Aggressione, contro-aggressione e presunto tentato omicidio: assolta un’intera famiglia. Ecco come andarono i fatti

23 Marzo 2024 - 11:02

Ieri la sentenza del Tribunale di Aversa-Napoli Nord che ha accolto le tesi dell’avvocato Franco Liguori

TRENTOLA DUCENTA – Uno schiaffo, seguito a qualche parola di banale lite consumata in strada tra un giovane e due ragazzi che però, qualche minuto dopo, hanno riferito ai propri familiari l’accaduto. Da quel momento questi avrebbero pianificato una ritorsione, agganciando chi aveva colpito i ragazzini.
Lo hanno preso e, a quanto pare, colpito ripetutamente dopo averlo raggiunto presso l’ingresso della sua abitazione.
Da qui in poi è successo di tutto. I parenti dell’aggredito sono scesi a loro volta, la lite è diventata rissa e uno zio del ragazzo avrebbe colpito gli aggressori, spedendone uno alla clinica Pinetagrande di Castelvolturno in coma e ferendo superficialmente gli altri due, anche loro refertati nella stessa clinica. Questo zio, che avrebbe impugnato una mazza di ferro per difendere suo nipote, non è stato mai indagato al contrario di altre 6 persone, finite sotto processo per tentato omicidio con richieste pesantissime di condanna da parte del Pubblico Ministero, da 13 a 16 anni di reclusione.

Ieri il processo, celebrato davanti a un collegio del Tribunale di Aversa-Napoli Nord si è concluso con l’assoluzione dei 5 imputati per non aver commesso il fatto.
Fermo

restando che lo zio, il quale ha ammesso durante il processo di aver colpito gli aggressori del nipote, ma solo per difenderlo dalle botte selvagge, non è stato rinviato a giudizio, gli assolti sono stati: Pietro Licari, 25enne; un secondo Pietro Licari, 77enne; Baldassare Licari, 52 anni; Angelo Licari, 21 anni, tutti difesi dall’avvocato Franco Liguori; infine Matteo D’Angiolella, 39 anni, difeso dall’avvocato De Marco.