Una ripassatina sull’impero economico di Michele Zagaria: tutti i quattrini che Ciccio ‘e Brezza portava a CASAPESENNA per le villette Nato di Lago Patria, per i lavori del comune di S.PRISCO e per il movimento terra

17 Aprile 2020 - 16:31

CAPUA – Chi non ha molto tempo da perdere per studiare ordinanze e documenti giudiziari vari, può leggersi questo breve stralcio dell’interrogatorio fiume, a cui, un pò di tempo fa, si è sottoposto Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, imputato, davanti ai giudici della corte di assise pressso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, per il reato di concorso nell’omicidio di Sebastiano Caterino detto l’evraiuolo.

Francesco Zagaria, imprenditore edile, parla di tre affari: della costruzione da parte dell’impresa collegata a Salvatore Nobis, di una serie di villette a schiera in zona Lago Patria, destinate ai militari americani della Nato, di alcune opere di urbanizzazione in quel di San Prisco e delle relazioni con i fornitori di lavori consistenti nel movimento terra, preliminari all’inizio delle opere di edificazione.

Francesco Zagaria racconta di essere recato dal boss Michele Zagaria per i 170 mila euro di forniture, fatte per i cantieri di Lago Patria. In quel caso, però, il boss lo esonera dal pagamento di una ulteriore quota al clan e che quei lavori essendo di Nobis, erano già del clan insieme a tutti gli utili che ne sarebbero discesi.

Di solito, pur avendo conquistato, all’indomani della sua partecipazione all’omicidio di Caterino, una certa autonomia, Francesco Zagaria riconosceva una quota alle casse del clan e poi provvedeva lui direttamente a quelli che definisce alcuni amici carcerati.

Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione del comune di San Prisco, in questo caso, Ciccio ‘e Brezza versa una cifra tra i 250 e i 300 mila euro, soldi per lavori pubblici, a Pasquale Zagaria, dunque, al fratello di Michele Zagaria.

Tutti i lavoratori di movimento terra non li effettuava Francesco Zagaria ma chiedeva ogni volta a Casapesenna chi chiamare. E quando non lo chiedeva, sapendo bene chi fossero gli imprenditori referenti di Michele Zagaria, lo faceva automaticamente.

Questo per dire quale movimento enorme di quattrini si registrava per lavori che avevano comunque un connotato pubblico come quelli commissionati dalla Nato o come quelli frutto di una gara d’appalto, riteniamo vinta, al comune di San Prisco.

Quello di Zagaria è stato un impero economico. I soldi sono stati trovati tutti? Secondo noi è impossibile che siamo stati trovati tutti e sicuramente molti hanno preso il volo verso i paradisi fiscali.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ESAME DI FRANCESCO ZAGARIA