CASERTA ALLE ELEZIONI. Tira aria di fregatura per Rosi Di Costanzo: tra gli arricciatori di naso spunta di nuovo il nome di Francesco Apperti

15 Maggio 2021 - 14:29

CASERTA – (Gianluigi Guarino) Quando ne ha ufficializzato il nome, “Speranza per Caserta” non ha presentato Rosi di Costanzo come una proposta gettata sul tavolo della trattativa con altri soggetti politici potenzialmente in grado di stringere un accordo con il movimento di Francesco Apperti. Rosi di Costanzo, così fu detto  e anche sacramentato con tanto di conferenza stampa, è stata certificata come il candidato sindaco di “Speranza per Caserta”, con la prospettiva irreversibile  di correre per le fascia alle prossime elezioni comunali di ottobre. Questo nome veniva fuori, un po’ a sorpresa, visto che noi di CasertaCe, se da un lato abbiamo negli anni commesso il peccato di non stare li a questionare su ciò che emergeva dalle riunioni conviviali in svolgimento costante nel ristorante in zona via San Carlo di proprietà di Michele Miccolo, descrittoci come una figura di grande influenza nella messa a punto delle strategie politiche di” Speranza per Caserta”, dall’altro lato abbiamo seguito per qualche anno le attività di Rosi Di Costanzo, quale promotrice del comitato di lotta contro la movida selvaggia di via Mazzini e dintorni, area in cui insiste la sua abitazione. Per cui, a un certo momento ci è sembrato strano che una battaglia civile, civile e civica, di per se non associabile ad alcuna ideologia, ma comunque patrimonio, in ogni città in cui si è svolta, di persone con sensibilità più di destra che di sinistra, avesse attirato le attenzioni e fosse stata assunta, assorbita  da “Speranza per Caserta”, dai vari Francesco Apperti, Michele Miccolo, Norma Naim, la cui sensibilità appartiene più ai valori della sinistra, che magari esprimono posizioni più articolate rispetto a quello che occorre fare con i giovani del pluri cicchetto serale. Per altro, non è che qualcuno ignorasse a Caserta il nome del coniuge di Rosi Di Costanzo. Apperti e Miccolo erano al corrente che il marito della persona da loro scelta portava il nome, il cognome, e gli altri dati anagrafici di Onorato Damiano  da Orta di Atella. Insomma trattasi di  mister Eldo personaggio che negli anni ’90 e nei primissimi del nuovo millennio ha letteralmente furoreggiato, pianificando grandi progetti di crescita imprenditoriale e agganciando il suo brand ad aree di sponsorizzazione costosissime a partire da quella principale della quadra di basket di Napoli che in quel periodo diventò, come mai era stata in passato, una delle realtà cestistiche più importanti su scala nazionale, coronando, abbinata al marchio principale di Carpisa, il suo percorso con la storica conquista della coppa Italia avvenuta nel 2006.

Le fortune del basket Napoli si mossero lungo un percorso  direttamente proporzionale alle fortune della Eldo, che subì, un botto, un crack, come pochi altri se ne erano registrati nella storia dell’economia campana. Fallimento devastante: giudici, avvocati, tribunali in azione, sequestri giudiziari con scomparsa di questa bolla di luminescenza che in realtà non poggiava certo su solide basi.

Tutto questo per dire che le modalità con cui si è mossa “Speranza per Caserta”, scusate se insistiamo, a partire dalla convocazione di una conferenza stampa sono apparse a tutti finalizzate, non solo alla designazione di Rosi di Costanzo, ma anche al rafforzamento e al consolidamento del suo progetto politico-elettorale, ben conoscendo quali avrebbero potuto essere eventuali questioni legate, di riflesso, all’immagine dei congiunti.

Però, noi siamo un po’ superficialotti con la presunta intelligentia casertana che ama, con la fotografia di fronte di Georges Jacques Danton, cioè della mente “moderata” della rivoluzione francese,  a discutere in un  salotto o al tavolo di un ristorante d’ essai , non affiancandosi mai a chi ritiene, seppur da posizioni liberali, come le nostre, che senza una passata di Robespierre Caserta non la cambi. Per cui  non avevamo  capito bene la questione della Di Costanzo. Sarebbe interessante, al riguardo, stabilire se quest’ultima  sapesse di essere solamente il candidato sindaco che “Speranza per Caserta” avrebbe proposto al tavolo a cui siedono anche 5 stelle, rappresentato con  Santillo di Casapulla a rappresentarlo, da “Caserta decide” che a sua volta ha proposto il nome di Giovine per la candidatura a sindaco e infine da “Io firmo per Caserta” , imprenditori riuniti attorno ai vari Moriello, Marzano, con Traettino dietro alle quinte.

Sicuramente, glielo chiederemo.

Da quello che ci risulta, Rosi Di Costanzo avrebbe fatto arricciare il naso sia ai 5 stelle che agli altri due movimenti. Ecco perchè abbiamo scritto prima quella cosa sul marito della candidata. Se Apperti e i suoi hanno fatto, ripetiamo per la terza volta una conferenza stampa per designare il suo nome, non è poi che al primo che storce il naso, tu apri il tavolo, che si riunisce sempre con la solita nobile ragione del programma bla bla bla …, anche al tema dell’identità di un candidato sindaco buono per tutti. Perchè così sembra essere successo. E il fatto che Apperti e Miccolo non abbiano mai fatto partecipare la Di Costanzo ad una di queste riunioni accresce la cifra di verosimiglianza della notizia.

Chi dovrebbe essere allora il candidato della sintesi? Si dice lo stesso Francesco Apperti. Ma non aveva fatto un passo indietro in nome della democrazia orizzontale di un voto vale uno etc etc? Perchè, non ce ne voglia l’apparentemente mite Apperti, ma se sarà lui il candidato sindaco, ciò significa che il suo passo indietro non è stato determinato dalla democrazia orizzontale, dalla repulsa di ogni rendita di posizione e bla bla bla…, ma solamente al fatto che una “Speranza per Caserta” che corre da sola avrebbe avuto zero possibilità di mandare almeno al ballottaggio il proprio candidato.  Mentre con 4 liste è tutta un’altra storia e la democrazia orizzontale la mettiamo un attimo sotto alle ragioni di una “normale” politica politicante.