ASI NO LIMITS. Altri 36 mila euro in incarichi diretti ad un avvocato e ad un tecnico. Vi racconto la mia mattinata insieme alla presidente Pignetti e al suo legale

26 Febbraio 2021 - 17:42

La motivazione: l’ufficio legale è in “sovraccarico”, mentre quello tecnico ha carenza. Ugualmente, tutta la documentazione che questi professionisti dovrebbero presentare è “in acquisizione” e magari quando sarà acquisita, queste determine, di cui sono noti gli estremi e niente più, saranno già scomparsi dall’albo pretorio

CASERTA (g.g.) – Ad averci colpito è stata la motivazione: “Sovraccarico lavoro ufficio legale“, utilizzata nella determina dirigenziale, di cui ovviamente non viene pubblicato il corpo, bensì solamente gli estremi, con buona pace della trasparenza amministrativa, per effetto della quale l’Asi Caserta attribuisce un incarico da ben 18 mila euro all’avvocato Ilenia D’Amico. Cifra ribadita in un altro incarico stavolta attribuito a Stefano Sambiante perché l’ufficio Tecnico sarebbe “sottorganico“, nel contesto della situazione di carenza di personale, con il quale si potrebbe spiegare il motivo della trasformazione di tre co.co.pro. a tempo determinato, tra cui la figlia del componente del consiglio generale di Santa Maria a Vico, Antonio Iaia.

Dicevamo, “Sovraccarico lavoro ufficio legale“. E qui ci verrebbe da pronunciare una battuta, ma siccome la presidente dell’Asi, dottoressa Raffaela Pignetti, tra le tante indubbie qualità che possiede, non ha il sense of humour, la capacità di ridere e sdrammatizzare anche dentro a fasi dialettiche, o meglio, che noi vorremmo fossero dialettiche (ma non ci riusciremo mai) tra

un giornale e un ente pubblico che amministra e gestisce beni appartenenti allo Stato, quattrini sborsati dai cittadini-contribuenti. No, la dottoressa Pignetti non ha il dono dell’autoironia o il senso dell’umorismo.

Per cui, la battuta su questo macigno rappresentato dal super lavoro a cui sarebbe sottoposto un ufficio legale di cui fanno parte, se non andiamo errati, due avvocati, ce la teniamo nella nostra gaia borsa delle attrazioni goliardiche, che per essere apprezzate vanno prima di tutto capite.

Detto questo, però, non si può non sottolineare che gli avvocati esterni, ricettori di incarichi professionali, sono un autentico plotone. E solo per le azioni giudiziarie mosse nei miei confronti e nei confronti di questo giornale, il cittadino contribuente (senza essere interpellato) ha già sborsato più di 60 mila euro. L’ultimo incarico lo abbiamo incrociato proprio oggi, l’ennesimo, attribuito all’avvocato romano Giuseppe Rossodivita, su cui abbiamo espresso il nostro punto di vista (io stampa, lui regime, aah se la buon’anima di Pannella e di Bordin avessero conosciuto nei dettagli questa vicenda!) di ordine generale nel collegamento tra le sue scelte professionali e il suo essere tesserato tra i Radicali di Pannella, esattamente come lo sono io (PUOI LEGGERNE CLICCANDO QUI)

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Duemilacinquecento euro intascati dall’avvocato – clicca qui per leggere l’oggetto della determina dal sito Asi – che stamattina, stavolta anche in mia presenza, perché una cosa è certa, non mancherò mai più ad udienze relative all’Asi, ha partecipato alla camera di consiglio tenuta al cospetto del giudice Orazio Rossi per effetto dell’opposizione che la presidente Pignetti ha presentato sulla richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero su una querela a mio carico.

Per quanto riguarda il discorso degli incarichi esterni, sarebbe interessante operare un calcolo di quanto siano costati al cittadino contribuente, delle cui finanze la presidente Raffaela Pignetti – non la persona Raffaela, di cui non ce ne frega un fico secco – dovrebbe essere protettrice e garante pro tempore, nel periodo del suo interregno già significativamente datato.

Sarebbe interessante per esprimere un punto di vista, che non è solo un diritto, ma anche un dovere di democrazia. Avete mai letto su questo giornale qualcosa che ha a che fare con il privato, con la famiglia, con gli affetti della presidente Pignetti? Mai. Abbiamo scritto, sbagliando, perché, ripetiamo, il senso dell’umorismo e la comprensione della goliardia rappresentano un esercizio di cognizione complesso e dal forte connotato culturale, qualche battuta mai decontestualizzata dal merito delle nostre denunce, che la Pignetti e il suo avvocato si guardano bene dal menzionare, limitandosi ad un’esibizione meramente assertiva quanto sterile di osservazioni apodittiche evidentemente meta-giuridiche, individuando fantomatiche azioni di stalking in un’attività professionale che abbiamo portato avanti con la stessa frequenza e con lo stesso piglio dialettico anche e forse ancor di più al tempo in cui l’Asi era guidato da Piero Cappello.

Ha rappresentato un errore da parte nostra aver scritto barbie, aver citato spassosamente una canzone – che dice esattamente il contrario di ciò che sostiene la dottoressa Pignetti – di Fred Buscaglione, un monumento della cultura musicale italiana, un antesignano del nostro ben fornito filone dello swing. E abbiamo sbagliato pure a pubblicare una fotografia che la stessa dottoressa Pignetti aveva postato su Facebook, un primo piano delle sue vacanze in Spagna. Ho sbagliato e abbiamo sbagliato per un solo motivo: approfittando della mia distrazione, dei miei problemi di salute legati ad occhi stanchi e malati, la presidente ha potuto impostare una narrazione divenuta questa sì un attacco alla libertà di stampa, un tentativo di imbavagliamento, fuorviante, mistificatoria e pesantemente incompleta.

L’estrapolazione da un mio articolo di una battuta, di un elemento finalizzato ad alleggerire il clima che si respira nel momento in cui uno racconta fatti delicati è divenuto l’elemento cruciale, anzi, l’unico elemento per imbastire querele, per riempire d’oro avvocati “esterni”. La mia assenza dalle aule giudiziarie, dovuta agli appena citati motivi di salute, ha fatto sì che questo monologo fosse assorbito come unica voce all’interno di una procedura giudiziaria che si andava a consumare senza alcun contraddittorio. Questo non accadrà più.

Al riguardo, stamattina, sono stato addirittura presente in una camera di consiglio, cosa che mai ho fatto perché in quel contesto discutono gli avvocati e non intervengono gli imputati e le parti offese. Però sono andato per dire che da questo momento in poi la presidente Pignetti potrà anche continuare a presentar querele nei miei confronti, ma queste verranno affrontate, discusse attraverso un contraddittorio che si baserà su un fatto del tutto nuovo: la lettura, l’analisi testuale di ogni mio articolo, dalla prima all’ultima sillaba. E questo basterà a chiudere una partita che, affacciandosi un attimo dentro all’albo pretorio dell’Asi, in modo da comprendere come sia gestita la trasmissione al cittadino degli atti amministrativi, si capisce immediatamente in che modo sia stata disputata dai giocatori in campo.