AVERSA Torna… Sorriento e per poco l’assessore Di Santo e il suo collega Giovanni Innocenti non si picchiano in giunta. Lo Sprar, don Carmine Schiavone sindaco-ombra e la P38 di Carmine Della Gatta

27 Giugno 2022 - 19:45

Se non ci fossero gli amici che vivono per scrivere i loro articoli nella dolce e amara necessità di doversi rapportare al simpatico e naif Innocenti, questa notizia noi non l’avremmo mai presa. Gli attacchi a Di Santo ci hanno fatto capire, infatti, che sicuramente questi “aveva fatto questioni” con lo zanniniano. Di qui una storia legata ad una scuola privata e l’altra, ancor più importante, che ripropone la figura del patron dell’associazione La Vela, stesso nome di quella in cui operava la persona che sparò ripetutamente ad un immigrato vicino alle case di accoglienza di Gricignano.

 

 

AVERSA (g.g.) Ci vuole veramente un fisico bestiale per avere come interlocutore uno come Giovanni Innocenti che, nel bene o nel male appartiene sicuramente al novero degli urti della vita di lucacarboniana memoria. Per carità, simpatica persona Innocenti, ma nelle occasioni in cui c’è stata data la possibilità di ascoltarlo in streaming o in qualche filmato, durante uno o più sedute del parlamentino della città di Aversa, al tempo in cui lui ricopriva la carica di consigliere comunale, più di un sorriso ci ha strappato. Il che va indubbiamente ascritto a suo merito, perché come capita per un bravo comico, per un ottimo barzellettiere, donare distensione e serenità al prossimo rappresenta una indubbia benemerenza. Per cui, non invidiamo certo questi amici, chiamiamoli così, che scrivono in alcuni giornali casertani e a cui è stata inflitta la punizione, o magari se la sono autoinflitta loro stessi, di doversi rapportare, più o meno quotidianamente, con l’Innocenti per interpretare le linee editoriali legittimamente espresse dalle testate in cui scrivono sulle cose della politica e dell’amministrazione della seconda città della provincia di Caserta.

Perché se con Innocenti immaginiamo sia piacevole conversare per farsi quattro grasse risate, diverso è il discoro nel momento i cui si vuole sviluppare un articolo, ancor di più un approfondimento che vada al di là del titolo ad personam, della narrazione di appoggio oppure in contrasto, in interdizione rispetto agli avversari di Innocenti e dell’amministrazione comunale di Aversa.

Si dirà: mica ce l’hanno solo loro la linea editoriale? anche Casertace ce l’ha. Eh certo che ce l’abbiamo: era favorevole ad Alfonso Golia quando lui sedeva nei banchi dell’opposizione, quando lui ha lanciato la sua candidatura a sindaco di Aversa, quando ha condotto la sua campagna elettorale promettendo svolte, cambiamenti e modernizzazioni e durante il primo anno della sua amministrazione della città, mentre oggi, soprattutto dopo il ribaltone che ha portato al governo chi, come Innocenti, si era candidato in una coalizione diversa, alla quale i cittadini di Aversa avevano attribuito la delega dell’opposizione, è diventata doverosamente contraria a questo sindaco, perché se così non fosse diventeremmo anche noi complici di una delle esperienze peggiori, mai verificatesi in questa provincia, di trasformismo deteriore, alimentato costantemente dalla mangiatoia lottizzatoria.

Noi abbiamo una linea editoriale, ma sfidiamo chiunque a dire che i nostri articoli non siano sempre fitti di argomentazioni, sicuramente opinabili, che siamo pronti a mettere in discussione, ma che nessuno, ad Aversa, ha mai potuto confutare. Per cui, c’è una differenza tra un titolo sparato ad personam e non sostenuto da un’articolazione concettuale solidamente esposta e un titolo che tale supporto, che questo puntello lo possiede. Noi guardiamo l’attività di questi amici per capire cosa bolle in pentola nelle stanze comunali e soprattutto in quella di Giovanni Innocenti, il cui collegamento a tali amici sopravvive addirittura al suo rapporto, ormai carnale, simbiotico, con il consigliere regionale Giovanni Zannini, che lo ha solamente consolidato e rafforzato. Ultimamente ci siamo accorti che l’assessore alle Politiche sociali Luigi Di Santo, per carità, non certo un cuor di leone, non certo uno che fa seguire i fatti alle parole e alle pesanti critiche che ha espresso nei confronti del sindaco e dei suoi colleghi assessori, ma comunque una persona quantomeno passabile, a patto però che non continui ad utilizzare la memoria di quel sant’uomo di Giorgio La Pira per distribuire riconoscimenti a persone che vivono ed operano in totale antitesi con il messaggio e con il lascito culturale, morale del celeberrimo sindaco democristiano di Firenze, originario della Sicilia. Questo Luigi Di Santo, preso “a sputazzate” con modi spicciativi dagli amici di cui sopra, ci ha indotti a domandare un po’ in giro: ma non è che Di Santo e Giovanni Innocenti hanno litigato e noi non lo sappiamo?

