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CORONAVIRUS. De Luca invece di buttar via altri soldi con i test rapidi pensasse che, ad oggi, non ha sottoposto a tampone nemmeno l’1% dei campani. Ultimo in Italia

10 Maggio 2020 - 18:03

CASERTA – Oggi Vincenzo De Luca ha reso noto che nella zona di Ariano Irpino, unico vero luogo (Sala Consilina e dintorni sono un film da lui inventato) in cui si è sviluppato un serio e preoccupante focolaio del coronavirus, è stato completato un “intervento massiccio” di tamponi.

Dunque, se è stato massiccio è stato straordinario rispetto ai numeri miserabili che ancora ieri hanno messo la Campania all’ultimo posto d’Italia con uno 0,87% della popolazione sottoposta ad analisi serie, cioè 53mila su 6 milioni di persone che abitano in Campania.

Oltre a questo, De luca parla di un grande piano di test rapidi.

Lui punta su questa soluzione proprio quando i suoi colleghi governatori hanno capito – noi l’abbiamo compreso da più di un mese – che almeno con gli attuali prodotti disponibili, questi test non servono a nulla.

D’altronde, De Luca, che ne aveva parlato la prima volta già a marzo, quando aveva detto di averne ordinato 1 milione di kit (che poi nessuno ha visto), se fosse un presidente non dedito ormai completamente all’avanspettacolo e alle battute semiserie o semicomiche, ragionerebbe su ciò che è successo negli ultimi giorni, quando le Asl campane hanno scaricato, per alcune ore, il panico, annunciando quasi 700 positività (così le hanno chiamate) ai test rapidi che poi si sono tradotte in un solo caso reale di coronavirus. Invece di buttare soldi, altri soldi inutili, De Luca dovrebbe fare il diavolo a quattro per riscattarsi, proponendosi di arrivare, entro i prossimi 3 mesi, ad almeno 300mila corregionali tamponati.

No, quando scriviamo un articolo del genere ci riteniamo ben fortunati nel non dover sopportare il problema di conquistare il consenso politico-elettorale.

Questi ci permette di concentrarci sulla logica delle cose, e se solo l’1% dei nostri lettori (ma in effetti sono molti di più) ci dà ragione, mentre l’altro 99% ritiene che “fratacchione”, “lanciafiamme”, “cinghialoni”, siano elementi seri per considerare un politico all’altezza di governare una regione importante come la Campania, chissene.

Domani scriveremo ancora, perché non avremo il problema dell’indice di gradimento, ma solo quello di affermare, positivisticamente, il primato della Ragione.