CASERTANA. Vallo a capire ‘sto D’Agostino. Prima chiede un incontro al sindaco, poi lo snobba, mandandogli l’amministratrice e una commercialista. TEMPI SEMPRE PIU’ CUPI
21 Marzo 2019 - 18:35
CASERTA – (g.g.) Questo D’Agostino se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Se uno non se la prende molto a male per le sorti della squadra del cuore, della Casertana, che meriterebbe di essere gestita in maniera ben diversa, in modo da rispettare il suo blasone e la sua storia, riesce anche a divertirsi nell’osservare le mosse dell’estroso commerciante di mozzarelle di Grazzanise, che ha trapiantato la sua attività imprenditoriale in quel di Caianello.
Confessiamo la nostra inadeguatezza. Avendo deciso di scrivere lo stretto necessario sulla Casertana, soffermandoci solo sugli aspetti politico-sportivo, sulle relazioni tra la dirigenza e le istituzioni pubbliche a partire dall’amministrazione comunale, possedevamo scarsi elementi di valutazione sul presidente della società dei falchetti, Giuseppe D’Agostino.
Conoscevamo qualche vicissitudine della sua vita. Ma tutto sommato erano e sono cose che possono capitare a tutti e che non consentono certo di qualificare il carattere o lo status di una persona e di un dirigente sportivo.
Mentre è possibile qualificarlo nel momento in cui il D’Agostino, prima chiede ed ottiene rapidamente, senza alcun indugio, un colloquio con il sindaco Carlo Marino e poi non si presenta, ma spedisce in comune l’amministratrice della società e, a quanto pare, una commercialista.
Ora, non pretendiamo certo che dalla cagliata alla filatura, uno possa arrivare fino alla conoscenza delle procedure della diplomazia istituzionale a quelle di un cerimoniale che esiste, non per compiacere il potente, ma per rappresentare il rispetto dei galantuomini nei confronti delle istituzioni, che sono l’impianto della democrazia e della rappresentanza del popolo dei cittadini. Ma onestamente, pur non essendo chi scrive un estimatore del sindaco Carlo Marino, tutt’altro, non si può non sottolineare che quello di stamattina è stato un atto di villania, di scostumatezza perchè se uno ha difficoltà a rispettare un appuntamento, ne rende edotto il sindaco già di prima mattina.
A quel punto, se il comune e la Casertana decidono di non voler perdere tempo e di dare un senso a quella giornata, utilizzano delle delegazioni di livello diverso e inferiore per procedere con il confronto. Per cui, l’autorevole amministratrice o l’autorevole commerciante avrebbero potuto trovar riscontro in una riunione con un dirigente e con un alto funzionario del comune.
Va bè, perdiamo tempo. Il calcio è una cosa ruspante e andiamo avanti così. Ovviamente, stamattina non si è cavato un ragno dal buco. Il sindaco Marino, pur ricevendo con cortesia la dirigente della Casertana, ha bisogno di confrontarsi con il presidente, anche per capire seriamente quali siano i problemi di convivenza, dato che questo non si è capito.
Carlo Marino, incrociando già il nostro ghigno critico, ha addirittura ipotizzato ciò che nessuno dei suoi predecessori ha osato neppure pensare: l’affidamento in gestione dello Stadio Pinto alla Casertana, attraverso una procedura che sarebbe difficile, complessa e piena di rischi, dato che il Pinto è un erogatore di servizi a domanda individuale per i quali l’organo competente è solo e solamente il consiglio comunale.
Tra le altre cose, sono pochissimi i casi in cui un comune dà la gestione di un proprio impianto a una società sportiva. Di solito, i rapporti e l’utilizzo sono regolati da più o meno articolate convenzioni dentro alle quali ci sono i diritti e i doveri in carico, da un lato, al proprietario e possessore formale che resta il Comune, dall’altro, alla società sportiva che quell’impianto utilizza per un tempo più o meno cospicuo in cambio di un corrispettivo economico, visto e considerato che la Corte dei conti stangherebbe di brutto sindaco, assessore e consiglieri comunali, nel caso in cui concedessero gratuitamente, l’uso anche parziale di un impianto, i cui proprietari non sono solo i nobili tifosi della Casertana, ma tutti i cittadini del capoluogo, anche quelli che non “si mangiano il fegato” per i colori rossoblu.
A quanto pare, il sindaco si è reso anche disponibile a concedere l’uso quasi esclusivo alla Casertana del nuovo impianto sportivo in erba sintetica che dovrebbe nascere nel cuore del popolarissimo rione Vanvitelli, con l’idea di farlo diventare una sorta di cantera dei ragazzi della città, i quali troverebbero in quell’impianto, gli stimoli per togliersi dalla strada.
A quanto ci risulta, il comune, al di la dell’episodio della partita contro la Juvestabia, provvede a rendere agibile il Pinto, in linea con le prescrizioni della commissione di controllo sui pubblici spettacoli. Infine, ci sarebbe anche un progetto, al di la dei miglioramenti legati ai fondi per le Universiadi, per dare al restyling del vecchio stadio della città, un’identità ancor più visibile e convincente.
Fino ad oggi abbiamo letto solamente proclami rivendicativi, ma mai l’elenco di richieste specifiche che diano sostanza ad una piattaforma su cui si possa discutere seriamente.
Fino a quando D’Agostino non lo farà, è chiaro che ci sarà qualcuno che penserà che lui non abbia più i soldi necessari per portare avanti un campionato di serie C e che dunque cerchi pretesti per scaricare su altri, in questo caso sull’amministrazione comunale una propria difficoltà che ormai è visibile negli allenamenti fatti a Caiazzo, solo perchè lì il campo sportivo è gratis, nel sedicenne che fa da portiere di riserva e nel mancato ingaggio di un allenatore consistente che, dopo l’esonero di Fontana, potesse tutelare il capitale di una squadra, costruita in estate anche con abilità, più che con soldi, in considerazione della grande disponibilità ad una certa flessibilità da parte dei vari Castaldo, Floro Flores e D’Angelo e in considerazione dei prestiti gratuiti con stipendio a carico delle squadre di provenienza di altri giocatori, a partire dal centrocampista Vacca.