ASI. La Pignetti si allunga la vita con un assemblea “macchietta”: due componenti non revocati dai commissari prefettizi, uno dipendente dell’imprenditore Pozzi e tre del comitato direttivo che votano per se stessi

9 Novembre 2023 - 13:19

La presidente (in quanto tale, se si trattasse semplicemente della persona non la fileremmo neanche di striscio) sputa giudizi e calunnie – clicca qui per leggere la nostra risposta – contro questo giornale e chi lo dirige. Dunque, nonostante avessimo deciso di non occuparci nel dettaglio di quella che avevamo ritenuto una specie di manifestazione circense, decidendo di attaccare i vertici istituzionali, per noi molto più colpevoli della signora Pignetti, siamo costretti a perdere altro tempo nella narrazione di una vicenda che, come tante altre, è ampiamente scrivibile al novero di fatti tanto surreali da rendere difficile, ardua l’assimilazione degli stessi, visto che non si riesce facilmente ad uscire facilmente dalla frase: “ma dai, non è possibile che sia successo un fatto del genere”

CASERTA (g.g.) – Avevamo deciso di non occuparci più di tanto di quella che all’ASI Caserta hanno definito assemblea, pardon, Consiglio Generale, al quale avevamo dedicato un solo articolo.

Avevamo deciso di scrivere un solo articolo, dicevamo, orientando la critica verso il governatore Vincenzo De Luca, il suo fido Masturzi, autentici protagonisti, molto di più della presidente Pignetti e di tutto il baraccone che questa negli anni ha costruito, di ciò che è accaduto, sostenuto da un risibile parere di un avvocato, l’ennesimo, riteniamo, significativamente remunerato, il quale, peraltro, riempie i suoi fogli di un cospicuo numero di modi condizionale rispetto alla potestà dell’Assemblea o del Consiglio Generale che dir si voglia che oggi, siccome noi siamo gente seria e democratica, vi proponiamo in calce all’articolo in versione integrale.

Ma siccome la signora Pignetti si è messa ancora una volta sul proverbiale cerasiello, sputando sentenze sul sottoscritto e su questo giornale, non possiamo ulteriormente esimerci e non possiamo, conseguentemente, non focalizzare meglio la vicenda, costituita su fatti e atti indifendibili.

E non è la prima volta.

Perché è stato indifendibile il modo con cui, nel 2019, lei, signora Pignetti, con un gioco di prestigio operato su un ordine del giorno, scritto in un modo e poi sviluppatosi in un altro modo, si garantì altri anni sulla poltrona di presidenza ASI.

E ancor più indifendibile, come detto, è il modo con cui l’altro giorno, con un’assemblea barzelletta che la regione Campania avrebbe l’obbligo di impugnare, si è garantita altri due anni, manco se l’Asi fosse un suo feudo, il salotto di casa sua.

Un’assemblea in cui hanno votato Francesco Gatto, dipendente e connesso alla famiglia Pozzi, la quale ha interessi consolidati nell’ASI e, per di più, rappresenta un comune commissariato, quello di Aversa, nel quale il commissario prefettizio ha dimenticato di fare – chissà perché – quello che tutti i commissari prefettizi fanno, ovvero annullare le rappresentanze, in modo che un potere neutro come il suo non metta mai il naso in questioni politiche, relative ai rapporti di forza all’interno di enti strumentali di derivazione comunale come è l’Asi.

Lei, signora Pignetti, si è allungata la vita con il voto del rappresentante del comune di Teverola, anche questo commissariato e in cui proprio il commissario ha dimenticato, come ha fatto quello di Aversa, di revocare il rappresentante del comune, espresso da un’amministrazione comunale e da una maggioranza decaduti a conclusione di una procedura democratica, stabilita e prevista dalla legge.

E ancora, con il voto del comune di Carinaro, espresso dal consigliere comunale Mario Moretti, per anni dipendenti della famiglia Canciello, letteralmente in molte aree ASI, quella di Aversa Nord in particoalre.

Moretti si è formalmente distaccato dai titolari di Marican, Vega e chi più ne ha, più ne metta, solo dopo il nostro 50esimo articoli in cui denunciavamo il clamoroso conflitto di interessi tra chi, nel consiglio comunale o nella giunta di Carinaro, era chiamato a votare delibere relative, per l’appunto, alle necessità imprenditoriali dei Canciello e lo status di loro dipendente.

E, infine, Nicola D’Andrea, in rappresentanza del comune di San Nicola la Strada, guidato dal sindaco Vito Marotta, un vero e proprio globetrotter che ha già cambiato 3/4 posizioni, passando dall’area zanniniana, all’area post zanniniana di Paolo Marzo, per poi tornare verso chi lo guida da sempre, Lucia Esposito, riaccucciatasi alla corte di Stefano Graziano.

Solamente 4 comuni presenti, dunque, su 13 comuni o ambiti comunali aventi diritto.

Quattro comuni di cui due di questi rappresentati da persone che avrebbero dovuto essere revocate già da tempo dai commissari prefettizi, nel rispetto di una prassi consolidata, e con uno di loro, per di più, dipendente e connesso professionalmente a un imprenditore (Pozzi) che ha cospicui interessi economici nelle aree governate dall’ASI.

Quattro voti, più altri tre. E qui arriviamo proprio al massimo del ridicolo perché si tratta di un’espressione di volontà riguardante interessi diretti di chi la esprime.

In assemblea, infatti, si sono espressi a favore la stessa Pignetti, Gianni Comunale che, diciamocela tutta, con questo posto nel Comitato Direttivo risolve da anni molti problemi esistenziali, e l’inquisito, non certo per diffamazione a mezzo stampa, Nicola Tamburrino, ex sindaco di Villa Literno e fedelissimo di Stefano Graziano.

Cioè, i tre hanno in pratica votato per se stessi.

Per questo l’altro giorno abbiamo scritto che l’Asi è un fenomeno da baraccone e che il problema non è certo la Pignetti o chi la circonda, ma è costituito da chi le consente tutto ciò, dalle istituzioni che non hanno gli anticorpi, cioè l’autorevolezza, per evitare quella che è una vera e propria discesa negli inferi della funzione pubblica casertana.

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