Berline e auto di lusso, CLAN DEI CASALESI, camorra di Secondigliano e mafia albanese. Come si clonavano le carte di credito

14 Novembre 2019 - 15:44

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Pietro Carola articola un suo ragionamento per smontare la validità probatoria di alcune dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Salvatore Orabona. In pratica, il ragionamento ha una struttura principale e alcune complementari. Quella principale parte, a nostro avviso, da un pregiudizio e non da un giudizio e cioè che Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, in quanto capo e guida della famiglia fondatrice, offre con la sua collaborazione, di per sè, un contributo alle indagini nettamente superiore a quelle di un Salvatore Orabona, rispetto al quale il giudice riassume in sè la valutazione di inaffidabilità e di inefficienza che apparteneva al patrimonio delle convinzioni che lo stesso Nicola Schiavone, magari anche di Peppe Setola, e che avevano portato sia l’uno che l’altro ad ipotizzare e poi anche a decidere l’eliminazione di Orabona.

Le motivazioni complementari che comunque il giudice collega a quella principale per ridurre la cifra della credibilità di Orabona, riguardano una errata classificazione di Gerardo Antonelli, il quale viene rubricato da Orabona come esponente del clan di Nicola Schiavone, mentre, al contrario, Antonelli avrebbe fatto parte del gruppo Zagaria. E qui l’elemento dirimente, secondo il giudice, è rappresentato dalle dichiarazioni dell’altro collaboratore di giustizia Giuseppe Nazario Guerra,

rispetto alle quali però non riusciamo a comprendere l’elemento che le renderebbero veritiere rispetto a quelle errate, fallaci, rese da Salvatore Orabona.

Questo discorso lo approfondiremo nei prossimi giorni, e diremo perchè, per quel che conta, magari le nostre sono sciocchezze di fronte alla indiscutibile autorevolezza del giudice del tribunale di Napoli, la ricostruzione che il gip Carola fa nell’ordinanza, non ci trova d’accordo su un piano logico.

Per oggi invece, andiamo a riassumere brevemente gli stralci che abbiamo scelto di pubblicare. Nella prima parte, Orabona parla proprio di Gerardo Antonelli definendolo fornitore di armi per il loro gruppo. E quando parla di “loro gruppo” Orabona si riferisce a quello facente capo a Nicola Schiavone.

Particolarmente interessante è la parte descrittiva del traffico di auto di grossa cilindrata collegato alla clonazione delle carte di credito in un meccanismo che metteva in relazione il clan dei casalesi, una nota famiglia camorristica di Secondigliano e alcuni esponenti della criminalità di nazionalità algerina ed albanese con la partecipazione straordinaria di alcuni mediatori tra cui spicca il nome di Nicola Abate e di Francesco Manna. Anche qui è difficile pensare a delle propalazioni fantasiose perchè se uno è in grado di inventare storie con dettagli così precisi spazio temporali, allora, è buono per scrivere i libri e far concorrenza a Stephen King.

Nell’ordinanza leggerete anche le modalità attraverso cui venivano, da un lato falsificati i documenti, a partire dalle patenti, in modo da poter realizzare le procedure di noleggio, riteniamo a lungo termine, di potenti autovetture, dall’altro il meccanismo che portava le stesse ad essere consegnate al gruppo di malavitosi algerini ed albanesi, passando per il metodo con cui un rumeno, esperto della materia, attraverso internet, si appropriava dei codici delle carte di credito di ignari cittadini e risparmiatori e li collegava a nuove carte, abilitate attraverso un meccanismo di clonazione.

C’era una provvigione del 10%, ma su questo ed altre cose, a partire dall’elenco delle auto suddivise per marca e per modello, potete tranquillamente leggere il testo dell’ordinanza che, come sempre, vi pubblichiamo a corredo dei nostri articoli.

 

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA