TUTTI I NOMI. 200 anni di galera per le nuove leve del CLAN DEI CASALESI. Condannati gli eredi di Bidognetti

22 Dicembre 2023 - 13:39

La sentenza del gup del tribunale di Napoli, Nicoletta Camparano

CASAL DI PRINCIPE. Quasi 200 anni di carcere per i 30 imputati coinvolti nell’inchiesta sulla riorganizzazione del clan dei Casalesi, fazioni Schiavone e Bidognetti.

Queste le condanne appena emesse dal gup Nicoletta Campanaro del tribunale di Napoli al termine del processo in rito abbreviato: 13 anni di carcere per Giovanni Della Corte; 12 anni per Gianluca Bidognetti Nicola Garofalo; 11 anni per Nicola Kader Sergio e Giosuè Fioretto; 10 anni per Franco Bianco; 9 anni e 4 mesi di reclusione per Giuseppe Granata e Vincenzo Di Caterino; 8 anni per Agostino Fabozzo, Federico Barrino e Francesco Cerullo; 7 anni ed 8 mesi per Francesco Sagliano; 5 anni e 4 mesi di reclusione per Salvatore De Falco, Giacomo D’Aniello e Antonio Lanza; 5 anni Giovanni Stabile, Antonio Stabile, Marco Alfiero, Onorato Falco, Clemente Tesone; 4 anni per Katia e Teresa Bidognetti, Carlo D’Angiolella, Felice Di Lorenzo, Francesco Barbato, Luigi Mandato, Vincenzo D’Angelo. Infine, assoluzione per Emiliana Carrino, Annalisa Carrano e Francesca Carrino.

Tra le accuse loro contestate, oltre a quella di aver riorganizzato il clan soprattutto attorno a Gianluca, nonostante questi fosse in carcere dal 2008 per il tentato omicidio della zia e della cugina Francesca, anche le estorsioni ai danni di numerosi operatori commerciali (un imprenditore è stato attinto alle gambe da colpi d’arma da fuoco), il controllo del settore delle onoranze funebri grazie ad accordi risalenti agli anni ’80 con aziende operanti sul territorio, il traffico di sostanze stupefacenti. Secondo gli inquirenti, ad attuare fuori dal carcere le direttive di Gianluca Bidognetti sarebbero state le sorelle Katia e Teresa, che avrebbero percepito lo stipendio del clan, e i mariti di queste ultime, in particolare quello di Katia, Vincenzo D’Angelo. Erano queste le nuove leve della cosca che opera in provincia di Caserta, e non solo, e che oggi sono state condannate per i reati loro contestati.