CLAN DEI CASALESI & (tanti) E QUATTRINI. Una valanga di assegni cambiati. Uno per uno, i nomi delle persone e del plotone di imprese che lo facevano a favore di Dante Apicella

19 Maggio 2022 - 13:25

Esaminiamo oggi i capi 26, 27 e 28. I primi due vanno a strutturare la relazione tra Apicella e l’imprenditore di Orta, già arrestato l’8 aprile scorso, cioè prima dell’ordinanza di cui scriviamo, Luigi Belardo; il terzo, cioè il capo 28, contesta il reato di riciclaggio relativamente alla negoziazione degli assegni. E qui i nomi coinvolti sono tantissimi

CASAL DI PRINCIPE(g.g.) L’articolo di oggi è una continuazione di quello di ieri, in cui vi abbiamo anche cercato di spiegarvi le differenze fondamentali tra i reati tipici relativi all’utilizzo, al direzionamento e alle modalità con cui si avvia a ripulitura il danaro che la camorra introita grazie alle sue attività criminali.

Riteniamo sia stato importante per uan comprensione più semplice dei fatti relativi alle attività criminali di Nicola Schiavone senior, vero ministro dell’economia del clan dei Casalesi e del più modesto, ma comunque efficace, Dante Apicella soffermarci sulle differenze tra l’articolo 648 ter, che regola il reato di impiego di denaro, beni e utilitá provento di attività criminali, e il 648 bis che regola il “classico” reato di riciclaggio, entrambi, almeno nei casi di cui ci stiamo occupando, introdotti dal reato di intestazione fittizia di moltissime società, popolate dunque da un esercito di prestanomi o di soci di fatto del clan dei Casalesi.

Oggi, dunque, il nostro lavoro diventa più semplice, perchè nell’area di contestazione relativa al gruppo di Dante Apicella (capi da 23 a 41), il format, che ha costituito la guida del nostro lavoro di 24 ore fa, cioè il rapporto tra lo stesso apicella e l’imprenditore di Marigliano Giuseppe Fusco, è riprodotto diverse volte.

A partire dai capi 26 e 27, quando la parte interpretata da Giuseppe Fusco viene recitata da Luigi Belardo, 49 anni, di orta di Atella e già agli arresti domiciliari sin dallo scorso 8 aprile per altri motivi. La funzione svolta nel caso di Giuseppe Fusco dalla società Edil Kronoss, è sostituita, in questo caso, da due imprese entrambe formalmente riconducibili al citato Luigi Belardo: la Italiana Pietre srl, con sede legale a Caserta e operativa ad Orta, e Campania Pietre sas con sede legale ad Aversa e sede operativa, sempre ad Orta.

Inutile ripetere che la contestazione del 512 bis configura il solito meccanismo di un titolare, di un proprietario che in apparenza controlla tutta l’attività delle due imprese, ma che in realtà le co-gestisce con il socio di fatto Dante Apicella, il quale, viene accolto, come già scrivemmo ieri, a braccia aperte, e ne diventa il vero dominus, perchè il suo essere componente del clan dei Casalesi può significare la fortuna dei fatturati delle imprese “che si mettono a disposizione” e che mettono a disposizione le loro attrezzature, le loro sedi materiali, i loro conti correnti.

Si crea dunque un duplice interesse: quello dell’imprenditore che si presta, cioè il Belardo, e quello di Dante Apicella che, come abbiamo scritto ieri, dal 2008 non può esercitare più direttamente attività d’impresa in quanto la sua Gruppo Apicella srl fu colpita da interdittiva antimafia.

E questo è ciò che riguarda la contestazione di intestazione fittizia, articolo 512 bis. Passiamo ora a quella associata di impiego di denaro, beni e conti provenienti da attività illecite, ai sensi dell’articolo 648 ter.

L’aver messo a disposizione del socio di fatto, del nuovo dominus, del clan dei Casalesi, i propri uffici, le proprie attrezzature, i propri depositi, e per l’appunto, i propri conti, di Dante Apicella, attiva proprio la fattispecie prevista dal 648 ter che non si definisce come riciclaggio nel vero senso della parola, ma, aggiungiamo noi, come un riciclaggio indiretto, perchè in quel momento la presenza di Apicella nell’azienda di Belardo, comporta anche un impegno dei primi in termini di conferimento di risorse, nell’attività aziendale.

