CASERTA. COVID. Oltre 100 mila euro e due anni e mezzo di proroga alla società che fa vigilanza armata all’ospedaletto vuoto dello spreco costato oltre 2 milioni

12 Luglio 2022 - 13:37

E ancora, a due anni di distanza, i dati relativi ai pazienti ricoverati presso il modulare installato nel parcheggio dell’Ospedale Sant’Anna e San Sebastiano vivono sotto il velo dell’oblio. Una storia, quella della costruzione dei prefabbricati per i pazienti covid a Salerno, Caserta e Napoli, che dal marzo 2021 è seguita da un’indagine della sezione della Campania della Corte dei conti e da un’inchiesta della procura di Napoli

CASERTA (l.v.r.) – Lo abbiamo scritte diverse volte, con un numero cospicuo di articoli e documenti alla mano: la spesa relativa agli ospedali modulari, almeno per quanto riguarda l’ospedaletto di Caserta dedicato ai malati del reparto di Terapia Intensiva affetti da coronavirus,

è stato uno spreco di denaro pubblico, voluto dal governatore Vincenzo De Luca.

Ripetiamo un concetto banale, lapalissiano, ma per evitare fraintendimenti scriviamo ancora una volta che occuparsi di pazienti in gravi condizioni contagiati non sarà mai etichettabile come utilizzo sbagliato dei fondi regionali, ci mancherebbe, ma la struttura creata ad hoc per il capoluogo è stata sempre a mezzo servizio. Quattordici postazioni operative su 24 e quasi mai in funzione.

Bene, si potrebbe dire, non c’è stato bisogno di curare malati, ma resta il fatto che i due milioni di euro spesi per la costruzione del modulare sono stati un’enormità rispetto alle cifre che potevano essere virate verso strutture già esistenti, come i gli ospedali di Capua e Teano.

E a dimostrazione che questi posti letto fossero un surplus, qualcosa di inutile fattualmente, c’è la circostanza che lo stesso ospedale di Caserta abbia poi cercato di approvvigionarsi di ulteriori 12 posti letto di terapia intensiva covid dal valore di 1 milione 325 mila 890 euro.

Il problema, poi, è che il denaro da spendere relativamente all’ospedaletto del capoluogo continua a sgorgare dalle casse pubbliche.

Lo spreco raggiunse forse il suo apice concettuale quando, nell’agosto 2020, con la struttura completamente disabitata, tramite la piattaforma del mercato sanitario campano, la Soresa, l’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano ha attivato la procedura per affidare il servizio di vigilanza armata del modulare, poi consegnato nelle mani della società di Nocera Inferiore Security Service Di Tullio.

A due anni di distanza, l’ospedale di Caserta ha continuato ad affidare, proroga su proroga, migliaia di euro – ormai probabilmente abbiamo superato anche la centinaia – alla SSD.

Chiaramente, non è che il problema sia la SSD, o qualsiasi altra azienda poteva trovarsi al suo posto, bensì una gestione poco trasparente da parte dell’amministrazione del Sant’Anna e San Sebastiano, guidato dal direttore generale Gaetano Gubitosa.

E’ mai possibile, infatti, che un contratto nato nell’ottobre 2020 e che vedeva la sua fine naturale nell’aprile 2021, possa sopravvivere ancora e durare, secondo quanto scrivono dall’ospedale nella delibera che leggerete in calce, fino al 31 dicembre 2022?

Come specificato dall’Autorità anticorruzione in ogni occasione possibile, dalla quale prendiamo in prestito le parole, l’utilizzo reiterato della proroga tecnica si traduce in una fattispecie di affidamento senza gara e comporta la violazione dei principi comunitari di libera concorrenza e parità di trattamento. E non è più plausibile, dopo due anni, resti ancora in vita la motivazione delle procedure di appalto d’emergenza legate al coronavirus. Siamo alla quinta ondata, il covid fa ormai parte delle nostre vite, che ci piaccia o meno. E quindi non è concepibile immaginare che la governance dell’ospedale di Caserta continui a far sopravvivere un contratto con una proroga biennale.

Ora, però, cerchiamo di capire cosa succede nell’atto che ufficializza questa ennesima proroga e come viene motivata. Nel documento, firmato dal dg Gubitosa, viene citato il parere del che il DEC (direttore esecuzione dei contratti) per quanto riguarda la Vigilanza Armata del Sant’Anna e San Sebastiano, Eduardo Scarfiglieri, il quale spiega che “ancora una volta la necessità di salvaguardare le attrezzature e gli impianti del Presidio Modulare Ospedaliero Esterno COVID, soprattutto, per l’attuale ripresa dei contagi e della previsione di un’altra ondata per l’autunno/inverno 2022_2023“.

Una motivazione innegabile, pare. Se non fosse che l’ospedale capoluogo nella delibera scrive di attrezzature e impianti, senza mai dare un dato preciso sugli ospiti della struttura covid.

Quanti pazienti ci sono nei prefabbricati? E’ utilizzato o si tratta di un reparto fantasma? Chi può dirlo, però ciò che è certo è che andranno spesi altri 31 mila euro per la vigilanza armata, con il rischio di presidiare un luogo vuoto.

Sulla gara bandita dalla Soresa per la vigilanza armata all’ospedale di Caserta (perché sì, una gara esiste), dalla piattaforma sanitaria della regione Campania spiegano che almeno fino a dicembre andranno avanti le procedure per l’aggiudicazione dell’appalto. E allora, nelle more della procedura di aggiudicazione, il nosocomio del capoluogo ha rintracciato la necessità di un ulteriore proroga.

Ecco il punto. Un ulteriore, l’ennesima tossica proroga su un contratto sulla carta spirato un 15 mesi fa. Forse, in questa occasione, ha anche un senso optare l’istituto della proroga, ma l’anno e mezzo precedente resta e pesa sul giudizio complessivo della vicenda.

Sugli ospedali modulari, quello di Caserta, ma anche le strutture installate a Napoli a Salerno, è necessario porre in ogni azione la massima trasparenza e chiarezza, cioè quella ricercata dalla sezione regionale della corte dei Conti della Campania e dalla procura di Napoli, che ha indagato 23 persone, tra cui il manager dell’ASL Napoli1 Ciro Verdoliva e il coordinatore della task force regionale istituita per fronteggiare il Covid- 19, Italo Giulivo, relativamente a tre filoni investigativi sulla gestione degli appalti durante i mesi caldi della pandemia e che nelle scorse ha notificato gli avvisi di chiusura indagine, atto propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio.

Sfortunatamente, le scelte intraprese dal direttore generale dell’ospedale di Caserta Gaetano Gubitosa non hanno seguito il concetto di trasparenza, di casa di vetro sbandierato ormai come parole senza valore dai politici e dagli amministratori nostrani. Perché la gestione, attraverso una serie di proroghe dalla durata di oltre due anni per il servizio di vigilanza, in una sezione della spesa pubblica importante qual è la sanità, relativamente ad una struttura chiacchierata e dalla storia controversa, com’è l’ospedale modulare covid, è qualcosa di deprecabile, contestabile a questa governance.

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