CORONAVIRUS. Paura nel paese di uno degli infermieri contagiati all’ospedale di CASERTA. Attesa per la moglie, menomale che la cassa integrazione…

26 Aprile 2020 - 09:16

Si attendono, ovviamente, gli esiti del tampone

DRAGONI (g.g.) – Va premesso immediatamente che l’infermiere di Dragoni che, insieme ad altri due colleghi e ad un noto medico dell’ospedale civile di Caserta, è risultato positivo al coronavirus, va ringraziato per ciò che ha fatto in questi mesi per il bene del prossimo. La sua positività è frutto di questa disponibilità e della generosità.

Naturalmente, per la conformazione di questo virus e per la sua micidiale cifra di contagiabilità, quando c’è un positivo diventa preoccupante e complicato risalire tutta la filiera dei suoi contatti, delle sue relazioni familiari ed extra familiari oltre, naturalmente, a quelli del lavoro che però, stando ai dati diramati dall’Asl ieri sera (LEGGI QUI) non produrrebbero allarme perché ad esclusione dei 4 positivi citati, altri 96 operatori che hanno avuto contatti al Pronto soccorso all’ospedale di Caserta si sono sottoposti all’esame del tampone risultando negativo.

Dove c’è apprensione, invece, è nei luoghi e nella città di residenza dei 3 infermieri e del medico che, ricordiamo, sono tutti asintomatici, quindi stanno bene, mandati tutti in quarantena domiciliare, una condizione che chi segue quotidianamente la nostra rubrica Microscopio Coronavirus, riconosce come uno dei valori tra i più valutati di quelli che la Protezione civile ogni sera comunica, in ragione di aggregazioni regionali e in ragione di un’unica aggregazione nazionale.

Il luogo in cui stanno emergendo le maggiori discussioni è Dragoni. Piccolo ma non certo sconosciuto comune tra l’area matesina e quella del medio Volturno. Uno degli infermieri infettati dal covid-19, come detto, risiede in questo paese. A quanto ci risulta, la moglie è stata immediatamente sottoposta al tampone ed è in attesa di risposta. Esito a cui guardano con una certa preoccupazione da tutti i colleghi di lavoro che operano con lei in una lavanderia industriale della zona, di cui è il titolare il figlio di un noto politico.

Stando ad alcune indiscrezioni, però, dovrebbe tranquillizzare il fatto che, come milioni di lavoratori italiani, anche i dipendenti di questa attività industriale sono stati messi in cassa integrazione, per cui in questo periodo non avrebbero lavorato e non sarebbero entrati in contatto tra loro, almeno così ci risulta. Per la precisione, sappiamo della cassa integrazione e siccome il titolare non avrebbe alcun motivo per farli andare nella lavanderia industriale c’è una buona possibilità che in caso di tampone positivo per la moglie dell’infermiere non si registri a Dragoni un focolaio del contagio.