Ebbene, non si sbaglia mai utilizzando la cartina al tornasole dei racconti confezionati da amici che appartengono purtroppo anche alla storia di chi scrive e agli errori madornali che sempre ‘sto fesso qua che scrive, ha compiuto durante la sua vita professionale. E allora, diciamolo, visto che è proprio ufficiale: Di Santo e Innocenti hanno litigato e per poco “non si prendevano a mazzate” durante una seduta della giunta o a margine della stessa. Di Santo, ce lo conceda, è un po’ permaloso. Che avrà fatto mai Giovanni Innocenti? Ha messo in mezzo una scuola privata, forse di amici suoi, quelle cose che fa lui e che certamente non sorprendono nessuno, visto e considerato che non puoi attenderti dal simpaticissimo assessore nonché dipendente del Consorzio Idrico, per grazia ricevuta da Giovanni Zannini, un discorso sui massimi sistemi, l’illustrazione di una sua visione per un’Aversa proiettata nell’era del post digitale o la prefigurazione di un piano strategico che metta in comunicazione interattiva forze, energie tutte convogliate nella direzione dello sviluppo compatibile di una città verde, della cultura, del buon vivere, dei semafori rossi rispettati, ecc. ecc.

Questo è, prendere o lasciare e  nessuno può aspettarsi che orienti la sua attività verso obiettivi che non vadano ad incidere sulla vita, sugli interessi di mondi a lui connessi. Dopo quella scazzottata evitata in extremis, i cazzotti li ha cominciati a prendere Di Santo, il quale, tutto sommato, farebbe bene se continuasse ad assentarsi dai lavori (si fa per dire) della giunta, così come ha fatto per molti mesi, in modo da non incrociare modelli di governo, modelli amministrativi frutto di confronti intellettuali sviluppatisi nei peggiori bar di Caracas o, in questo caso, nei peggiori bar di via Seggio. Di Santo farebbe bene a non andare in giunta, soprattutto in questo momento, nel tempo in cui il signor Salvatore Sorriento, patron dell’associazione La Vela, per intenderci quella a cui il Comune ha affidato la gestione del Palazzetto dello sport (clikka e leggi) sembra molto impegnato a cercare dimore da utilizzare per i ricoveri Sprar, cioè ad uso di rifugiati veri o presunti operando in grande letizia con le Caritas e dunque, nel caso di Aversa, in grande letizia con don Carmine Schiavone da Casal di Principe, vicario del vescovo Angelo Spinillo e per molti sindaco-ombra della città normanna in considerazione del fatto che il sindaco figurativo Alfonso Golia pare penda dalle sue labbra, non al punto, comunque, da migliorare la sua scorza politica che rimane relegata allo stato brado, poco meno o poco più.

La Vela: mo’ che ci pensiamo, ma non chiamava così anche quella associazione che gestiva i ricoveri, le residenze degli immigrati in quel di Gricignano e che annoverava tra i suoi pazienti e clementi imprenditori-volontari il signor Carmine Della Gatta che così, per ingannare il tempo, per gioco, per esercitare la sua attitudine di buontempone, una bella sera tirò fuori, una P38 con cui per poco non spedì al creatore un immigrato che lottò tra la vita e la morte per diversi giorni. Magari si tratta di due “vele” diverse, ma questa indiscrezione sul progetto Sprar che il Comune di  Aversa potrebbe avviare insieme alla Caritas e, conseguentemente, insieme a don Carmine Schiavone, di qui a poco, ci intriga e anche di più.