liguori sulla responsabilità materiale dell’accoltellamento, i giudici scrivono che è “pacificamente attribuita e Raffaele Capone“. Per quanto riguarda, invece, il rischio concreto per la vita subito da Rondinone, gli ermellini, prendendo spunto dalla motivazione stesa dal tribunale del Riesame, evidenziano la violenza e aggressività della condotta di Capone jr. e che “risulta logicamente la volontà omicida del gesto”.

Ora non sappiamo come finirà questa vicenda giudiziaria, ma questa famiglia è entrata nella cronaca recentissima della politica casertana quando Raffaele Capone è stato chiaramente immortalato durante la festa successiva al ballottaggio dopo l’elezione del sindaco Carlo Marino.

Il figlio del boss Giovanni è stato fotografato nel comitato dell’avvocato Puccianiello, mentre esultante stringe la mano ad un altrettanto euforico Marino(LEGGI QUI)

. Una circostanza che inevitabilmente ha avvolto di un velo inquietante il voto legato al candidato sindaco del centrosinistra e pone dei dubbi quantomeno morali sulla gestione della campagna elettorale di Marino e del suo staff.

Questo veniva raccontato da CasertaCE molto prima che le indagini dei carabinieri facessero emergere l’aggressione ai danni dei fratelli Rondinone, avvenuta al Parco Santa Rosalia di via Cappuccini la sera del 22 settembre 2021. Un evento violento che non cambia sostanzialmente la già non positivissima, diciamo così, impressione che quella foto emersa post ballottaggio aveva suscitato in noi.

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