CONCERTO DI CAPODANNO ALLA REGGIA. Zero istituzioni e tanti ingressi (gratuiti) dei soliti noti
9 Gennaio 2019 - 17:00
CASERTA (pasman) – Finite le feste natalizie, ritorniamo sulla questione, lasciata in sospeso, del concerto di capodanno alla Reggia.
Il 30 dicembre, ricorderanno i lettori, nel pubblicare la notizia che la manifestazione musicale, sebbene in forse fino all’ultimo momento, si sarebbe senz’altro tenuta anche quest’anno, notavamo come i 200 posti della Cappella Palatina in cui tradizionalmente essa si svolge, i soli e pochi disponibili per assistervi e da prenotare telefonicamente, si fossero esauriti in brevissimo tempo.
Parlavamo in proposito di accaparramento della platea, avvenuto, dubitavamo, a discapito del normale pubblico, per il prevalere di inviti di cortesia, istituzionali o di favore.
E ci congedavamo ripromettendoci di verificare questo nostro dubbio – più che legittimo e ragionevole per quelle relazioni anche clientelari che non sono proprio estranee ai nostri costumi locali – attraverso il controllo niente affatto animoso o prevenuto delle presenze degli spettatori.
E si è dato il caso che, tale è stata la dovizia di video e foto dell’avvenimento postati nel web – ormai regno dell’esibizionismo più totale – a cui si sono aggiunti quelli inviatici dai tanti che ci seguono, ci siamo persino potuti liberare dall’impegno di arrivare sul posto.
Anche alcune cronache giornalistiche del matinée musicale, più vietamente mondane che resocontistiche, ci hanno permesso di sapere chi ci fosse.
Un primo dato emerso, è quello che nessuna presenza istituzionale è stata notata, a cui sarebbe esclusivamente spettato un posto di riguardo, dovuto non certo alla persona ma alla carica pubblica rivestita. Di contro, nelle prime file sedevano, evidentemente fortunatissimi all’atto della propria prenotazione telefonica a riservarsi i posti eminenti ed a sedere tutti assieme, una serie di signore e signori riconducibili alla Reggia per presunti, variati ed autoreferenziali meriti verso di essa, che nella nostra ottica, invece, assumono il carattere di veri e propri demeriti, avendo tenuto bordone al calamitoso ex direttore Mauro Felicori. Quello che, prossimo alla pensione, ricordiamolo e per fare uno solo dei tanti esempi possibili, stava per attribuire ad un privato, in concessione appena ventennale, la Peschiera Grande, suscitando la reazione inconsuetamente unanime del consiglio comunale e delle forze politiche maggiori della città. E quello che ora la Regione Campania, bontà sua, vorrebbe designare per commissariare la Fondazione Ravello.
Alla luce di ciò, chiediamo al direttore ad interim, Antonio Lampis, di sapere, come già avevamo fatto e come ora facciamo a maggior ragione con più forza, con quali criteri oggettivi e con quali modalità sono state gestite le prenotazioni telefoniche al concerto.
Con l’intelligenza che gli viene riconosciuta, capirà che non è una questione secondaria, attenendo ad un metodo nel governo del museo, che, non solo noi, pretendiamo che sia adamantino.
Un’ultima notazione ci sia consentita sulla prova musicale. Essa è stata certamente all’altezza dell’orchestra e dei cantanti. Ma non si continui a nascondere, per inconsapevolezza o per sterile campanilismo, il fatto che l’acustica della Cappella Palatina, per questo tipo di esibizioni, è insoddisfacente in modo grave, al punto da doversene ripensare l’utilizzo.
In questo senso, il confronto che è stato azzardatamente proposto, del concerto di capodanno casertano con quelli di Venezia e di Vienna, ci sembra più che provincialmente velleitario, ridicolo.