Trova milioni di lire in un baule custodito nella casa degli zii defunti

12 Febbraio 2025 - 10:38

Tutto nasce dal presunto ritrovamento di una grande somma in lire e la successiva richiesta di conversione in euro, nonostante la normativa vigente lo escluda

CASERTA – :Nell’ultimo anno la cronaca si è affollata di notizie su presunti e reali ritrovamenti di vecchie somme di denaro, di buoni ordinari del tesoro, di buoni postali mai riscossi e risalenti ai tempi della lira. Bisogna stare attenti perché se alcune di queste notizie hanno un fondamento altre sono del tutto infondate. L’ultima della serie, una vera e propria fake news sui milioni di lire nella cassapanca e l’avvocato fantasma arriva anche nel casertano. Tutto nasce dal presunto ritrovamento di una grande somma in lire e la successiva richiesta di conversione in euro, nonostante

la normativa vigente lo escluda.

La storia

La fake news si basa sulla storia di un fantomatico signor Claudio che avrebbe rinvenuto in un baule custodito nella casa degli zii defunti, una somma pari a 91.882.000 lire.

A seguito di questo ritrovamento l’uomo avrebbe contattato la Banca d’Italia per richiedere informazioni sulla possibilità di convertire la somma in euro, ricevendo una risposta negativa. Infatti, la legge stabilisce che il termine ultimo per il cambio delle lire in euro fosse il 28 febbraio 2012

Successivamente lo stesso si è rivolto a uno studio legale che sostiene di occuparsi della conversione di valuta non più in corso legale presentando un ricorso presso il Tribunale Ordinario di Roma, sostenendo che il termine decennale di prescrizione dovrebbe decorrere dal momento della scoperta del denaro e non dalla data fissata per legge. Questa interpretazione, tuttavia, si scontra con la normativa vigente e appare priva di fondamento giuridico. La Corte Costituzionale, la sentenza n. 216/2015, ha annullato l’anticipazione della prescrizione delle lire al dicembre 2011, ripristinando il termine originario del febbraio 2012, ma non ha mai riaperto i termini per nuove richieste di conversione. Inoltre, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha specificato che le richieste di cambio dovevano essere dimostrate come presentate tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, così come chiarito più volte anche dalla Banca D’Italia. È quindi evidente che qualsiasi tentativo di conversione al di fuori di questi limiti temporali è giuridicamente infondato.