CLAMOROSO A CAPODRISE. La segretaria comunale lascia il suo incarico dopo aver chiesto invano il cambiamento d’ufficio del dirigente inquisito Ernesto Palermiti

19 Agosto 2019 - 19:36

CAPODRISE (G.G.) – Ernesto Palermiti è un professionista di lungo corso.

Diversi sono stati, infatti, gli incarichi ricevuti al vertice degli Uffici Tecnici di diversi Comuni della provincia di Caserta.

Dei guai li ha attraversati a Piedimonte Matese. Oggi, infatti, Palermiti è una persona non colpevole per la legge, diremmo meglio per il diritto penale, in quanto un processo di primo grado non macchia, in questa specifica dimensione, il candore dello status di un cittadino.

Diverso è il discorso riguardante il diritto amministrativo, dove non intervengono delle condanne, ma delle soluzioni che tengono conto di un aspetto che il Diritto Penale non deve, per definizione, affrontare, almeno nella fase di costruzione di un procedimento: l’opportunità, la reputazione delle istituzioni.

Per cui, l’Authority Anticorruzione non dice che un dirigente e un funzionario pubblici debbano essere sospesi in quanto rinviati a giudizio con l’accusa che incrocia reati legati all’esercizio della loro funzione.

Però ti dice, con buonsenso, che se uno è stato rinviato a giudizio alla fine di un’inchiesta riguardante appalti nel settore dei Lavori Pubblici e dei permessi a costruire, sarà opportuno che fino alla sentenza quel dirigente si occupi di altro.

Questo ha fatto presente la segretaria comunale del Comune di Capodrise Virginia

Terranova al sindaco Crescente, in relazione alla posizione di dirigente dell’Utc ricoperta da Ernesto Palermiti.

Pur avendo allegato alla propria presa di posizione il chiaro pronunciamento dell’Anac, Crescente non ne ha voluto sapere. Evidentemente non può oppure non vuole rinunciare a Palermiti, di cui si fida ciecamente proprio in relazione al delicatissimo settore delle gare d’appalto e delle concessioni edilizie, sulle quali, in passato, il dirigente nativo di Casagiove è, almeno secondo il punto di vista dei PM che hanno chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio, inciampato.

Risultato: la segretaria comunale, che ricordiamo era anche la garante anticorruzione del Comune, ha piantato baracche e burattini lasciando clamorosamente il suo incarico, in quanto ha ritenuto imbarazzante, ma soprattutto contrastante con la responsabilità della sua funzione, la permanenza di Palermitani al vertice dell’Ufficio Tecnico, in distonia netta con quello che l’Anac consiglia caldamente agli organismi della pubblica amministrazione.

Vedremo prossimamente quali sono i fronti caldi dei Lavori Pubblici e della potestà concessoria, che necessiteranno del lavoro istruttorio ma soprattutto della firma di Palermiti,