CONSORZIO ASI, la Pignetti annuncia “l’adeguamento” dell’indennità sua e dei membri del Comitato Direttivo. Magari è un atto di solidarietà nei confronti dei carcerati a domicilio

22 Gennaio 2020 - 13:26

CASERTA – (Gianluigi Guarino)Prima che il gallo canti…“, ma non esageriamo. Sarebbe divertente se i componenti del Consiglio Generale dell’Asi rispettassero l’orario della prima convocazione, fissato per le 7 del mattino. Dovrebbero farlo in sordina, per capire poi quanti dipendenti o quanti impiegati, quanti dirigenti sarebbero lì al loro posto nel rispetto di quella che è comunque una possibilità e che invece viene trattata, peraltro non solo dall’Asi di Caserta, ma da ogni organismo di diritto pubblico o di diritto privato con inerenza pubblica, come una inutile, oziosa pratica rituale.

Dato che c’è l’obbligo di scrivere “prima convocazione“, allora io calibro un orario purchessia. Quella del Consiglio Generale dell’Asi, che si terrà venerdì prossimo, 24 gennaio, è, per l’appunto, stabilita per le 7 del mattino.

Tornando al nostro incipit, non è proprio consigliabile, per la presidente Pignetti, tenere un Consiglio Generale “prima che il gallo canti“. Perchè si sa, e lo sanno anche quelli che le Sacre Scritture non le comprendono come le può capire, invece, un esegeta, prima che il gallo canti succedono cose molto riprovevoli, attinenti alla categoria del tradimento. E allora, per evitare problemi, il Consiglio Generale si terrà in seconda convocazione, cioè alle 10 e 30.

Stiamo studiando un poco i vari punti posti all’ordine del giorno, precisamente sono 9, usciti anche dalla penna del solito Pietro Santonastaso,

oggi direttore generale, al quale consigliamo nel presente di cominciare a riorganizzarsi, specularmente a quello che gli consigliammo al tempo della gestione di Piero Cappello e di Filippo Fecondo, da noi attaccata con modalità rispetto alle quali, quelle utilizzate dalla Pignetti, sono assimilabili allo strazio d’amore verso la sua amata Francesca da Rimini, di Paolo Malatesta, anzi, “dei Malatesta”, famiglia di governo nella grande signoria romagnola e della sua capitale, Rimini.

D’altronde, il saggio Santonastaso sa cavalcare l’onda e la sa anche scansare, così come ha dimostrato di saper fare, attraversando le varie stagioni e rimanendo sempre, immancabilmente in sella, come se lui, questo dirigente maddalonese, fosse del tutto impermeabile alle scelte di gestione operate dai vari presidenti e dai vari comitati direttivi, espressi da questo o da quell’altro schieramento politico.

Se siamo in fase di studio per gli altri 8 argomenti posti all’ordine del giorno, il punto numero 6 però non va studiato, ma va semplicemente atteso. Nel senso che il nostro cuore si riempie di gioia pensando che dietro all’espressione “Adeguamento delle indennità” si nasconda un atto (per carità, evitiamo di utilizzare la parola divenuta più modaiola negli ultimi tempi, quella resilienza cavata dai meandri nascosti dei vocabolari nostrani e divenuta una sorta di prezzemolino applicato ad ogni pietanza) per il quale la parola giusta è, invece, resipiscenza, assonante con quella del trend ma di significato ben diverso.

Ci piace pensare, per abbracciarla finalmente dopo tane querele e dopo tante contumelie che cortesemente ci ha regalato via social, che la presidente, dottoressa Pignetti, abbia preso coscienza di una gestione che, al di la delle sue intenzioni, magari nobilissime, non ha portato a significativi risultati, nè sul terreno della reputazione dell’ente, che non è cambiata rispetto agli anni dei Cipullo e dei Cappello, anzi forse è peggiorata, nè su quello dell’affermazione di un modello nuovo di identificazione del ruolo di un consorzio intercomunale che dovrebbe essere propulsore di sviluppo diffuso ed equo e che continua, al contrario, ad essere, tra le decine di Marican, di americane Bentley, palme e cafonate assortite, una sorta di feudo di un signore locale ben diverso dai pur fumantini Malatesta riminesi: stiamo parlando di Ferdinando Canciello, vero e proprio signore del trash estremo.

Come conseguenza di tutto ciò e tenendo pure conto che uno dei suoi maggiori collaboratori nella stanza dei bottoni, stiamo parlando del sindaco di Villa Literno Nicola Tamburrino, componente del comitato direttivo, è stato arrestato ai domiciliari, ha avuto la conferma della misura dal tribunale del Riesame e ora addirittura il pm Paola Da Forno ha chiesto di nuovo formalmente il carcere per lui, ha pensato bene di auto ridursi la propria indennità e di ridurre quella degli altri componenti della stanza dei bottoni, cioè di Alessandro Rizzieri, di Gianni Comunale, di Francesco Fabozzi, ma soprattutto del già citato Nicola Tamburrino, a cui i soldi dovranno essere spediti a casa, visto che da lì, trovandosi in un regime di reclusione, non si può muovere. Esattamente come a casa, dovette essere spedita, a suo tempo, cioè nel luglio scorso, la comunicazione dell’attribuzione di un incarico legale remunerato, deliberato dal comitato direttivo, all’avvocato Saverio Griffo da Trentola, che si trovava agli arresti domiciliari ma che era evidentemente “pensato” con tenerezza e comprensione da chi aveva, ed ha in mano ancora, i cordoni della borsa consortile.

Sarà così? Perchè non vogliamo mai pensare che la presidente, dottoressa Raffaela Pignetti, proponga, invece, un aumento delle indennità. Ma a rifletterci sopra, il nostro moto di stizza va emendato perchè, forse, si tratta di una presidente vicina alle ragioni e agli umori delle persone in difficoltà. Saverio Griffo era stato arrestato (oggi è imputato) per la tangentopoli al comune di Trentola; Nicola Tamburrino è stato pure lui arrestato, la misura di reclusione è stata confermata, come lo fu, del resto, anche quella di Saverio Griffo e il pm ritiene che manco a casa possa stare, ma addirittura debba andare in carcere. A quel punto, il bonifico dell’indennità dovrebbe essere inviato sul conto del penitenziario, intestato a Tamburrino, per alimentare gli “spesini” giornalieri. Cioè un metodo filantropico: se uno è arrestato per questioni di mazzette e passa un brutto momento, c’è chi lo soccorre economicamente.

Mmmm, mmmm, oppure mumble, mumble, come era scritto negli antichi fumetti cartacei di Topolino: questo metodo ci ricorda e mi ricorda qualcosa.