IL VIDEO. 14 ARRESTI, TUTTI I NOMI. Estorsioni, armi e ricettazione. DOVE e COME agivano i “nuovi casalesi” guidati da Antonio Mezzero finito in manette questa mattina
14 Ottobre 2024 - 09:21
Mezzero, appartenente al gruppo Schiavone, libero dal settembre del 2022 dopo 24 anni di detenzione si è da subito, avvalendosi di persone di fiducia tra le quali anche suoi parenti, adoperato per riorganizzare il gruppo criminale e affermare il proprio controllo del territorio
Nel corso della mattinata odierna, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 14 persone (9 in carcere e 5 agli arresti domiciliari), ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, incendio, detenzione di armi e ricettazione.
La complessa attività investigativa, avviata nel settembre del 2022 e conclusa alla fine del mese di giugno 2023 ha permesso, attraverso attività d’intercettazione telefonica e ambientale, supportata da servizi di osservazione e pedinamento, di documentare dinamiche e definire condotte che hanno riguardato vicende relativamente recenti, che hanno coinvolto affiliati al Clan dei Casalesi, di diverso spessore, attualmente attivi nei territori di Grazzanise, Santa Maria La Fossa, Vitulazio, Capua, San Tammaro, Santa Maria Capua Vetere, Casal di Principe e comuni limitrofi.
Tra gli odierni destinatari del provvedimento spicca di rilievo la figura di uno storico appartenente al gruppo Schiavone, Antonio
Avvalendosi di persone di fiducia, tra cui anche dei parenti, ha posto in essere estorsioni in danno di imprenditori, una tentata estorsione in danno di una giovane coppia per risolvere una controversia abitativa connessa con la resistenza opposta dai due nel liberare l’appartamento in cui erano in affitto, realizzata mediante minaccia e violenza ed in particolare culminata nell’incendio dell’autovettura di proprietà dei predetti .
Le investigazioni hanno poi consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati in ordine al tentativo di accaparrarsi la gestione di attività commerciali attraverso le quali reimpiegare proventi illeciti, ovvero nell’ottenere una tangente sulla compravendita di un capannone commerciale, del valore di oltre 1 milione di euro.
Non di minor rilievo, per l’impatto di allarme sociale che desta, la dinamica criminale accertata della ricettazione di mezzi d’opera e materiali da cantiere, che rientrava nelle attività del sodalizio. Infatti, nel corso dell’attività sono stati restituiti ai legittimi proprietari diversi autocarri e mezzi agricoli rinvenuti dai militari subito dopo i furti (valore stimato complessivamente in circa 40 mila euro).
Le indagini hanno altresì consentito di acclarare la disponibilità di armi da parte del sodalizio criminale.
I provvedimenti eseguiti sono misure disposte in sede di indagini preliminari, avverso le quali sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari delle stesse sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunti innocenti fino a sentenza definitiva.
Finiscono in carcere: Antonio Mezzero, 62 anni di Grazzanise; Carlo Bianco, 40 anni di Villaricca; Davide Grasso, 52 anni di Santa Maria Capua Vetere; Pietro Ligato, 51 anni di Pignataro Maggiore; Alessandro Mezzero, 36 anni di San Marco Evangelista; Michele Mezzero, 42 anni di Capua; Pasquale Natale, 64 anni di Santa Maria la Fossa; Giovanni Diana, 63 anni di Casal di Principe; Giuseppe Mezzero, 56 anni di Grazzanise.
Arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico per Pietro Di Marta, 61enne di Grazzanise; Andri Spahiu, albanese di 25 anni; Pietro Zippo, 63 anni; Vincenzo Addario, 58 anni di Santa Maria Capua Vetere; Giuseppe Diana, 78 anni di San Cipriano.