L’IMPRESSIONANTE VIDEO. Colline di rifiuti fumanti dopo l’incendio dello Stir. Il duro documento dei vigili del fuoco e un nostro pensiero sulla sicurezza a loro negata

2 Novembre 2018 - 19:40

CASERTA(g.g.) Il video che pubblichiamo qui sopra è la testimonianza più evidente, palmare, oggettiva per quanto oggettiva sia la cifra di un video rispetto al racconto scritto, di quanto è stata difficile, dura e pericolosa l’opera dei vigili del fuoco di Caserta che per tantissime ore sono stati impegnati a domare un incendio di rifiuti e, badate bene, in teoria dovrebbero essere secchi in quanto nello Stir è destinata la parte indifferenziata proveniente dai vari comuni ma che in realtà contiene, come abbiamo scritto in più di un’occasione noi di CasertaCe, almeno un 30% di sopravvivenza umide legate soprattutto alla cattiva qualità della raccolta differenziata.

Insomma, quei fumi respirati stanotte dagli eroici vigili del fuoco non erano decifrabili al punto da poter escludere l’esistenza di sostanze che si creano come conseguenza della combustione di frazioni organiche.

Insomma, una lotteria.

Questa dovrebbe essere l’Italia, un paese sviluppato dell’occidente, dunque ben diverso dall’Unione Sovietica degli ultimi anni 80, quando nel pieno di quella crisi economica che determinò la fine e il fallimento storico della ricetta comunista, come strumento di governo delle nazioni, assistette inerme al disastro di Chernobyl, località dell’Ucraina dove, centinaia di vigili del fuoco dell’Unione Sovietica hanno pagato, negli anni successivi con la morte, l’esposizione alle scorie nucleari sparse in ogni dove dall’esplosione del nocciolo di quella vetusta centrale atomica.

Eppure, in un paese occidentale, in cui le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e più in generale nei contesti di lavoro, dovrebbe rappresentare una garanzia a monte di ogni attività, capita che i vigili del fuoco, nel caso in questione, quelli di Caserta, siano costretti a scrivere a tutte le istituzioni che esprimono una potestà in grado di influire sul loro lavoro, una lettera, a firma di tutte le sigle sindacali, Conapo, Cgil, Uil, Fns Cisl e Confsal in cui esprimono tutto il loro allarme, per le condizioni in cui sono costretti a lavorare.

Un dato, quello delle carenze strutturali, di quelle relative all’organico, che emerge dalle proteste da tempo inscenate a livello nazionale da questo corpo assolutamente benemerito dello stato.

E nel momento in cui esprimono le loro rivendicazioni, i vigili accompagnano le medesime con una declinazione del rischio a dir poco inquietante.

Siccome si tratta di gente seria, molto seria, competente, molto competente c’è da allarmarsi per davvero, perchè nel momento in cui vengono chiesti, nel citato documento, il cui testo integrale pubblichiamo qui in calce, “indagini ambientali finalizzate alla valutazione dell’esposizione per via inalatoria o per contatto” e “il monitoraggio della eventuale contaminazione dispersa e/o depositata sulle superfici e sui DPI“, vuol dire che si tratta di pericoli avvertiti da chi possiede solida cognizione di causa e conoscenza tecnica dei fenomeni di inquinamento derivati dalla combustione di materie solide.

I vigili del fuoco vogliono continuare a svolgere la loro opera fondamentale. Ma chiedono, giustamente, che lo stato li mette in condizione di poter lavorare bene, in sicurezza e soprattutto con organici che non espongano poi le comunità al pericolo di rimanere scoperte in termini di protezione civile.

E questo è un altro tema posto nel documento dei vigili del fuoco, i quali dicono in sostanza: se ieri sera allo Stir di Santa Maria, se in occasione dell’incendio di Ilside a Bellona o di quello della piattaforma a Pastorano oppure ancora di quello della Lea di Marcianise, eravamo tutti nello stesso luogo perchè la serietà e la pericolosità dell’evento assorbiva tutto il personale a disposizione, va da se che per qualsiasi altro intervento, contemporaneamente chiesto nel perimetro della provincia, i vigili non hanno potuto garantire l’intervento, se è vero com’è vero che il loro numero non è bastato, ieri sera, a fronteggiare il rogo dello Stir, per il quale sono stati necessari anche dei rinforzi, provenienti da Napoli e dalla provincia di Frosinone.

 

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO