LA NOTA. Secondo concorso “già tutto organizzato” per il figlio di De Luca all’università di Salerno. Ecco perché i politici di sinistra possono permettersi di tutto e di più

10 Settembre 2024 - 20:04

Tre anni fa il primo concorso per ricercatore con un solo altro partecipante, una sorta di attore comparsa. In questi giorni altro concorso per la promozione e c’è sempre e solo un partecipante attore comparsa. E allora vogliamo riflettere un attimo sul regime che impera nell’informazione italiana, nei giornali, ma anche nel cinema, nell’università. Un regime che distorce lo stato delle cose e soprattutto la cifra di corruzione morale che a sinistra è esattamente identica a quella che si registra a destra.

CASERTA (Gianluigi Guarino) C’è sempre una differenza nella cifra degli effetti causati dalle valutazioni di atti e di fatti, quando questi riguardano il mondo della sinistra o più in generale, del centro sinistra rispetto a quando, al contrario, riguardano la destra e il centro destra. Inutile girarci intorno: il mondo dell’università, della magistratura, del giornalismo della cosiddetta e spesso sedicente “cultura” si sviluppano attraverso un pensiero dominante e che ha cura ogni giorno che questo dominio non subisca crepe.

Essere di sinistra è un qualcosa di più complesso e, ci si consenta, e di più molto più serii di quanto lo sia in Italia da Berlusconi in poi. Basta guardare le polemiche di questi ultimi giorni, scatenate in maniera non certo coraggiosissima, ma con l’atteggiamento di chi spara contro chi non si può più difendere, contro la croce rossa, dai maitres a penser  della cinematografia italiana, quella che per decenni e decenni ha incassato dai governi di sinistra decine e decine di milioni di euro per film che non hanno guardato nemmeno 500 persone. I professorini della “verità rivelata” hanno atteso che il ministro della cultura si dimettesse per attaccarlo al muro.

Il povero Genny Sangiuliano il quale sarà anche quello che è – e figuriamoci se noi pensiamo il contrario visto che dal giorno in cui giurò da ministro al Quirinale scrivemmo che avrebbe portato guai molto seri alla Meloni e al governo a causa del suo carattere – ma nessuno che possegga una traccia di onestà intellettuale, di pensiero autenticamente libero può negare che, con i cineasti dell’autoreferenzialità, con quelli che i brillantissimi e allora giovanissimi Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto fulminarono e bollarono come “gli schiocchi ‘n blu”, quelli dei circoletti rossi e dei circoletti chiusi della cultura radical chic, Sangiuliano si è mosso con serietà ed equità nei confronti  dei cineasti con l’eschimo tatuato, tagliando fondi assolutamente immeritato, visto e considerato che il circuito della premialità di quelle opere è stato sempre dentro ad una manifestazione di un pensiero totalmente autoreferenziale. Se la sono contata e se la sono suonata i cineasti e i cosiddetti critici cinematografici, che di autentici pensiero critico non hanno mai avuto nulla, dato che il cineasta confezionata il film e il suo critico da taschino lo spacciava per capolavoro.

Uno spettro ampio e ordinatissimo di opinioni conformi Perché i corifei sono tanti, siccome hanno dalla loro parte l’80% dei giornalisti italiani, hanno sempre trasformato in successi meramente virtuali, assertivi e apodittici, film davanti ai quali la gente comune si addormentava dopo 5 minuti

E allora ecco le dichiarazioni dei vari Nanni Moretti, Gabriele Muccino e compagnia rossa: Sangiuliano ha rovinato il cinema italiano, così hanno tuonato.

No, obiettiamo noi, Sangiuliano ha reso democratico il cinema italiano perché tu, cineasta che ti definisci impegnato puoi anche scrivere un bel soggetto, una bella sceneggiatura, ma se di quel film non capisce un cazzo nessuno, se quel film lo conoscerà lo 0,00000 e ancora 3mila zero 1% della popolazione ma io perché devo regalarti uno o due milioni di euro di soldi pubblici di puro stampo dirigista e assistenzialista.

Paolo Villaggio era uno di sinistra ma libero veramente e mai dogmatico nella esplicitazione del suo pensiero culturale, andò sul palco del Cineforum organizzato dal suo “direttore naturale” e liberatoriamente urlò ”La corazzata Potemkin è una cagata pazzesca”. Villaggio era un attore comico che è riuscito per anni con Fantozzi a far ridere e a far pensare; Villaggio è stato un grande intellettuale che ha scritto la canzone Carlo Martello per Fabrizio De André. E allora noi diciamo “Ecce bombo” è una cagata pazzesca; diciamo che Palombella Rossa è una cagata pazzesca; diciamo che Aprile è una cagata pazzesca; diciamo che la scena della Nutella in cui si immerge Nanni Moretti è una cagata pazzesca; diciamo che il 90% dei film di Citto Maselli sono una cagata pazzesca. Col popolo si dialoga, il popolo non si educa.