E’ chiaro che il reato di intestazione fittizia e di utilizzo di denaro sporco vanno quasi sempre a braccetto.

Ora passiamo al capo 27 e dunque al riciclaggio propriamente detto, così come questo reato è regolato dall’articolo 648 bis. Perchè ci sia riciclaggio occorre che della partita entrino a far parte soggetti, persone fisiche o persone giuridiche diverse dai protagonisti della società di fatto, già qualificata attraverso le contestazioni di cui prima.

E anche nel caso che stiamo esaminando, quello che coinvolge Dante Apicella, Luigi Belardo e le due società, la Italiana Pietre srl e la Campania Pietre sas, lo schema è lo stesso: nel caso della relazione tra Apicella e Fusco erano la Edil Mascia di Antonio Magliulo, la RTM di Tommaso Mangiacapra e la Edil Tecnosystem di Luigi Schiavone del 1977, nel caso invece della relazione d’affari tra lo stesso Apicella e Luigi Belardo, il ruolo è svolto da Edil Mascia di Antonio Magliulo, da due e non più da una sola impresa riconducibile a Mangicapra, dato che alla RTM si aggiunge la Edilizia Meridionale, a dimostrazione che la community, in linea di massima è sempre la stessa, anche se in questo caso entrano in scena altri indagati, un’altra famiglia, che si affianca ad esempio a quella dei Diana e a quella dei Petrillo.

Si tratta dei fratelli Gennaro, Raffaele e Fioravante Palmese, residenti tutti e tre a Casal di Principe che offrono i servigi di PRG Costruzioni srl e la Antonio & Antonio Costruzioni srl.

Lo stadio successivo è quello delle transazioni tra queste aziende in modo da cercare di diluire ancor di più i grumi di danaro provenienti da attività illecite.

Dal capo 28 si capisce anche che Antonio Magliulo, 44 anni di Casal di Principe, è un punto di riferimento stabile di Apicella. Con la sua Edil Mascia, Magliulo coopera allo smistamento dei flussi di danaro, sia nella società di fatto tra Apicella e Fusco, sia a favore delle necessità della società di fatto tra il medesimo Apicella e Luigi Belardo.

Ma non finisce qui: perchè nel capo 28 ai due viene contestato ancora una volta il reato di riciclaggio, ai sensi del 648 bis. Magliulo sempre con la “solita” Edil Mascia ma anche con un’altra impresa la Marco Edilizia srl, entrambe con sede legale e Casale, entrambe impegnate nel commercio di materiale edile, assumeva la regia dell’altra modalità tipica del riciclaggio del danaro sporco: il cambio assegni.

Quei titoli arriveranno firmati probabilmente dallo stesso Magliulo per transazioni, più o meno farlocche, delle appena citate aziende, mentre dall’altra parte, cioè dalla parte di chi gli assegni li cambiava materialmente, consegnando cifre in contanti, c’era un’altra conosciuta famiglia di Casal di Principe, cioè i Petrillo detti dei “pacchielli”, con la Gruppo Petrillo. E ancora la famiglia Massaro, sempre di Casal di Principe con le loro Frama srl, Gruppo A2 srl, Impredil.

L’elenco si allunga e fa capire che la tradizione di Casale di un enorme movimentazione di assegni, viene tenuta ancora in vita, anzi molto bene in vita. E così finiscono nel registro degli indagati, alcuni di loro anche arrestati, ben 6 esponenti della famiglia Diana con le imprese DIGECO srl e DISA srl. E ancora, tra gli imprenditori citati anche Vincenzo Corvino con le sue COGESA srl e Edera Costruzioni srl, che non risulta indagato in questa ordinanza, Diamondo Aversano, Isidoro Schiavone con la Edil Modrer srl, ancora una volta Luigi Schiavone, già citato, del 77 con la Edil Tecnosystem 2003 srl. Altre due imprese citate sono la Ludo Appalti e Punto srl.

Per oggi è tutto. Ci rendiamo conto che non abbiamo adempiuto alla promessa di introdurre la questione dell’autoriciclaggio. Ma vogliamo limitare per quel che è possibile la lunghezza degli articoli e dunque sicuramente domani, ragionano sulla relazione tra Dante Apicella e il genero Luigi Scalzone, discuteremo su questa ulteriore diramazione, estensione dell’articolo 648 nella sua versione di 648 ter, ma stavolta comma 1.

QUI SOTTO LO STRALCIO DELL’ORDINANZA