AVERSA ALLE ELEZIONI. E ci mancava solo Paolo Romano: insieme a Grimaldi & Co vuol silurare Pagano e Giuliano. L’impresentabile Nicola Cantone

13 Aprile 2019 - 18:47

AVERSA(g.g.) Ieri sera, il mio amico Salvatore Mastroianni mi ha cercato e poi trovato, per dirmi che Enzo Pagano, candidato sindaco, per il quale la Lega, 48 ore prima, aveva firmato un solenne documento di appoggio, non era più buono per correre alle elezioni.

Siccome il sottoscritto aveva già dato, anche troppo, ieri pomeriggio, alla causa del racconto delle stucchevoli vicende di questa fase di definizione delle candidature, si è infilato a letto ed ha affidato se stesso alle braccia di Morfeo.

Stamattina, però, ho pensato a quella telefonata: se un partito che 48 ore prima ha firmato un documento di appoggio ad un candidato sindaco e, dopo due giorni, quella firma la ritira, vuol dire che c’è qualcosa di strano sotto.

Arriviamo a Caserta e dando un’occhiata ai giornali, leggiamo un articolo pubblicato sul Corriere, nel quale vengono fatti i nomi di Isidoro Orabona e Nicola Cantone, come possibili alternative a Pagano.

A quel punto, mi si accendono non una, ma 5 lampadine e ritorno poco dolcemente indietro nel tempo, a quelle lunghe, estenuanti riunioni che, da direttore del Corriere di Caserta, ero, fondamentalmente, costretto a fare nella stanza dell’editore e alle quali, molto spesso, era presente l’allora consigliere regionale Paolo Romano

che dell’editore, proprietario e dominus del Corriere, Maurizio Clemente, era ed è amico strettissimo.

Ecco qua, gli strateghi di nuovo all’opera per trovare un’idea geniale per emarginare dalle scelte della Lega, Pasquale Giuliano, ex senatore di Forza Italia e in ottimi rapporti con la sottosegretaria Pina Castiello.

L’occasione è stata fornita dalla difficoltà in cui versa Enzo Nespoli, storico riferimento politico e umano della Castiello, e persona grazie alla quale Salvatore Mastroianni, che di Nespoli è stato sempre allievo di corrente in Alleanza Nazionale, è diventato coordinatore provinciale della Lega.

Nespoli ha perso un pò la testa e ritiene che il nipote debba essere candidato alle elezioni europee. Ma la Lega, in attesa della sentenza di Cassazione del processo per bancarotta fraudolenta che lo riguarda, vuol essere prudente e probabilmente non accontenterà il politico afragolese.

Siccome i riferimenti di Giuliano sono quelli, perchè la Castiello conduce direttamente a Nespoli, la posizione dell’ex senatore di Forza Italia si è indebolita da quando Nespoli si è sentito messo un pò da parte.

E allora, ecco la “geniale” strategia: Massimo Grimaldi che bombarda, sin dalla mattina di ieri, i giornali ponendo la questione della pretesa di Fratelli d’Italia di conservare anche la candidatura a sindaco di Castel Volturno, con la collaborazione, tutt’altro che casuale e assolutamente maliziosa, di Gimmi Cangiano, il quale, lo abbiamo scritto la settimana scorsa, persegue un solo obiettivo: fare in modo che Enzo Pagano non diventi sindaco di Aversa.

Ricapitoliamo: Paolo Romano, insieme all’altro stratega Maurizio Clemente, elabora percorsi politici alternativi, Gianpaolo Dello Vicario, il quale, furbamente, suggerisce i nomi di Isidoro Orabona, uomo vicinissimo da sempre a Pasquale Giuliano, e di Nicola Cantone.

Orabona capita l’antifona e già stamattina, bolla come fake news, la notizia di una sua possibile candidatura a sindaco, ribadendo il pieno appoggio ad Enzo Pagano: Nicola Cantone resta in campo con tutto il suo carico di problemi, anche giudiziari, perchè il 50enne avvocato di Aversa non è uno uscito fuori dall’uovo di Pasqua. Da anni e anni, briga per ottenere grandi incarichi nella sanità campana.

Ce lo presentò una sera, nell’anno 2012, Peppino Sagliocco, nella cui dimora di via Fermi, Cantone si era recato. Non ne ricavammo una grande impressione. Non ci sembrò una persona di significativa cifra culturale.

Una caratteristica inversamente proporzionale alla sua capacità di infilarsi nei giochi di potere della sanità campana. Dopo essere stato direttore amministrativo dell’asl Napoli2, sede centrale di Pozzuoli, avrebbe dovuto spiccare il volo per la direzione generale. Senonché, Stefano Caldoro, a cui magari Massimo Grimaldi potrebbe chiedere lumi, non lo nominò proprio perchè giravano le prime voci su una presunta operazione di false certificazioni, finalizzate ad ottenere i requisiti per far parte dell’albo degli abilitati al ruolo di direttore generale.

Cantone cambiò cavallo. Andò da Enzo D’Anna e alle Regionali del 2015 appoggiò la lista di Campania in Rete, promossa da quest’ultimo in appoggio a De Luca.

Con il governatore si capì al volo. La mancata nomina da parte di Caldoro, al vertice dell’Asl Napoli2 aveva fatto sì che della presunta irregolarità della certificazione presentata, non si parlasse più. Per cui, De Luca lo nominò, avendolo valutato come altamente affidabile, per rappresentarlo alla direzione generale della struttura universitaria salernitana “Rungi d’Aragona”.

