AVERSA ALLE ELEZIONI. Oliva se ne frega del coordinamento provinciale e si accoda a Matacena, De Luca, Zannini. Ora Cangiano restituisca dignità alla Meloni e a FdI

14 Aprile 2024 - 12:10

Le foto scattate ieri pomeriggio sono determinanti. Ieri mattina il coordinamento aveva delegato il presidente a discutere a Roma della questione Aversa, ma Oliva è troppo simile a Zannini per poter rispettare la disciplina di un qualsiasi partito. Cangiano sbaglia a temere per la composizione della lista perché con Oliva fuori saranno in tanti a rimboccarsi realmente le maniche per lui

AVERSA (g. g.) – Si fa fatica, molta fatica a scrivere, ultimamente, articoli intorno al partito di Fratelli d’Italia. Occorrerebbe operare un salto temporale all’ indietro, planando in un tempo in cui l’attuale presidente provinciale Gimmi Cangiano gestiva quel tre o quattro per cento di consensi pressoché da solo e non era scontento di farlo senza ausili e senza scocciatori intorno.

Certo, ciò non gli consentiva di sedere nei banchi di Montecitorio, non gli permetteva di fare la bella vita a Roma una milf dietro l’altra. Ma qui da noi, nel suo piccolo, gestendo a suo piacimento quel partito e il suo piccolo pacchetto di voti, si prendeva le sue piccole soddisfazioni. Il simbolo non appariva mai neanche per sbaglio a una elezione locale, ma lui dava a capire ai competitor per la carica di sindaco e a quelli che correvano per la carica di consigliere comunale, di avere dei voti da mettere, eventualmente di chi, con lui, stabiliva delle relazioni il più delle volte non politiche, il più delle volte attinenti agli interessi sviluppatesi in altri settori e in mondi differenti da quelli della politica propriamente detta. È su quel registro valutativo, è in quel contesto storico, che bisogna ritornare per tentare di realizzare una valutazione su quello che sta succedendo ultimamente e soprattutto su quello che è successo nelle ultime 24 ore, in cui ci si è resi conto realmente di quanto valgano gli organismi interni del partito, di quanto conti il coordinamento provinciale, uscito dal congresso di novembre, nella definizione della linea politica tracciata dal presidente con gli occhi e il cervello del Cangiano del 2014.

A quanto ci risulta, infatti, ieri si è svolta una riunione di questo inutile coordinamento provinciale a Castel Volturno, ossia in uno dei luoghi interessati dalle prossime consultazioni elettorali del 8 e 9 giugno. In quella sede, Alfonso Oliva ha svolto il suo ragionamento, provando a spiegare i motivi per i quali, secondo lui, Fratelli d’Italia, partito guida della coalizione nazionale di centrodestra, dovrebbe allearsi ad Aversa con Francesco Matacena, candidato sindaco voluto da Giovanni Zannini che, senza e senza ma, da nove anni, è la persona più vicina al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.

Matacena sarà, dunque, il candidato per il quale Vincenzo De Luca farà tutto quello che potrà fare, per il quale spenderà tutti i contatti e tutti i rapporti che ha comunque ad Aversa affinché di Aversa diventi sindaco.

Matacena è un candidato di Zannini, nonostante il fatto che, ultimamente, Graziano, pur di anticipare Gennaro Oliviero che, probabilmente, con il benestare della commissaria provinciale Susanna Camusso, sta cercando di ridare identità al simbolo del PD, mettendo in campo un nome realmente espresso da questo partito e appoggiato magari anche da una lista civica, dice addirittura, con la sua proverbiale faccia di bronzo davanti a più testimoni, che Matacena, addirittura, sia un candidato del PD.

Oliva, ieri mattina, ha detto cose – come le vogliamo chiamare, mmm…discutibili. Addirittura, già vaticinando, anzi, in pratica, dandolo per certo, che, dopo le elezioni europee, Giovanni Zannini passerebbe con Forza Italia.

Ora, immaginate la scena: Zannini, dopo le europee lascia De Luca, si dimette dalla presidenza della Commissione Ambiente e Rifiuti, lascia la possibilità di interagire, di fare il bello e il cattivo tempo negli uffici delle burocrazie della Regione Campania come ha fatto fino ad ora, lascia la metà dei sindaci che ha messo a sua disposizione, crea praticamente un vulnus con De Luca, che col cavolo gli darebbe più quelli che ha avuto per il suo Consorzio Idrico dall Ente idrico campano, svuota di significato gli Ato Idrico e dei rifiuti presieduti dal suo socio politico Anacleto Colombiano, sindaco di San Marcellino e dall’altro suo fedelissimo Gino Pellegrino, sindaco di Parete, aderisce al gruppo consiliare di Forza Italia e si mette all’opposizione.

