CURNUTI, MAZZIATI E ANCHE PERCULATI A NATALE. La triste storia dei 50 OSS precari dell’ospedale di CASERTA. La lettera macchietta fatta scrivere da De Luca e il dg Gubitos con “licenza di uccidere”

16 Dicembre 2022 - 18:14

In calce al nostro articolo il testo integrale della missiva, apparentemente favorevole alle ragioni degli ormai famosi vincitori a tempo determinato dell’avviso pubblico, cacciati a calci nel sedere lo scorso 30 novembre. Alla luce di questo contenuto, che va spiegato a chi non sa e non immagina quanto possa essere cinica e depravata la politica campana, è anche opportuno ragionare sulla particolarissime applicazioni e dedizioni del direttore generale dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano, pronto a tutto pur di assecondare il governatore e i capi bastone locali

CASERTA (g.g.) – Noi non abbiamo la necessità ogni volta di affermare, nei nostri scritti, di non nutrire alcun sentimento astioso nei confronti del direttore generale dell’Azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano Gaetano Gubitosa. E non abbiamo neppure l’obbligo materiale e morale di affermare che il Gubitosa noi non lo conosciamo personalmente, né direttamente, né indirettamente.

Così come non conoscevamo i vari Alfano, Annunziata, Bottino, quei quattro signori inviati da De Luca come commissari ordinari, poi anche i commissari straordinari inviati dal governo a seguito dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche della governance dell’ospedale.

Pur non avendo alcun obbligo morale e materiale di farlo, abbiamo lo stesso voluto ribadire il concetto sulla tipologia, sulle modalità e sul significato del nostro lavoro intorno alle cose riguardanti il massimo nosocomio di questa provincia.

Lo abbiamo voluto fare perchè il nostro è un luogo in cui troneggia, impera la superficialità, l’incultura, l’assoluta indifferenza nei confronti del dibattito, dell’interazione tra idee più o meno difformi.

Dunque, per noi diventa un fatto meccanico, ma dovuto, iniziare ogni nostro nuovo articolo con la formuletta che avete appena letto.

Questo giornale costruisce i suoi punti di vista sugli atti amministrativi. Poi, se questi sono firmati dai direttori generali Alfano, Bottino, Gubitosa o Pinco Palla ci interessa meno di zero. Ora c’è Gubitosa e certo non possiamo non sottolineare, per mero dovere di cronaca, che è lui, proprio lui, a svolgere pro tempore un’azione a dir poco sconcertante.

Della vicenda dei precari mandati a casa lo scorso 30 novembre, cioè a poche settimane dal Natale, usando loro un trattamento ben diverso da quello praticato dall’Asl Caserta nei confronti dei loro colleghi operatori socio sanitari, ci siamo occupati in un lungo articolo (CLICCA E LEGGI).

Oggi è la cronaca che ci chiama a scriverne di nuovo.

Cominciamo da un notissimo adagio: “mai fidarsi delle apparenze”, che si configura in una sorta di line aguida del nostro ragionamento.

E dunque costituirebbe un errore partire in quarta e accontentarsi del significato letterale della missiva ufficiale spedita al dg Gubitosa dal direttore del Personale della Regione Campania, Gaetano Patrone, e dal super e ancorché storico dirigente della sanità campana, Antonio Postiglione, pure lui con un breve passato da da commissario dell’ospedale di Caserta, immediatamente dopo la direzione di Luigi Annunziata.

Il testo di questa lettera lo pubblichiamo integralmente in calce a all’articolo. Leggendolo così, velocemente, ma anche in maniera più attenta, ma fondamentalmente priva di una vera cognizione di causa, ovvero la conoscenza dei fatti e degli antefatti, si è portati a pensare che la regione Campania, ovvero Vincenzo De Luca e i suoi veri dioscuri, cioè Luca Cascone e Nello Mastursi, abbiano preso a cuore le sorti dei circa 50 precari, cacciati letteralmente a calci nel sedere lo scorso 30 novembre, ad epilogo di una storia personale e professionale che li aveva visti finalmente, dopo anni trascorsi alle dipendenze di cooperative operanti in service presso l’ospedale di Caserta e presso l’Asl, dopo anni trascorsi ancora attorno e dentro alle liste delle agenzie interinali, riuscire a raggiungere l’agognato obiettivo di una sistemazione più decente.

Per carità – non sia mai detto, sarebbe stato troppo bello – non a tempo indeterminato, ma a tempo determinato, come effetto di una procedura iniziata con l’inserimento nell’albo pretorio di un avviso pubblico.

Chi, come noi, invece, la cognizione di causa ce l’ha perchè se l’è guadagnata con anni e anni di lavoro durissimo, chi, come noi, dunque, conosce molto bene il cinismo della politica, alimentato e mimetizzato dietro l’utilizzo di bizantinismi, piccoli e grandi giochi d’abilità, capisce bene che la lettera firmata da Patrone e Postiglione rappresenta solo una sorta di atto dovuto, di tante parole vuote e di tanti bizantinismi che, a tre anni dalle prossime elezioni regionali, non costituiscono certo un’urgenza elettorale per i piccoli capi bastone armati nei vari territori dal governatore De Luca.

I cinquanta OSS, letteralmente disperati, fattualmente giustiziati nei giorni del Natale, si sono rivolti anche ai politici locali che operano in regione Campania. Per ciò, per questo motivo occorreva costruire un bluff, cioè dar l’idea che, se dipendesse da De Luca, i contratti di questi precari verrebbero ripristinati.

Ma non solo, al contrario, questa storia dipende da De Luca, ma è lo stesso De Luca, con la sua intelligenza diabolica, a orchestrare, da un lato le mosse ufficiali di Patrone e Postiglione, dall’altro lato la sostanza, la realtà concreta delle azioni poste in opera dal direttore generale Gaetano Gubitosa.