Ovviamente questo fece riesplodere il problema della falsa certificazione per il quale, Nicola Cantone è stato rinviato a giudizio nel febbraio 2017, con diverse accuse, tra le quali, quella di falso materiale in concorso. Un certificato della clinica aversana Villa Fiorita, attestante che Nicola Cantone avrebbe svolto la funzione di direttore dal primo gennaio 2003 al 31 dicembre 2008, cioè esattamente per i 5 anni, rappresentativi del requisito fondamentale per accedere all’albo dei direttori generali.

Falsa questa certificazione, contenente anche una benemerenza per un aumento di capitale sociale del 2007, che in realtà era un obiettivo che Villa Fiorita aveva raggiunto solo nell’anno 2011, l’hanno considerata sia i pubblici ministeri che il giudice che lo ha rinviato a giudizio, in un processo, iniziato a novembre 2017 e ancora in corso.

Un dibattimento che Nicola Cantone non sta affrontando da direttore generale del Rungi d’Aragona, dal quale è stato rimosso per motivi che lui ha voluto che apparissero collegati alla mancata assunzione definitiva da primario della cardiochirurgia di un protetto di De Luca. Un professionista, a sua volta indgato per tentata concussione, che però, se Cantone, già da imputato, non aveva fatto diventare primario a tempo indeterminato, aveva assunto a tempo determinato, un anno prima.

Una ricostruzione, quella fatta uscire fuori da Nicola Cantone, utile a far passare, in secondo piano, i problemi seri del rinvio a giudizio e del processo, collegati ad un presunto falso, compiuto proprio per conquistare quella direzione generale.

Da allora, Nicola Cantone è riparato alla corte di Aldo Patriciello. L’imprenditore casertano trapiantato in Molise, candidato ancora una volta alle europee, ha rilevato, infatti, la quota di controllo della Clinica Mediterranea di Napoli, convenzionata con la Regione Campania. Al vertice, alla direzione della “Mediterranea”, c’è andato proprio Nicola Cantone.

Ora, se è vero che questo avvocato è stato anche difensore civico comunale ad Aversa, ai tempi delle amministrazioni di Domenico Ciaramella, sarebbe a dir poco imbarazzante la sua candidatura a sindaco con un processo aperto e con un’accusa grave, che gli viene formultata da una procura, il quale lo ritiene, sostanzialmente, un truffatore.

Insomma, le ultime ore segnalano un certo indebolimento della posizione di Pasquale Giuliano.

Già, Pasquale Giuliano. Un amico del sottoscritto e di CasertaCe? Beh, affermare questo, significa ammettere di non aver letto mai una sillaba degli articoli di questo giornale. Pasquale Giuliano è stato bastonato, solennemente e pesantemente. Per cui, riteniamo di essere al di sopra di ogni sospetto, quando diciamo che la sua ambizione, legata ad una vena egocentrica, di indicare lui il candidato sindaco, individuato in Enzo Pagano, rappresenta comunque un’operazione spesa verso l’obiettivo di una vittoria del centrodestra alle prossime elezioni.

Diverso il discorso per i vari Grimaldi, Magliocca, Gimmi Cangiano, Paolo Romano, cioè per quelli che non vogliono Pagano. Si tratta di persone il cui primo obiettivo consiste nella necessità di raccattare più voti possibili per le elezioni europee, per ciò che riguarda Giorgio Magliocca, e per le elezioni regionali, per quel che riguarda Massimo Grimaldi, Paolo Romano e lo stesso Giorgo Magliocca e, con buona pace dei primi due, tornerà sicuramente alla carica l’anno prossimo, perchè pensare a una sua elezione al parlamento europeo sembra a dir poco fantascientifico.

Questi qua si sono riuniti e pare che lo stiano facendo anche a Caserta in questi minuti, per cercare di fottere Pasquale Giuliano ed Enzo Pagano, visto che l’anno prossimo alle Regionali, Pagano non è, da dirigente di Fratelli d’Italia, un gregario utile per la conquista del consenso. Molto meglio uno Stabile, molto meglio un Cantone.

Una strategia resa possibile grazie a Gimmi Cangiano, il quale, approfittando della personalità troppo arrendevole di Enzo Pagano, ha costruito artificiosamente la storia dell’irrinunciabilità della candidatura di questo tal Petrella di Castel Volturno, in quota Fratelli d’Italia.

E’ chiaro che a Gimmi Cangiano, di Petrella, non gli frega un tubo. Ma oggi gli è strumentalmente utile per fornire agli abili Grimaldi, Dello Vicario, Paolo Romano e compagnia cantata, ma anche ai vari Massimo Pizzi, Della Valle, cioè a quella corrente che punta a ricostruire rapporti economici e professionali con il comune di Aversa, come succedeva ai tempi di Ciaramella, un argomento per silurare l’ipotesi perorata da Pasquale Giuliano. La nuova posizione della Lega, non più tanto nespoliana, nonostante che Salvatore Mastroianni sia atato nominato, ripetiamo, coordinatore provinciale grazie all’imprimatur dell’ex parlamentare di Afragola, può mettere in difficoltà l’ex sottosegretario alla Giustizia Giuliano, creando una condizione di impraticabilità della opzione-Pagano.

Quest’ultimo, oggi, doveva stare a Torino, a un passo dalla Meloni, dove invece sta Gimmi Cangiano, a raccontar versioni che danno alla leader nazionale un’idea diversa di quello che sta succedendo realmente ad Aversa ed in provincia di Caserta. Cangiano racconterà altre storie, non la verità. Non racconterà che è lui il primo avversario della candidatura di Enzo Pagano, il primo che si è mosso per sabotarla, il puntello fondamentale, con la storia “dell’irrinunciabile Petrella di Castel Volturno”, della strategia di logoramento che da ieri sera è diventata serrata e concordata, come la telefonata dell’amico Mastroianni, di cui abbiamo scritto all’inizio di questo articolo e con cui chiudiamo il medesimo, è la prova tangibile.