Don Giuseppe Diana. Mattarella ricorda così il prete ucciso dalla camorra

4 Luglio 2018 - 12:00

CASAL DI PRINCIPE (red.cro.)– “Oggi don Giuseppe Diana compirebbe 60 anni, se i camorristi assassini non l’avessero vigliaccamente colpito nella chiesa di cui era parroco, prima di celebrare la messa. Il suo martirio ha lasciato un segno profondo, mostrando ancora una volta la disumanità della camorra, dei suoi mezzi come dei suoi fini, ma al tempo stesso ci ha indicato la strada da percorrere, quella della dignità, dell’impegno, della crescita culturale, della solidarietà, del contrasto senza paura all’illegalità e alle ingiustizie“.

Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione in occasione dell’anniversario della nascita di Ddon Giuseppe Diana, il prete anti-camorra di Casal di Principe ucciso il 19 marzo 1994.

Le mafie si insinuano nelle debolezze delle istituzioni e nei luoghi della marginalità: questo don Giuseppe Diana ha sempre denunciato con forza – afferma il capo dello Stato -. Richiamando tutti noi a compiere il proprio dovere, e ad essere testimoni di quella società migliore che soltanto insieme possiamo davvero costruire. Istituzioni e società hanno una comune responsabilità nel contrastare le mafie e sradicare la loro cultura di sopraffazione e di morte. DON Giuseppe ha scritto e gridato che la ‘camorra oggi è una forma di terrorismo’. E lo ha ripetuto pensando anzitutto ai giovani, che le organizzazioni criminali cercano di irretire e reclutare, indicando la via della violenza, della violazione delle regole della convivenza civile come scorciatoia per la propria affermazione. La comunità civile deve, dal canto suo, offrire l’alternativa della crescita nel rispetto della vita e dei diritti, puntando sul valore formativo della scuola ma anche sulle reti sociali di solidarietà e di legalità, che possono dare un contributo decisivo per isolare i traffici illeciti, la corruzione, la complicità, il crimine violento”.