CAPODRISE ALLE ELEZIONI. La Conad non volendo, diventa agenzia del voto di scambio. Una valutazione sulla gestione della capuana Loredana Barbaro e di suo figlio che spiega perché questo non è un titolo sensazionalistico e neppure esagerato

4 Giugno 2024 - 19:01

Due contratti a 30 giorni sono stati sicuramente firmati. Sarebbe bastato farli fra 5 o 6 mesi o comunque lontano dalla campagna elettorale. Colloqui in una vera e propria fabbrica delle illusioni che denota ancora una volta l’estrema arretratezza della nostra politica che consegna la provincia di Caserta ad un destino di assoluta infelicità senza alcuna possibilità di un vero sviluppo

CAPODRISE (g.g.) Vogliamo affrontare questo discorso con tranquilla serietà. D’altronde,  tutto ciò, che, a nostro avviso, non ha funzionato ed è risultato sospetto nei nuovi insediamenti commerciali dell’area di Capodrise che per anni ha ospitato il centro commerciale “I Giardini del Sole” , abbiamo scritto in due lunghe puntate di un Focus (CLIKKA QUI PER LEGGERE LA PRIMA PUNTATA) ; (CLIKKA QUI PER LEGGERE LA SECONDA PUNTATA) che ne avrebbe meritate sicuramente tre, per tutti gli impegni, già traditi sul fronte degli standard ossia di quelle azioni che le società  divenute proprietarie della suddetta area non hanno realizzato privandola ancora di infrastrutture fondamentali per lo sviluppo delle nuove  attività interne, ma anche degli interessi collettivi dei cittadini di Capodrise.

Oggi, invece, vogliamo soffermarci su un aspetto specifico e circoscritto della vicenda, che tutto sommato, possiamo affrontare in rapidità. Il centro commerciale più significativo già aperto in questa zona dopo le operazioni, anch’esse molto discutibili, operate dall’imprenditore locale Paolo

Negri, (CLIKKA E LEGGI LA LETTERA DA LUI INVIATACI E LA NOSTRA RISPOSTA) è costituito senza ombra di dubbio dal Conad.

Marchio prestigioso. Una cifra di qualità e di storia commerciale di cui bisogna tener conto quando lo si va a gestire.

Ci rivolgiamo, dunque, con tranquillità a chi, di questo marchio storico della distribuzione alimentare italiana e delle migliori esperienze cooperative, ha assunto il controllo in quel di Capodrise: Loredana Barbaro e suo figlio Davide Lo Savio. Non sono nomi sconosciuti nel settore della grande distribuzione alimentare. E’ gente di esperienza appartenente ad una famiglia che si è fatta strada e onore. Capuana, Loredana Barbaro ha anche diversificato, come conviene fare a chi applica il manuale del buon imprenditore, i suoi investimenti. Con i fratelli gestisce il Conad di Capua, ma lei da sola, ha per l’appunto, ha acquistato la proprietà della Tenuta Caiatina, moderna struttura per eventi. Uno dei fratelli è commercialista, l’altro è anche un ottimo parrucchiere.

Allora, persone esperte e avvedute non dovrebbero esporre il marchio Conad a certe cose che stanno succedendo in questi giorni a Capodrise. Si sa, al riguardo, che la politica italiana e meridionale in particolare ha sempre messo becco nelle assunzioni, o almeno in una parte di esse, dei supermercati o dei centri commerciali che insistono in un dato territorio la cui tranquilla navigazione dipende, molto spesso, dalle potestà amministrative dei comuni

Neppure noi siamo nati ieri e dunque non ci scandalizziamo, non lanciamo anatemi. Questa cosa non è giusta, non è seria ma purtroppo funziona in questo modo e mai come nel caso di specie, la citazione della celeberrima opera lirica di Mozart, di cui quel birbantone di Tinto Brass approfittò nominalisticamente in un film notissimo, protagonista l’allora molto poco pia Claudia Koll: “Così fan tutte” e nel nostro caso potremmo trasformare, parificando il genere, in “Così fan tutti”

Okay, le assunzioni al Conad di Capodrise, di quelli raccomandati dalla politica fossero avvenute due anni fa o avvenissero tra un anno, ma figuriamoci se ci fossimo messi a piantare un casino per questo o se ci preparassimo a piantarlo per il futuro. Roba di ordinario clientelismo

Ma se le assunzioni avvengono, così come stanno avvenendo, in queste settimane di una campagna elettorale, proiettata verso le elezioni comunali di sabato e domenica prossime, allora la situazione cambia.

E cambia ancora di più visto che, e di questo ne abbiamo le prove, le due assunzioni al Conad di Capodrise – due le abbiamo trovate e sacramentate ma non è detto che ce ne siano state altre – diventano una forma, neanche poi tanto surrettizia, di voto di scambio visto che di queste due assunzioni parla tutta Capodrise, come promosse da chi, insieme al citato imprenditore Paolo Negri, ha fatto si che l’operazione I Giardini del Sole si realizzasse, ossia l’area politica che fa riferimento all’ultimo sindaco in carica Vincenzo Negro e soprattutto alla vice sindaca, per molti la vera sindaca dell’ultima consiliatura e la vera candidata a sindaca in questa campagna elettorale, Luisa D’Angelo, persona tra le più vicine della politica casertana al consigliere regionale Giovanni Zannini. Negro e la D’Angelo con la sovraintendenza del “solito” ingegnere Ernesto Palermiti.

 Tra le altre cose questi due contratti sono solamente di 30 giorni, dunque a tempo determinatissimo. Manco a dirlo, una campagna elettorale dura proprio 30 giorni ed è questo un altro motivo che rende l’idea dell’esistenza di una connessione logica tra la causa e l’effetto che ci porta a dire, sapendo bene quale responsabilità noi assumiamo nell’affermarlo, che il glorioso marchio Conad diventa uno strumento di voto di scambio.

Della serie: lavori 30 giorni e poi vai a casa, chi si è visto si è visto. Tanto hai votato e questo interessava a chi ti ha raccomandato. Questo è, c’’è poco da fare. Auspichiamo che la signora Barbaro e suo figlio vogliano aprire un confronto con la tesi esposta da CasertaCe. Poi, per carità abbiamo spalle larghe. Ogni giorno, da anni, subiamo accuse di tutti i tipi. Chi dice che siamo dei diffamatori, chi dei calunniatori, chi sostiene che ci hanno dato i soldi a titolo di estorsione in modo da garantirsi un trattamento bonario.

Ci sta tutto questo nel combinato tra il tipo di giornalismo che facciamo da anni e anni e il merdaio territoriale, precipitato in uno stato di arretratezza culturale spaventosa, rispetto al quale esercitiamo questa nostra attività

Per cui se la signora Barbato e suo figlio decidessero che questo confronto debba avvenire in un contesto giudiziario, ne saremmo dispiaciuti, ma non certo spaventati

Siamo abituati alle querele intimidatorie. E preventive, finalizzate, inutilmente, a zittirci. Per cui, una sopra, una sotto non fa molta differenza