CAPUA ALLE ELEZIONI. La videorabbia di Luca Branco conta fino a un certo punto. La priorità del fratello don Gianni è quella di rimettere insieme i poteri forti dei Catone, dei Modugno e compagnia

28 Ottobre 2021 - 20:56

CAPUA – Luca Branco ha aspettato qualche settimana prima di manifestare pubblicamente il suo punto di vista sulla vicenda politica che lo ha coinvolto e che ne ha determinato la caduta.

Di solito la decisione di indugiare, di temporeggiare è legata ad una sorta di limitazione auto imposta, di non mescolare il cervello con il cuore, le meningi con il sangue. Come si suol dire a mente fredda si articola meglio il proprio pensiero e si vedono le cose in maniera diversa rispetto a quanto queste appaiono a botta calda.

Questo approccio, realizzato da Luca Branco, lasciava pensare ad una necessità di soppesare le parole e di farlo in prospettiva delle prossime elezioni comunali che, a meno di altri casini Covid, si dovrebbero svolgere in una domenica e forse in un lunedì compresi tra il 15 aprile e il 15 giugno.

Perchè, Luca Branco può’ anche sostenere, può anche tenere il punto sul suo proposito enunciato di non voler ricandidarsi, ma un approccio serio alle vicende politiche di Capua non può consistere nel subire supinamente questa affermazione di Luca Branco. Questo perchè non è che se Branco si candida, lui e il fratello don Gianni assumono una identità,  adottando l’unica modalità che consente loro di essere un fattore politico, mentre, se, al contrario non si candidano scompaiono dalla scena.

Basta guardare la storia recente della politica capuana che si capisce che soprattutto don Gianni e quelle che sono le sue molte attività, da anni e anni finanziate lautamente dalle casse del Comune di Capua e da quelle del cosiddetto Ambito  intercomunale dei servizi sociali di cui Capua fa parte, non possono fare a meno di un rapporto fluido, costruttivo, cordiale con chi ha in mano la potestà e il potere amministrativo. Per intenderci, don Gianni Branco, le elezioni comunali a Capua non le ha mai perse per davvero, avendo raggiunto sempre ottime intese con i sindaci che sulla carta avrebbero dovuto essergli avversi.

Con ogni probabilità, don Gianni, a cui la natura ha fornito evidentemente (lo diciamo in senso elogiativo per lui e non certo in senso penalizzante per il fratello Luca) ha compreso che probabilmente il format del sindaco, cioè l’acquisizione diretta del potere e del controllo della macchina amministrativa di Capua gli produce più danni che vantaggi. Ed è da questa valutazione, solo da questa, che dipende, come insegna la storia recente della città di Fieramosca, la scelta che, al di la delle parole, i Branco faranno quando si tratterà di rilanciare una candidatura alla massima carica cittadina oppure di lavorare dalla seconda fila o, addirittura, sotto traccia focalizzando cioè ogni pensiero ed ogni proposito al mantenimento e, per quel che è possibile, all’ulteriore crescita dei già lauti finanziamenti pubblici ottenuti dalle strutture di assistenza, di ausilio sociale e che  comunque il sacerdote riesce a far funzionare in maniera decente.

Nel momento in cui noi ravvisiamo del video intervento che Luca Branco ha postato in Facebook elementi di inquietudine, amarezze, frutto di una ferita che ancora brucia, arriviamo alla seguente conclusione: il sindaco detronizzato vorrebbe prendersi la rivincita contro quelli che lo hanno mandato a casa.

Da un lato dice di non volersi ricandidare, dall’altro si manifesta battagliero e pugnace come mai si era mostrato in passato.

Ma in questo caso l’elemento emotivo, che tiene ancora in subordine la razionalità di un ragionamento freddo, serve a poco sotto entrambi i fronti valutabili: da un lato, serve a poco perchè  le scorie di una defenestrazione non ancora assorbita non permettono a Luca Branco di ragionare nella direzione del costruens, avendo il sale che tormenta le sue ferite, la necessità di una larga profusione di pensieri votati, al destruens, dall’altro, serve ancora una volta a poco, perchè un intervento del genere non rileva più di tanto rispetto alla necessità di costruzione di un’ architettura politico-elettorale che don Gianni Branco metterà insieme non bloccando (perchè tutto è fuorchè uno stupido) il meccanismo di aggregazione con la pregiudiziale sul nome del fratello, ma avendo cura che i principali centri di potere capuani, soprattutto quelli economici, famiglie Catone, Modugno e compagnia,  si aggreghino ad una piattaforma politico elettorale rispetto alla quale la riconquista della fascia tricolore da parte di Luca Branco rappresenta solo una possibilità, dal non brandire, però, come pregiudiziale in un tavolo di trattativa per la costruzione di una coalizione di cui dovrebbe far parte anche il pd oltre alle civiche appoggiate dagli appena citati poteri forti che dovranno confermare l’appoggio a Luca Branco.

Quell’appoggio che indubbiamente la famiglia Catone attraverso le sorelle Mina  e Vittoria hanno garantito al primo cittadino. E in questa cornice diventeranno rilevanti le mosse di soggetti come Carmela del Basso, una stra-fedelissima dei Catone, che non esitò di candidarsi nella Lega alle ultime elezioni regionali, quando GianPiero Zinzi lo chiese come cortesia ai magnati della logistica e del commercio alimentare al dettaglio. Poi c’è Giovanni Zannini al cui cartello, attraverso Giorgio Magliocca ha aderito finanche Marco Ricci. Ma questa è un altra storia che tratteremo nel prossimo articolo.