CAMORRA & RFI. “Ho paura di vendette e ritorsioni. Vi faccio I NOMI degli imprenditori coinvolti”. Parla ai magistrati Dda Dante Apicella

22 Novembre 2022 - 20:25

Il 56enne non si è pentito. Non si tratta di una collaborazione con la pubblica accusa, ma ha risposto ad alcune domande fatte dai PM dell’antimafia

CASAL DI PRINCIPE – Non si tratta di pentimento o collaborazione con la giustizia, ma ciò che è certo è che Dante Apicella ha parlato ai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Napoli durante due interrogatori.

L’imprenditore 56enne, accusato insieme ai fratelli Nicola e Vincenzo Schiavone di aver creato un mercato da milioni e milioni di euro legato alla cosca, imprenditori divenuti potenti grazie al supporto del superboss Francesco Sandokan Schiavone, ha dichiarato di aver paura di ritorsione da parte degli altri soggetti arrestati e ha raccontato le sue rapporti con altri imprenditori imputati nel procedimento giudiziario.

Queste sono le novità, ma Apicella anche raccontato del sistema utilizzato dal clan dei Casalesi per gestire gli appalti pubblici, ovvero ciò per cui ha indagato per anni la direzione distrettuale antimafia di Napoli.

Per alcuni lavori a Casal di Principe e Villa di Briano, dichiara sempre il 56enne, ci ha messo la mano il figlio di Sandokan, Nicola Schiavone, a cui Apicella avrebbe poi versato 150 mila euro.

Nel raccontare il sistema delle commesse pubbliche pilotate dal Clan, Apicella ha fatto il nome di diversi imprenditori coinvolti nell’inchiesta: Gennaro

Diana, Augusto Gagliardo Luigi Belardo, Antonio Magliulo, Pasquale da Antonio D’Ambrosca, Luigi Scalzone e i congiunti Mario e Fioravante Zara.

Stamattina nell’udienza celebrata dinanzi al giudice Alfieri, sono stati depositati i verbali dell’interrogatorio di Apicella. Il gup ha rinviato l’udienza a qualche giorno, nei primi di dicembre.