Sapete cosa dimostra definitivamente questa lettera scritta dai due super dirigenti?

A noi di CasertaCE non dimostra nulla perché ormai da anni abbiamo ben compreso quale sia – con tutto il rispetto della sua persona – la statura professionale dell dg Gubitosa e la sua modalità di relazione con la politica.

Ma questa lettera e il modo con cui il direttore generale l’ha commentata, allargando in pratica le braccia e affermando che lui ha scelto di dare una risposta più stabile, più strutturale, attraverso l’indizione di un concorso per l’assunzione di sessanta operatori socio sanitari a tempo indeterminato, con graduatoria poi immediatamente attinta fino ad arrivare a 115 unità di nuovi operatori, non può incrociare quella che, comunque, è solo una modalità di soffice posizionamento e non certo un’imposizione o quantomeno una direttiva impartita dalla regione Campania, la quale dissemina la missiva di una serie di micro condizioni (“nell’ambito delle specifiche esigenze, potrà procedere…“; “nelle more dei processi di reclutamento“, “nel rispetto dei limiti di spesa…“) che lasciano le mani di Gubitosa praticamente libere o, mutuando il vecchio slogan di 007, con licenza di uccidere.

Non è un caso che altri direttori generali, ugualmente deluchiani doc, quali Amedeo Blasotti all’Asl Caserta, Mario Ferrante ad Avellino, Rodolfo Conenna al Santobono, abbiano trovato lo spazio per salvaguardare questi lavoratori che nemmeno il liberista più estremo, più radicale potrebbe considerare privi di un diritto sacrosanto al lavoro. Lo hanno fatto non mettendo in combinazione temporale la scadenza dei contratti a tempo determinato dei precari con l’indizione e la celebrazione di un concorso per assunzioni a tempo indeterminato

L’unico posto in qui ciò, invece, è successo, l’ospedale di Caserta. Ciò è capitato, a nostro avviso, per un motivo specifico e per un altro di ordine generale.

Si sa che l’ospedale di Caserta vede sfalsata temporalmente la scadenza della propria governance dal periodo di esercizio del commissariamento anticamorra. Per cui, nella prossima primavera, Gubitosa aspira, anzi, vuole fortissimamente, ottenere un nuovo contratto triennale da direttore generale.

Quando si arriva a pochi mesi da queste scadenze, anche un dittatore strutturale quale De Luca deve porre attenzioni agli umori dei suoi ras territoriali. Per cui, il numero industriale di promesse elettorali fatte dai vari Zannini, Graziano, Caputo, Oliviero, Iodice eccetera, dovevano essere scontate e se Gubitosa ha fatto il concorso a tempo indeterminato è perché questo gli chiedevano di fare i capi bastone locali e di conseguenza Vincenzo De Luca.

Figuriamoci se uno con il carattere del direttore generale si metteva a fare il battitore libero, così come la lettera furbetta di Patrone e Postiglione lascerebbe dedurre o, addirittura, intendere.

Dunque, politicamente, le assunzioni a tempo indeterminato e il concorso contavano per i politici della regione Campania, gli unici a poter incidere realmente su queste procedure, mentre la sorte dei 50 precari, diciamocela tutta, ha rappresentato sempre l’ultimo dei pensieri per De Luca, per gli assessori, i consiglieri regionali casertani e per il solito Graziano, totalmente assimilato a questa logica e agli strumenti che ne determinano le dinamiche.

Insomma, i 50 sono solo carne da macello, agli occhi di questi qua non contano un cazzo. Saranno anche affermazioni dure, crude, ma è questa la realtà disegnata dalla logica e dalla sequenza algoritmica degli avvenimenti.

C’è poi il secondo motivo, quello di ordine generale, riguardante l’identità, la tipologia del tessuto caratteriale del direttore Gubitosa.

Per praticare questa porcata ai danni dei 50 precari occorreva, infatti, avere “un fisico bestiale”, una dedizione rispetto al concetto di obbedienza cieca e inscalfibile da parte di eventuali remore morali o addirittura di rimorsi di coscienza.

Guardate, non è impossibile che noi non abbiamo preso un abbaglio con questo Gubitosa; non è impossibile, in stretta teoria, che si tratti, al contrario di quanto noi sosteniamo, di un manager preparatissimo, illuminato, di un profondo conoscitore delle modalità e dei percorsi su cui si dipana l’innovazione nei processi di gestione di un ente pubblico. Può darsi.

Ma il riconoscimento doveroso, civile dell’opinabilità della nostra tesi non ci impedisce di ribadire un punto di vista che abbiamo maturato in anni e anni di lettura approfondita sul modo con cui Gubitosa ha esercitato la sua potestà, attraverso le fonti del diritto amministrativo di sua competenza.

Rispetto a questa valutazione soggettiva, personalissima e, ripetiamo, opinabile, abbiano la sensazione che i 150 mila euro o più annui che Gubitosa ha guadagnato in questo primo triennio e i 150 mila euro o più all’anno che andrebbe a guadagnare nel secondo triennio, abbiano sviluppato in lui un effetto totalizzante, divenendo una causa tanto grande, tanto agognata, tanto desiderata, da riempirgli la testa, non lasciando neanche un centimetro di spazio all’umanità e ad una modalità di governo fondata sulla nobile creanza del buon padre di famiglia.

De Luca, autentico genio del male (politico), ha capito bene di che pasta è fatto Gubitosa. E dunque, non casualmente – ripetiamo – ha trasformato letteralmente l’ospedale di Caserta in un luogo dove estremizzare, facendolo diventare una sorta di cucina degli orrori, la pratica di un clientelismo senza scrupoli, irragionevole, addirittura pornografico.