Bimbo si ferisce in piscina, campionessa alle Olimpiadi sotto processo: ASSOLTA

23 Gennaio 2024 - 10:17

SAN PRISCO – Il giudice monocratico Ferraro del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto dalle responsabilità sul presunto mancato soccorso, a seguito di una scivolata, di un bambino, avvenuta durante il corso estivo di nuoto alla piscina di San Prisco da lei gestita, Noemi Toth, la 48enne ex pallanuotista di livello mondiale, ungherese e naturalizzata italiana, che con il Setterosa, la nazionale italiana femminile di pallanuoto, ha vinto nel 2004 la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atene.

Toth da tempo si è trasferita nel Casertano, seguendo suo marito, anche lui ex giocatore professionistico e vincitore di un oro alle Olimpiadi nella pallanuoto, Fabio Villani, che con la compagna gestisce la società.

La sportiva era finita imputata a seguito del ferimento di un minore avvenuto nel luglio 2021 presso la piscina comunale di San Prisco, nella quale opera la società sportiva dilettantistica circolo Villani.

Secondo le accuse della procura, quando il minore, dell’età di due anni, era scivolato a bordo piscina, non era stato allertato il servizio pubblico competente per il primo soccorso.

Inizialmente, Noemi Toth era accusata anche di lesioni colpose, ma, grazie ad una lunga memoria difensiva del suo legale, Gerardo Marrocco, quest’ultimo aveva dimostrato che un’accusa non era identificabile nel comportamento della sua assistita.

Il processo, quindi, era iniziato con il capo di imputazione di mancata organizzazione dei soccorsi al bambino.

Anche in questo caso, la difesa della sportiva olimpionica ha dimostrato che nel caso di specie, una frattura subita dal piccolo, il gestore dell’attività dove avviene l’infortunio, non ha l’obbligo di chiamare il 118, bensì di prestare il primo soccorso, come è avvenuto, e di chiamare i tutori del piccolo, i quali poi dovranno decidere come muoversi.

Infatti, il testo unico per la sicurezza sul lavoro, ovvero il decreto legislativo 81 del 2008, prevede che sono solo specifici casi in cui può essere chiamata un ambulanza senza l’autorizzazione dei genitori in caso di ferimento di minore in luoghi di lavoro, attività sportive e simili.

Ciò deve avvenire quando, ad esempio, il minore ha perdita di vista, trauma cranico o perdita di conoscenza.