Acque agitate nei 5 Stelle a MADDALONI. Il consigliere Ferraro sbatte la porta e se ne va: dirigenti incapaci, il movimento più a sinistra del Pd

2 Maggio 2024 - 14:08

La nota dell’avvocato penalista indotto ad una “scelta drammatica”.

MADDALONI. Qualche settimana fa erano stati gli attivisti del Movimento 5 Stelle a chiedere di appianare la “crisi” tra il consigliere pentastellato di Maddaloni Michele Ferraro e i coordinatori provinciali e regionali della Campania del M5S.  Oggi è proprio l’avvocato penalista ad intervenire sulla questione: “Ho aspettato – dice – insieme agli attivisti del M5S di Maddaloni (ad esclusione di un paio), invano un incontro chiarificatore, con il responsabile provinciale e regionale, sulla questione (creata) di Maddaloni, in seguito alle elezioni provinciali. Mi è stato addebitato, come alla collega consigliera comunale di Marcianise, Rosalba Cibelli, di non aver osservato la linea politica dettata dal movimento (attraverso una votazione segreta, il cui risultato era noto solo al coordinatore provinciale) e cioè di convogliare i voti dei consiglieri comunali del movimento su uno solo dei tre candidati nella lista PD-M5S”.
“Rosalba Cibelli – continua Ferraro – candidata, aveva più volte chiesto, al coordinatore provinciale, di rivedere la decisione (sostenuta dal sottoscritto) in considerazione del fatto che lei aveva la concreta possibilità di essere eletta, portando in consiglio provinciale un esponente del M5S ( cosa che, invece, non rientrava tra gli obiettivi del movimento, come asserito, nel gruppo del coordinamento, dal coordinatore provinciale). Cosa assurda verrebbe da dire. Se, però, si pensa che l’elezione di un consigliere eletto del M5S (a discapito dell’ultimo degli eletti, sempre del PD) avrebbe danneggiato gravemente la posizione, già debole, di un noto esponente del PD, tanto assurda non è.
Infatti,

non mi spiego – continua il penalista – e nessuno ha provato a farlo: perché, se l’elezione di un consigliere provinciale non rientrava tra obiettivi del movimento, era necessario convergere i voti solo sul candidato scelto, tra l’altro debole, e non spalmarli su tutti e tre? dimostrando comunque compattezza, se questo era l’intento. Per aver votato la candidata Cibelli (M5S) mi hanno fatto salire sul banco degli imputati senza una formale accusa, ma soprattutto senza contraddittorio. Avendo a cuore le sorti del M5S di Maddaloni, è stato chiesto più volte un incontro con i vertici (coordinatore provinciale e regionale). Ma nessuna risposta, il silenzio più assoluto, da parte di tutti, anche degli eletti in Campania, a conoscenza della vicenda.
Il silenzio sull’accaduto mi ha confermato un timore che nutro da tempo sul Movimento 5 stelle, in particolare a Caserta e provincia: c’è qualcosa a metà tra il disinteresse e l’incapacità politica dei dirigenti (nominati e non eletti) per nulla radicati sul territorio e incapaci di attirare energie e idee nuove. Ciò lo dimostra la totale inattività politica sul territorio provinciale. I malumori della base sono fortissimi e complessi. E chi li nega mente sapendo di farlo”. Tutto questo cova nel silenzio. Sì, perché nessuno sogna di esporsi, di contraddire chi comanda.
C’è la convinzione che tutto venga deciso dall’alto, a vari livelli. In particolare su Caserta e provincia c’è chi, dato da tutti come “grande” regista, è intento a costruire il suo personale futuro politico, a discapito del movimento (dimostrato dai risultati di tutte le elezioni amministrative). Ciò che è accaduto è grave e insieme ad altre ragioni mi hanno indotto ad una “scelta drammatica”, presa “con grande amarezza”. Ho militato nel Movimento 5 Stelle quando era una cosa diversa, quando professava “né di destra né di sinistra”. Il M5S ha tradito tutti quelli che ci hanno creduto posizionandosi più a sinistra del Partito Democratico e io non mi faccio dettare la linea politica da nessuno.