AVERSA. Uccide il rivale in amore con 19 coltellate, condannato ex militare
13 Giugno 2025 - 09:31

Responsabile del delitto di Paolo Menditto, 56 anni, assassinato nel suo appartamento al primo piano di una delle palazzine popolari del rione “Unrra Casas” di via Filippo Saporito
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AVERSA – Ventitre anni di reclusione. E’ questa la condanna inflitta a Paolo Scarano, ex militare 36enne di Casal di Principe, responsabile del delitto di Paolo Menditto, 56 anni, assassinato nel suo appartamento al primo piano di una delle palazzine popolari del rione “Unrra Casas” di via Filippo Saporito ad Aversa.
La seconda sezione della Corte d’Assise del tribunale di Napoli presieduta da Concetta Cristiano, a latere Valeria Scandone, ha escluso il vizio parziale di mente al momento del compimento del gesto delittuoso così come evidenziato dallo psichiatra della difesa dell’ex militare. Riconosciute le attenuanti generiche invocate dai difensori dell’imputato equivalenti alle contestate aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Respinta la richiesta della parte civile di una provvisionale immediatamente esecutiva. Il sostituto procuratore Marco Lojodice nella sua requisitoria ha invocato l’ergastolo.
carano, reo confesso, ha ammesso di aver agito spinto da motivi passionali, in un contesto di forte gelosia. Secondo la ricostruzione della Procura, l’uomo si sarebbe recato dalla vittima, rivale in amore, con l’intenzione di allontanarlo dalla sua compagna, pur essendo consapevole di un tradimento da parte della donna avvenuto poco prima.
Una volta entrato nell’appartamento, sarebbe scoppiato un violento litigio tra i due uomini. Scarano, armato di coltello, avrebbe colpito più volte la vittima, causandone la morte, per poi darsi alla fuga. È stato arrestato poco dopo nei pressi della stazione ferroviaria di Aversa grazie all’intervento degli agenti del commissariato locale e della squadra mobile di Caserta. Durante l’interrogatorio ha ammesso le proprie responsabilità, fornendo anche il movente.
Nonostante una perizia psichiatrica abbia riconosciuto una parziale diminuzione della capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dei fatti, l’accusa ha ritenuto sussistenti gli estremi per contestare l’omicidio aggravato da premeditazione e crudeltà.