De Luca pochi minuti fa ha scritto la storia. Secessione: la Campania è nazione. Lui se ne fotte del DPCM e riapre le elementari, ma solo da lunedì

20 Ottobre 2020 - 15:44

Ormai è imbarazzante commentare. Ma ancor più imbarazzante è constatare che l’ormai patente violazione dell’articolo 117, comma 2 della Costituzione, frutto della riforma del Titolo V, passi sotto silenzio. Conte, evidentemente frenato dal PD, non fa l’unica cosa che dovrebbe fare: impugnare davanti ad un Tar, e poi eventualmente dinanzi alla Corte costituzionale, le ordinanze dello Sceriffo

CASERTA (g.g.) – Qui ci scherziamo sopra e lo facciamo per ridere, in modo da non piangere. Come abbia scritto stamattina (CLICCA QUI PER LEGGERE), a mezzanotte e un secondo, cioè tra circa 9 ore, entrerà in vigore il DPCM approvato domenica scorsa e illustrato dal premier Conte nella conferenza stampa, trasmessa in pratica a reti unificate, proprio nella serata del 18 ottobre. Proprio in relazione alla decisione di De Luca di chiudere tutte le scuole della Campania fino al 31 ottobre, la parte del DPCM sulla scuola, che già era comparsa in un decreto di qualche giorno prima, è stata modificata alla lettera r del comma 6, all’interno dell’articolo, come potrete leggere dettagliatamente cliccando sul link dell’articolo di stamattina.

Ora, non c’è discussione sul fatto che qualsiasi subordinata, come può essere quella presente nello stesso articolo con la quale il governo promuove e stimola riunioni di coordinamento regionale e locale, può emendare ciò che in questa lettera r del comma 6 viene detto in maniera tutto sommato chiara. Cioè che sono le istituzioni scolastiche, per capisci ancora meglio, quelle la cui potestà è definita nel cosiddetto Dpr sull’autonomia scolastica ed è chiaro che si riferisca a presidi e dirigenti, di trovare forme di integrazione tra didattica in presenza e didattica a distanza. Comunque. questo viene chiarito, la

didattica a distanza è complementare. I presidi potranno utilizzare le ore pomeridiane per contenere i flussi, ma sul fatto che gli studenti dovranno andare a scuole per più ore di quanto faranno lezione da casa, non ci piove. Ora non sappiamo se De Luca, con i soliti espedienti, ha fatto passare come la riunione del coordinamento scolastico l’incontro con l’assessora alla Scuola Fortini, un’assessora soprammobile come tutti gli altri. Ma nel momento in cui il governo esorta, nella seconda parte della lettera r del comma 6, nell’articolo uno del DPCM, a promuovere lo svolgimento periodico di riunioni di coordinamento regionale e locale, intanto parla di periodicità e non dunque di convocazione ad horas straordinarie, ma poi, questi apporti devono servire a rafforzare il quadro normativo che prevede molta didattica in presenza e qualcosa, comunque complementare, a distanza.

Quindi, se De Luca, che come al solito si preoccupa solo di sé e alimenta le tensioni perché queste gli garantiscono di stare in prima pagina, dice che da lunedì, non domani 21 ottobre, ma da lunedì 26 ottobre, lui aprirà le scuole elementari, rivendica di nuovo una piena autonomia che l’ordinamento non gli concede assolutamente. In poche parole, si insubordina e crea una sorta di secessione, di dichiarazione di indipendenza. Scherziamo per ridere e dunque per non piangere, ma questo qui si sta mettendo la Costituzione sotto ai piedi. E il governo che non interviene, come invece ha fatto mesi fa con la presidente della Calabria, Jole Santelli, da poco defunta, si rende complice di questa mattanza.

Nella lettera q del secondo comma, nell’articolo 117 della Costituzione, venuto fuori dalla riforma del Titolo V della Carta fondamentale, che la profilassi internazionale è di competenza esclusiva nazionale. Profilassi internazionale significa sanità, Percheron il termine profilassi non può non indicare la sanità e non può non riguardare le misure di prevenzione atte a salvaguardare la sicurezza sanitaria in tutti i luoghi pubblici, in tutti gli esercizi pubblici, ai confini, sotto il profilo dell’ordine pubblico, con tutti i mezzi atti a contrastare quelli che nel trattato di costituzione dell’Unione Europea vengono definiti (un po’ enfaticamente) flagelli internazionali.

Una pandemia che coinvolge miliardi di person su tutto il pianeta non c’è dubbio che rientri nella categoria dei flagelli internazionali. Ma lo stesso Titolo V della Costituzione, che regola tutte le questioni generali inerenti alle modalità attraverso cui si esercita l’autonomia delle istituzioni territoriali come le regioni, è ancora più chiaro nel momento in cui scrive: “la competenza delle Regioni, nel caso del diritto alla salute, è subordinata alla competenza dello Stato“. Con il suo decreto dell’altro giorno, Giuseppe Conte ha ancora una volta aperto troppa strada alla potestà delle regioni, confidando magari sul buonsenso dei governatori. Ma quando hai a che fare con uno come De Luca, per il quale buonsenso è una brutta parola, non puoi che richiamarlo all’ordine del rispetto delle norme fondamentali. Ma ci rendiamo conto che questo qui da febbraio scorso, da quel sabato in cui chiuse per la prima volta le discoteche, interviene chiudendo, ad esempio, le scuole, appellandosi a quattro sillabe di un Dpr del 1978, che peraltro interpreta a modo suo, come vi abbiamo spiegato, che è stato totalmente superato dalle previsioni contenute nel nuovo ordinamento degli enti territoriali e locali, sancito dalla riforma del Titolo V e, nello specifico, dall’articolo 117, comma 2.

QUI SOTTO IL TESTO INTEGRALE DELLA NOTIZIA SULLA SCUOLA

“C’è stata una prima riunione poco fa tra assessore Fortini e organizzazioni scolastiche, che hanno concordato sulle misure per la scuola e su cui il Tar ci ha dato ragione. Autorizziamo da subito progetti speciali per bambini disabili e autistici e da lunedì anche le attività delle elementari. Ovviamente i dirigenti scolastici devono rivolgersi alle Asl per garantire che ci siano condizioni sicurezza, nella riunione si è deciso che il presupposto per riaprire deve essere la garanzia delle condizioni sanitarie, e questa è la garanzia che non può essere scaricata sui presidi, ma è in capo alle Asl”. Lo ha detto il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, nel corso di una visita all’ospedale del Mare.