BUFERA PD. Ecco perché e con quale obiettivo Gennaro Oliviero si è dimesso da componente dell’Assemblea regionale del partito. I De Luca erano tornati alla carica per Stefano Graziano

3 Giugno 2022 - 15:54

Un’altra pioggia di saluti è prevista nelle prossime ore. Ma al momento sarebbero dimissionari oltre il 50% dei componenti e quindi il partito regionale subirebbe il commissariamento. Il governatore, il figlio e il loro attuale luogotenente avevano lavorando per un’altra convocazione-blitz. Di qui la decisione di tutti gli altri gruppi interni

CASERTA (g.g.) – Gennaro Oliviero si è dimesso dalla carica di componente dell’Assemblea regionale del Partito Democratico. E’ chiaro che una notizia del genere basta da sé, come si suol dire, in considerazione del rilievo del personaggio che ne è protagonista. Oliviero, infatti, è il presidente del consiglio regionale della Campania e dunque fa notizia a prescindere. Ma proprio in questa circostanza, connotare la notizia solo rispetto all’identità personale e politica di chi l’ha innescata è assolutamente fuorviante. Per cui, già vi diciamo che Gennaro Oliviero si è dimesso assieme ad Agostino Navarra.

E mo’, chi è ‘sto Navarra? Una persona di Piedimonte Matese che nell’assemblea regionale dei democrats conta esattamente come Oliviero. Una testa, un voto, dato che non ci risulta che l’organismo più rappresentativo del PD regionale sia gestito come gli Stati Generali in Francia prima della Rivoluzione, quando i voti delle classi dominanti, cioè nobiltà e clero facevano doppio e sopravanzavano l’unico a loro avverso, quello della borghesia, nonostante questa annoverasse un numero di cittadini esponenzialmente superiori agli altri due ordini. Dunque, mettere insieme il nome di Navarra con quello di Oliviero è la prova che questo fatto va considerato in un contesto in cui le decisioni individuali sono comunque funzionali ad una strategia collettiva la quale impegna un vario gruppi di esponenti del partito.

Un po’ di aritmetica rapida. Questi sono democratici, ma spesso esagerano. O meglio, le mille necessità di raggiungere equilibri interni tra le varie correnti e i vari gruppi territoriali ha prodotto quale numero dell’assemblea regionale del Pd la cifra di 232 componenti, 224 a cui vanno aggiunti gli 8 membri di diritto Manco si trattasse dell’Assemblea del Popolo, che ogni po’ di anni si riuniva con figuranti pressoché imbalsamati nelle sale del potere della Repubblica popolare cinese.

Nel corso degli anni, tra defezioni, inadempienze nel pagamento delle quote, mancati rinnovi delle tessere, l’assemblea regionale PD è arrivata a quota 117. Dunque, più cento componenti in meno rispetto a quelli iniziali. Lo Statuto del partito prevede che l’assemblea resti valida e dotata di pieni poteri qualora la cifra dei suo componenti non scenda mai sotto al 50% dei membri totali. Il 50% è pari 116. E i 117 attuali sfiorano il 50%, dato che moltiplicato 2 fa 234.

Siccome in questi giorni, Vincenzo De Luca, che ritiene di essere il re del mondo e quindi di non dover soccombere in nessuna partita che lui ritenga degna di essere giocata, ha riproposto insieme al figlio Piero, un altro che ha fatto sicuramente carriera in forza della sua preparazione, del suo merito, dopo essersi fatto il mazzo sui libri e facendo lavoretti per pagarsi gli studi e abbeverarsi alla fonte della cultura del lavoro, il nome di un personaggio politico perfettamente in linea con l’idea feudale e fondamentalmente parassitarie che De Luca ha della politica, ma, ripetiamo, del mondo intero: Stefano Graziano.

Tra le tante azioni poco dignitose compiute in questi anni dal politico di Teverola, a partire dalla creazione e l’avallo di una gestione delle aree ASI di Caserta, e soprattutto del comparto industriale di Aversa Nord, un po’ da operetta e un altro po’ da oscura, obliqua definizione di un ruolo di potestà, che avrebbe interessato sicuramente il Francesco Rosi di Le mani sulla città, si è andato a genuflettere letteralmente davanti a De Luca, il quale lo ha gratificato con un incarico di sottogoverno, una robetta da un paio di migliaia di euro al mese. Nel periodo successivo le elezioni regionali, Graziano, il cui alfabeto politico (politico, si fa per dire) non può non piacere a gente come Vincenzo e Piero De Luca, si è accreditato ai loro occhi, convincendoli che lui, anche grazie alle buone relazioni romane, al rapporto personale con Enrico Letta, avrebbe gestito il partito, con la segreteria regionale ottenuto, ad uso e consuma dei De Luca.

Ci hanno provato più di un mese fa, con la convocazione dell’assemblea regionale Pd, stoppata dalle commissioni di garanzia nazionali e regionali del partito. Ci stanno provando ora, ancora una volta.

Tutti quelli che nel PD ritengono di non dover svolgere il ruolo di vassalli, anzi, per dirla tutta, di camerieri di De Luca, si sono opposti a questa soluzione, in un primo tempo appoggiata dallo stesso Letta che successivamente, vista la reazione che c’è stata, si è dichiarato neutrale. l’obiettivo di questi era ridurre i componenti dell’Assemblea ad un numero inferiore al 50%, quindi arrivare ad una cifra inferiore a 116. Operazione a quanto pare riuscita e che dovrebbe essere totalmente consolidata lunedì con altre dimissioni annunciate. Di qui, il partito nazionale non potrà non intervenire, nominando un commissario che guiderà il PD campano fino alle prossime elezioni politiche. Oltre a quelle di Graziano e Navarra, a quanto ci risulta ne sarebbero giunte altre 8 di dimissioni. Quindi in carica resterebbero meno di 116, cioè 107. 

Dunque, alle dimissioni di Oliviero e del Navarra di Piedimonte Matese dovrebbero seguire quelle di tutti i componenti del consesso regionale che si richiamano alle posizioni del deputato sannita ed ex sottosegretario ai Trasporti, Umberto Del Basso De Caro, dell’ex parlamentare di Santa Maria Capua Vetere, Camilla Sgambato, e degli altri membri dell’assemblea che appartengono alla corrente dell’attuale ministro del Lavoro, già ministro della Giustizia, Andrea Orlando. E ce ne sarebbero altre trenta circa in arrivo entro lunedì.

Seguiremo gli eventi