Non bisogna stupirsi, dunque, se in questi giorni tranne per qualche eccezione, l’ennesima porcheria consumata dal governatore della nostra Regione Vincenzo De Luca ai danni di tutti i giovani campani che studiano, si impegnano, migliorano la specie ma vengono poi trattati come zerbini dalla casta sia passata quasi sotto silenzio.

De Luca ha due figli. Al primo, Piero, gli ha fatto fare il mestiere di parlamentare decidendolo lui senza che Piero muovesse un solo dito per conquistarsi un posto di rappresentante del popolo. Il secondo figlio, forse un po’ più lento, ma sicuramente molto meno rock del papà ha bisogno di essere sostenuto. Roberto De Luca è quello che si fece fregare dalla telecamerina nascosta di Fanpage nella conversazione imbarazzante con un imprenditore dei rifiuti reduce da diversi procedimenti penali, in pratica un pregiudicato

Noi che non facciamo sconti ad alcuno che il centro destra lo prendiamo a calci nel sedere ogni giorno, ma facciamo esattamente la stessa cosa con il centro sinistra, possiamo dire che, se quel giovanotto non si fosse chiamato Roberto De Luca, non fosse stato il figlio dell’idolatratissimo presidente della Regione Campania, se Roberto De Luca non avesse nuotato nell’acquario della sinistra dalla doppia, tripla, quadrupla morale avrebbe passato qualche guaio serio  o comunque sarebbe stato crocifisso dai giornali così come capita quando un qualsiasi tipo di accidente colpisce un esponente del centro destra

Roberto De Luca ha sostenuto nel 2021 un concorso all’università di Salerno per l’assunzione da ricercatore. A quel concorso parteciparono due concorrenti, ma si, diciamola tutta, chi lo doveva vincere e un attore nella veste di comparsa.  L’attore in questione possedeva titoli che De Luca junior non vedeva neppure con il binocolo. Manco a dirlo dopo gli scritti l’attore si ritirò e Roberto De Luca vinse il concorso

Ora, a tre anni di distanza la scenetta si ripete. Altro concorso, riteniamo per una funzione più prestigiosa e più remunerata e ancora una volta, con Roberto De Luca, partecipa un attore comparsa. In tutto concorrono in due. Inutile stare qui a discutere su quello che sarà l’esito anche di questa procedura. Vincerà Roberto De Luca come successe 3 anni fa.

Ma questi campani idioti che hanno i figli usciti dall’università con 110 e lode, che sono già ineluttabilmente rassegnati a lasciare la propria terra  infliggendole un danno con l’ormai proverbiale “fuga dei cervelli”, stanno ancora li a crogiolarsi, a ridere, ma purtroppo allo stesso tempo a sentirsi fieri di essere rappresentati da uno che con la telecamera davanti sa fare il bullo, lo spavaldo, il “massiccio”, quello che non la fa buona a nessuno, una sorta di anti sistema nel sistema.  

Ma si rendono conto che De Luca li prende per culo da anni? Perché le battute sono battute mentre fare concorsi universitari così come quelli che sta sostenendo Roberto De Luca è roba da Romania di Ceaușescu, di Corea del Nord di Kim Jong- un. Questo è un regime. E un regime si basa sull’autocensura, sul controllo dell’informazione ferrea. Silvio Berlusconi è morto ma la situazione in Italia e in Campania è peggiorata come si è visto dal numero di ospitate morbose, orgasmiche che le televisioni di sinistra come La 7 che i giornali di sinistra come la Repubblica, La Stampa e in parte il Corriere della Sera hanno garantito alla signora Maria Rosaria Boccia.

A De Luca e a uno di sinistra una disavventura come quella capitata a Sangiuliano non sarebbe mai capitata e mai capiterà. Prima di tutto perchè sono dei mestieranti della politica e, per questo anche più avvezzi a stare in certe camere da letto, non dei babà come l’ex ministro della cultura e come molti esponenti del centro destra.

Secondo, perché il grande  scudo stellare protettivo dei media di sinistra avrebbe liquidato la cosa in due giorni innalzando un cordone sanitario attorno all’esponente della propria parrocchia politica in corso nella tentazione di scambiare la Madonna di Pompei per un’altra Ma… donna di Pompei.