CORONAVIRUS, PRIME SPERANZE. Buoni risultati in Cina grazie ad un farmaco contro l’artrite reumatoide. A Napoli esiti incoraggianti su due pazienti
9 Marzo 2020 - 12:51
NAPOLI – Sono tanti i tentativi ed è enorme lo sforzo da parte dei ricercatori per trovare al più presto una soluzione che possa fornire una risposta netta e determinante al problema della diffusione del covid-19, virus che porta ad un’influenza molto insidiosa, per molti versi pericolosa e che può avere anche esito mortale in pazienti che soffrono di problematiche legate soprattutto all’apparato cardiorespiratorio circolatorio.
Ne abbiamo lette di molte in questi giorni. L’ultima gira nel web in maniera ossessiva, in piena linea con l’allarme non certo composto che nel popolo italico ha determinato la diffusione del coronavirus. L’azienda ospedaliera dei colli dentro alla quale opera anche l’ospedale Cotugno e l’istituto nazionale Tumori Irccs Fondazione Pascale, hanno messo a punto un trattamento che ha dato qualche segnale incoraggiante.
Vanno evitati i trionfalismi, così come andrebbero evitati gli allarmismi. Al momento, questo trattamento è stato infatti utilizzato, in Italia, per un numero di pazienti troppo basso per poter costituire una prova concreta che questo funzioni e porti le persone affette da coronavirus ad una guarigione senza ulteriori complicazioni. In verità, siccome la sperimentazione del citato trattamento è stata mutuata dai medici cinesi, va detto che in quel paese, cioè dove è esploso il problema del coronavirus, è stato trattato un numero più alto di pazienti, precisamente 21, che hanno mostrato un miglioramento importante.
A Napoli, invece, i pazienti sono due. Entrambi afflitte da polmonite severa, frutto della tipica complicazione da coronavirus. Entrambi sono ricoverati al Cotugno e sabato, cioè l’altro ieri, gli è stato somministrato il tocilizumab, una farmaco anti interluchina 6, off-label, definizione scientifica che porta al suo utilizzo usuale per curare ‘artrite reumatoide, che com’è noto, è una malattia piuttosto grave, di cui è morta per esempio la notissima attrice comica italiana anna Marchesini.
Continuiamo con la definizione scientifica anche se ci rendiamo conto che questa è comprensibile solamente a chi è della materia, cioè ai medici, ai farmacisti, ai biologi eccetera. Ma in questo momento, tutte le informazioni di carattere scientifico, soprattutto quelle, vanno comunicate anche a compensazione delle tante stupidaggini che si leggono nel villaggio demenziale, più che globale, del web.
Il tocilizumab è un farmaco di elezione nel trattamento della sindrome da rilascio citochimica dopo trattamento con le cellule CAR-T.
“Nell’esperienza cinese i 21 pazienti trattati hanno mostrato – spiegano Vincenzo Montesarchio e Paolo Ascierto, rispetticamente direttore della Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’azienda ospedaliera dei colli e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’istituto Pascale – un miglioramento importante già nelle prime 24-48 ore dal trattamento, che si effettua con un’unica somministrazione e che agisce senza interferire con il protocollo terapeutico a base di farmaci antivirali utilizzati”.