CORONAVIRUS. Test rapidi, parla il presidente del CSS Locatelli: “Utili ma non ancora affidabili”. Il ministro Boccia: “Auspico linee guida urgenti sul loro utilizzo”

6 Aprile 2020 - 18:30

CASERTA – Torniamo a parlare dei test rapidi, filone del quale ci stiamo molto occupando nei nostri approfondimenti.

Questi test potranno aiutare a comprendere quante siano state le persone hanno avuto il virus in Italia, oltre ai casi diagnosticati.
Soprattutto nella “Fase 2” della riapertura diventa importante individuare chi ha avuto l’infezione, ma senza sintomi o con sintomi così lievi da non avere avuto la diagnosi. Lo scopo è quello di definire se una persona è stata colpita dal virus, anche inconsapevolmente, e quindi per un certo periodo di tempo è immune. Dati cruciali se si vuole ripartire.

Il Comitato ci sta lavorando e potrebbe – si spera – esprimersi presto: “Grazie a questi test sarà possibile avere un quadro completo dell’epidemia in Italia, anche se al momento non sono del tutto affidabili”

ha affermato Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato che consiglia il Governo.

Dati utili questi che “saranno utilizzati strumentalmente per la ripresa delle attività produttive in determinate aree”. “Li faremo – ha aggiunto Locatelli – lavorando insieme alle Regioni e ai medici del lavoro delle fabbriche”.