APPALTI TRUCCATI MADE IN CASAL DI PRINCIPE E S.CIPRIANO. Antonio Iovine: “L’ingegnere Sandro Diana ci consegnò le chiavi del suo ufficio alla Provincia per consentirci di truccare le buste delle offerte”

30 Giugno 2020 - 11:17

MAXI RIBASSO E COL GIOCHINO DELLA VARIANTE IN CORSO D’OPERA…Dichiarazioni veramente clamorose che però, va detto, non sono state sufficienti, affinchè il gip del tribunale di Napoli firmasse una richiesta di arresto ai domiciliari per l’ex comandante in capo di tutti i lavori pubblici e non solo della Provincia

 

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Secondo il collaboratore di giustizia Antonio Iovine quella che veniva realizzata nell’ufficio tecnico dell’amministrazione provinciale era una scientifica lottizzazione, una divisione dei lavori a dir poco simmetrica: uno agli Schiavone, rappresentati da Raffaele Pezzella e Tullio Iorio, uno a Iovine, rappresentato da Pasquale Gianluca Pagano e anche da Andrea Garofalo, e poi c’erano i soliti nomi targati Michele Zagaria. Il racconto che Antonio Iovine fa sull’operato di Alessandro Diana, il dirigente dell’utc della Provincia è molto grave. Naturalmente si tratta di affermazioni che non hanno convinto pienamente il gip il quale non ha accolto la richiesta della dda che voleva spedire ai domiciliari l’ingegnere di Casal di Principe.

Però, questo capitolo della dichiarazione resa da Antonio Iovine è diventato parte integrante e importante dell’ordinanza eseguita sabato mattina dai Ros dei carabinieri con l’arresto dei già citato Raffaele Pezzella e Tullio Iorio.

Il testo integrale lo leggete in calce. In sintesi, Iovine racconta addirittura che Alessandro Diana avrebbe dato le chiavi del suo ufficio all’interno dell’amministrazione provinciale, sita, aggiungiamo noi, a quei tempi, nel centralissimo Corso Trieste, a Pasquale Gianluca Pagano detto Bambinone e ad Andrea Garofalo.

Beh, forse non arriviamo al livello della famosa gara per lo svincolo Jambo sulla superstrada che conduce ad Aversa e poi verso il litorale, allorquando le buste furono prelevate dal comune e portate a casa di uno dei Licenza alla presenza di tutti gli uomini di Zagaria e anche di qualche funzionario in una surreale celebrazione di una gara d’appalto domestica, ma neppure qui si scherza, visto e considerato che la camorra, se le dichiarazioni di Antonio Iovine rispondessero al vero, ha le chiavi di uno dei palazzi istituzionali più importanti. Entra nell’ufficio di piano e prepara evidentemente le buste in maniera tale che quell’appalto fosse vinto da un’impresa predeterminata.

Iovine colloca questa vicenda a cavallo dell’anno 99 e dell’anno 2000. I Pagano non avevano neppure i requisiti e utilizzarono, come prestanome, l’impresa Busiello della provincia di Napoli che effettivamente poi sarebbe risultata aggiudicataria dell’appalto di una scuola di Aversa. Iovine non specifica di qualche scuola si tratti. Dovrebbe essere un istituto diverso dall’Alessandro Volta, visto che in questo caso la partita se la sarebbero aggiudicati la coppia Pezzella-Iorio, stando almeno a ciò che si deduce dal capo di imputazione provvisorio, con la riserva che leggendo bene il resto dell’ordinanza potremo eventualmente dare conferma di questa specifica circostanza.

L’uomo che avrebbe fatto da tramite in questa circostanza tra il clan dei casalesi, fazione Antonio Iovine e Alessandro Diana sarebbe stato Nicola Fontana, cognato del citato Iovine. Infine, il pentito dice una cosa importante  che certifica ulteriormente un metodo ampiamente utilizzato: l’impresa che si aggiudicò in nome e per conto dei fratelli Pagano e dunque in nome e per conto di Antonio Iovine l’appalto, presentò un ribasso molto cospicuo, che oggi probabilmente non verrebbe ammesso. E qui Iovine spiega: “Non c’era problema. Quando i lavori erano iniziati, l’impresa chiese e naturalmente ottenne grazie ad un sopralluogo di un tecnico della Provincia spedito lì, evidentemente dall’ingegnere Sandro Diana, una variante in corso d’opera, cioè il riconoscimento di un fatto straordinario e non prevedibile che aveva fatto lievitare i costi.

Manco a dirlo, l’importo della variante era, in linea di massima pari al ribasso. E così, questa operazione, al pari di tantissime altre, e non solo marchiate camorra e clan dei casalesi, veniva infiocchettata.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA CON LE DICHIARAZIONI DI ANTONIO IOVINE