Ora, con tutto il rispetto della simpatia un po’ mattacchiona e bel po’ bipolare di Oliva, Star Trek, al confronto di queste cose, è un capolavoro del neorealismo. Ma tutto questo accade perché, a monte, c’è il problema che abbiamo già illustrato e denunciato qualche settimana fa. Il problema si chiama Gimmi Cangiano il quale è un deputato della Repubblica italiana e, pur avendo questa invidiabile posizione, che gli permetterebbe di essere il trait d’union, l’interlocutore principale tra Aversa e il governo della Repubblica, non ha costruito alcun rapporto, non ha messo in piedi una sola interlocuzione di tipo politico professionale e istituzionale che gli permettesse oggi di fare quello che qualsiasi politico nella sua stessa condizione sarebbe in grado agevolmente di fare, ossia costruire una lista competitiva, con il simbolo del partito più votato d’Italia.

Al contrario, Cangiano si trova, invece, nella ingloriosissima condizione di subordinazione nei confronti di Alfonso Oliva.

Ecco perché abbiamo citato il contesto storico ormai datato di un partito confinato al 4%. Cangiano, oggi, si muove, al di là di queste inutili convocazioni del Coordinamento Provinciale, allo stesso modo con cui si muoveva a quel tempo, quando aveva qualche amico di qua e di là, in questa o in quell’altra lista, a destra piuttosto che a sinistra, che si candidava e poteva rappresentarlo nella stanza dei bottoni magari strappando qualche favore in sua vece, più o meno personale.

Nulla sembra cambiato oggi e la gestione attuale somiglia esattamente a quella del 4%, e non certo a quella di un partito che esprime la maggioranza relativa in Italia e su cui gravano, dunque, responsabilità sia per se stesso, per la crescita del proprio consenso ma anche e soprattutto per la tenuta della coalizione di centrodestra che, comunque, gli permette di esprimere e di tenere al governo in maniera stabile e lineare la propria leader.

Quello che è successo nella giornata di ieri non lo dovremmo raccontare noi ma occorrerebbe riesumare i grandi Totò e Peppino. Il direttivo provinciale si è chiuso con un impegno a consultare gli organismi nazionali del partito e a denunciare Forza Italia che ha affittato i voti di De Luca alle Europee. Ciò, per capire quale possa essere la posizione migliore da assumere ad Aversa che mai è poi mai potrebbe essere quella di appoggiare il sindaco espresso da De Luca e Zannini.

Oliva, finanche Oliva, ha capito che a Roma, nel momento in cui qualcuno avesse segnalato che Zannini, al di là del voto appaltato a Forza Italia che non è stato mai accompagnato da una dichiarazione di appartenenza Forza Italia che lo porti poi oggi ad abbandonare la maggioranza di De Luca, dicevamo, nel momento in cui venissero a sapere che l’uomo che affiancava De Luca mentre questi chiamava “stronza” la Meloni è la stessa persona con cui Fratelli d’Italia vorrebbe allearsi ad Aversa questa cosa non sarebbe passata mai, si è fatto fotografare ieri pomeriggio finanche abbracciato con vari Matacena, Innocenti e compagnia. Immagini con cui ha ufficializzare il suo accordo con De Luca e Zannini.

Ma d’altronde, lo abbiamo scritto da tempo, la dimensione di Oliva, il suo tratto caratteriale si collega benissimo, armoniosamente a quello di Giovanni Zannini. Sono fatti l’uno per l’altro da sempre, per biologia. D’altronde i due prima del 2020 stavano insieme. Parlano lo stesso linguaggio, concepiscono la politica allo stesso modo. Su di essa hanno un’idea chiara quanto comune: serve per far quattrini, per conquistare poltrone.

Per questo non possono e non potranno mai essere ridotti ad un ragionamento di disciplina di partito. Per cui, oggi, Oliva non fa altro che tornare nella sua dimensione naturale.

Il problema non è, dunque, lui, ma è Cangiano il quale non può continuare a prestar bordone ad un personaggio che ha già deciso di andare in un’altra direzione. È del tutto evidente che ieri si sia raggiunto il massimo del massimo, è del tutto evidente che oggi Fratelli d’Italia si sta muovendo col supremo sprezzo del ridicolo mettendo in ridicolo il suo simbolo, le sue insegne, la propria dignità politica.

La speranza è che Gimmi Cangiano si renda conto di essere il presidente provinciale di un partito serio, del partito di maggioranza relativa. Chieda aiuto a tutte le altri componenti di Aversa di Fratelli d’Italia per mettere insieme una lista decente con cui partecipare con il centrodestra, con il vero centrodestra, con quello che non si allea con De Luca.

Si renderà conto di quanta gente nuova si avvicinerà e si renderà disponibile nel momento in cui Oliva non ci sarà più. Alle prossime elezioni comunali, poi, il vero centrodestra vincerà oppure perderà. Ma comunque non si assisterà alla scena di un partito, di un simbolo, ormai importantissimo anche nel contesto europeo, messo a disposizione delle esigenze personali, dei capricci e delle battaglie bipolari di una sola persona.