CORONAVIRUS. Il Consiglio di Stato non riapre le materne e le elementari in Campania, ma fa fare una figura di m… all’Unità di crisi di De Luca

10 Novembre 2020 - 19:37

In calce all’articolo il dispositivo del decreto del presidente, in cui si chiedono i documenti scientifici attraverso cui la regione ha preso questa decisione

CASERTA (g.g.) – L’avvocato Luigi Adinolfi, noto amministrativista di Caserta, ci piace soprattutto per un motivo: è disposto a spendere soldi e tempo, letteralmente a perderci, per difendere e perorare questioni di principio. Perché sicuramente è solo una questione di principio quella posta da chi, nel momento in cui tutti si emozionano, in cui ogni pensiero è legato, se non addirittura determinato dall’onda emotiva ed emozionale che ci investe ogni giorno attraverso la narrazione psicodrammatica e anche un po’ psicopatica delle grandi televisioni, sull’epidemia covid, lui, Adinolfi, difende, positivisticamente, le ragione della Ragione; che per essere tale, deve tener lontano il più possibile ogni condizionamento esogeno, lottando anche contro la natura umana, che di fronte ai bollettini di guerra propinati ogni giorno, è portata ad inquinare anche le funzioni che una persona svolge il suo lavoro in nome e per conto dello Stato, di tutti i cittadini.

Adinolfi si è sdoppiato. Da genitore ha presentato un ricorso al tar facendosi rappresentare da se stesso, dall’avvocato Adinolfi, chiedendo l’annullamento cautelare e urgente del decreto numero 89, con la quale De Luca, nelle ore immediatamente successive alla decisione del governo di dichiarare la Campania zona gialla, ha chiuso le scuole materne, elementari e medie, assumendo una decisione da zona rosso sangue, de non addirittura nera. Il Tar della Campania, ma non c’era da aspettarsi certo di meglio, ha prodotto una decisione tranciante, respingendo la domanda cautelare e soffermandosi si una serie di osservazioni politico-emozionali, che quando il nostro Tar le fa (e non è la prima volta) non si capisce se è un organismo della giurisdizione amministrativo o voglia prendersi competenze da diritto amministrativo, pubblico o da tribunale morale, quello immediatamente sottostante  al tribunale di Dio.

Il Tar dice che la decisione di De Luca non è irragionevole. E d’accorod, non sarà irragionevole, ma qualcuno si aspetta uno straccio di argomentazione giuridica che non si scorge. e allora Luigi Adinolfi che ti fa? Un’altra operazione anticiclica, un’altra roba che niente c’entra con la professione vissuta solo con l’obiettivo materiale di accresce la propria ricchezza, il proprio conto in banca. Spende altri quattrini e si appella contro la decisione del Tar al Consiglio di Stato. Ed oggi, come potete leggere dal testo integrale di questo dispositivo, il presidente Franco Frattini, ex ministro, bolzanino, ha sì respinto l’istanza cautelare presentata da Adinolfi, ma ha proposto qualcosa che ad uno come Adinolfi farà sicuramente piacere. In sostanza, ha scritto ciò che noi scriviamo da mesi e mesi: cioè che i dati esposti dall’Unità di crisi della Campania sono carenti, insufficienti, incomprensibili e ha chiesto, per la prosecuzione del procedimento, che non si arresta certo alla fase cautelare, alla stessa regione Campania di portare carte più serie.

Aggiungiamo noi, e dove le prendono le carte più serie se non le hanno mai redatte da marzo ad oggi, se De Luca ha messo in piedi un’Unità di crisi che somiglia più ad una commissione edilizia ed è guidata da un tizio, Italo Giulivo, che per decenni ha svolto e svolge (riteniamo) l’incarico di dirigente dei Lavori Pubblici.

Forse una cosa si poteva far ulteriormente notare nel ricorso. Se si eccettuano i provvedimenti singoli assunti dai sindaci, capaci di avere il polso della loro comunità, se si eccettua la contestatissima ordinanza, in parte annullata dal Tar pugliese, del governatore Emiliano, le scuole materne e elementari sono aperte ovunque, anche nelle zone rosse, finanche nella maggior parte della Lombardia. E allora quali parametri, e allora su quali basi scientifiche De Luca afferma che in Campania anche i bambini di 3, 4 o 8 anni siano reclusi in casa?

Perché il problema non è piccolo. Se è fondato ed è accettabile in questo momento che un ragazzo in grado di lavorare al pc faccia le sue lezioni a distanza, impedire ai bambini di interagire con la didattica, dato che non sono idonei a frequentare la scuola digitale, è un atto di iniquità, insensibilità che i posti civili, vedi la Francia, nessun altro si è immaginato di realizzare.

LEGGI IL DECRETO DEL CONSIGLIO DI STATO