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CAMORRA & LAVORI PUBBLICI. Il concorso esterno dei fratelli Verazzo e dell’ingegnere Greco, voluto fortemente a CASERTA da Carlo Marino che con i Verazzo firmò il “capolavoro” di Corso Trieste

1 Marzo 2021 - 13:08

In calce all’articolo, i due capi dell’imputazione provvisoria a carico degli indagati: 416 bis. I presunti lavori “incriminati” dati dal comune di Capua

 

CAPUA – (g.g.) L’impianto accusatorio della Dda nei confronti dei fratelli Francesco e Giuseppe Verazzo, originari di Casal di Principe, ma trapiantati da tantissimi anni a Capua e dell’ingegnere Francesco Greco, per anni dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale, è molto ambizioso. Per il momento, è riuscito a far breccia nella valutazione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Saverio Vertuccio, ma la partita importante, se non decisiva, quantomeno molto importante, si svilupperà di qui a pochissimo in una sezione dello stesso tribunale.

Precisamente nell’ottava o nella dodicesima, entrambe dedicate al cosiddetto Riesame che un tempo si chiamava tribunale della libertà e oggi, soprattutto nelle dinamiche di questo particolare filone di indagine che vede la Dda impegnata pancia a terra avendo maturato una convinzione granitica sulal veridicità delle dichiarazioni di Francesco Zagaria, detto Ciccio e Brezza, collaboratore di giustizia, dal momento in cui, circa due anni fa, fu arrestato per il concorso nell’omicidio di Sebastiano Caterino e per presunte cointeressenze con quello che era stato il sindaco di Capua, cioè Carmine Antropoli.

E’ una partita che la Dda gioca a petto nudo, cioè puntando tutte le sue fiches su questo pentito che ovviamente dovrà fronteggiare il fuoco di fila delle domande e delle contestazioni che poi in sede requirente, saranno formulate dagli avvocati delle persone che lui accusa. Siccome, fino ad oggi, il Riesame ha espresso una certa variabilità di valutazione su questa indagine a partire dalla prima tranche appena citata, oggi è importante capire cosa dirà ad esempio, di fronte al ricorso presentato dai legali di Francesco e Giuseppe Verazzo, arrestati esattamente una settimana orsono.

E ugualmente sarà interessante verificare, magari in un’ampiezza temporale più estesa, cosa dirà di fronte al ricorso presentato dagli avvocati dell’ex dirigente del comune di Capua Francesco Greco, interdetto cautelarmente per un anno dall’esercizio dei suoi pubblici uffici.

Prospettazione ambiziosa perchè prende le sue mosse, ancor prima di entrare nel merito specifico dei singoli episodi, da un capo di imputazione provvisorio che contesta il reato molto grave di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico. Un 416bis in concorso con altri per i fratelli Verazzo e anche per Francesco Greco. D’altronde, abbiamo ormai imparato a memoria certe formule di introduzione nelle cosiddette incolpazioni. Per cui, si parte sempre da lontano.

E dunque i fratelli Verazzo vengono considerati imprenditori a disposizione del clan dei casalesi, sin dagli anni 90, sin dai tempi di Sandokan e di Cicciariello passando per Elio Diana, per anni plenipotenziario a Capua del gruppo familiare dominante e arrivando a Nicola Schiavone.

I Verazzo vengono considerati la punta avanzata del clan dei casalesi. Avrebbero, dunque, vinto gli appalti al comune di Capua, in quanto dotati di questo mandato di rappresentanza, in modo che gli ingenti introiti fossero riversati in parte nelle casse dei camorristi.

L’attività dei Verazzo, sempre secondo la prospettazione della Dda, avallata dal gip, sarebbe avvenuta grazie alla piena disponibilità garantita da Francesco Greco, questo ingegnere di Piedimonte Matese, arrivato a Capua diverso tempo fa e poi, come stiamo scrivendo in diversi altri articoli, nominato super consulente al comune di Caserta, voluto fortissimamente dal sindaco Carlo Marino il quale, peraltro, nell’ambito del suo rapporto istituzionale con la famiglia Verazzo, all’epoca era assessore ai lavori pubblici della giunta-Falco, in quota Forza Italia, ha fondamentalmente gestito uno dei cantieri più sgangherati, malandati della storia della città capoluogo, quello chiuso e riaperto più volte nel centralissimo Corso Trieste, una strada autenticamente martirizzata dai peggiori lavori pubblici mai effettuati (ricordate il basolato che si alzava dopo due giorni?) in questo territorio, manco a dirlo, proprio ad opera dei fratelli Verazzo.

Al comune di Caserta, Greco ha gestito una gara in particolare, quella della riqualificazione di Puccianiello per quasi due milioni di euro, aggiudicata al consorzio stabile Mar, colpito, come ben sanno i nostri lettori (CLIKKA QUI PER LEGGERE) da interdittiva antimafia per i rapporti che la società controllante, L’Ara Group srl, intratterrebbe con il clan Puca di Sant’Antimo. 

Nella contestazione del concorso esterno relativa a Francesco Greco viene anche declinato un elenco di appalti, aggiudicati ai Verazzo e dunque, più o meno direttamente al clan dei casalesi: ristrutturazione del capannone ex TPN di via Mariani, ristrutturazione di Largo Amico, del plesso scolastico Fieramosca, sistemazione ed adeguamento di via Boscariello/via Scarano.

 

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