Ecco la seconda fortunata assunta nei vigili di CAPUA: è la figlia del cugino prediletto del sindaco di Mondragone, Francesco Lavanga, controfigura di Giovanni Zannini. E il nuovo marito di Miry D’Amico minaccia multe di vendetta a chi ha criticato la moglie

30 Ottobre 2023 - 14:44

Intanto, vi diciamo che in calce a quest’articolo pubblichiamo il commento ad un post, da autentica pernacchia corale, del signor Gino Cocciardo. Per quanto riguarda il resto questi hanno fatto una prima assunzione, di origine zanniniana, con la convenzione firmata da Villani e da Magliocca a fine luglio con l’approdo di Gessica Nerone, di qui l’andirivieni dell’assessora Rosaria Nocerino, amica di vecchia data di Miriam d’Amico e del comandante dei vigili Carlo Ventriglia dagli uffici del Comune capuano a quelli di Magliocca e dei suoi dirigenti. E a settembre è venuta fuori una richiesta, a nostro avviso opinabilissima e contestabilissima, per un allargamento orale del numero di nuove unità previste nella convenzione attraverso lo scorrimento della graduatoria della stessa provincia, da una a due. Le attitudini e il pensiero debole, tutto maschilista, che permette ad alcune donne di vincere tutte le partite

CAPUA (g.g.) Facciamo un po’ d’ordine e proviamo, a farlo sinteticamente stavolta, sulle ultime assunzioni, realizzate nel corpo della polizia municipale, al Comune di Capua, ad opera dell’amministrazione presieduta da Adolfo Villani.

Tutto quello che avevamo da raccontare sulle procedure che hanno portato alla firma di un contratto a tempo indeterminato da parte di Miriam D’Amico, per gli amici

Miry, l’abbiamo scritto. E abbiamo anche dato un’occhiata alle tante reazioni, allegate ai posizionamenti social dello stesso articolo. Mai avremmo creduto che ce ne fossero tante. Abbiamo cercato di comprendere il perchè di questa sorprendente anomalia, di questa discrasia tra quello che, tutto sommato, è un normale articolo di CasertaCe sulle procedure discutibilissime di un’assunzione, e il clamore che questa ha creato. La nostra indagine conoscitiva e sommariamente biografica su vicende che ignoravamo totalmente ci ha consentito, partendo da fatti avvenuti qualche anno fa, di comprendere i motivi di queste reazioni. Una ci ha particolarmente colpiti: una difesa accorata e sicuramente legittima, almeno in parte, come vedremo tra poco, delle ragioni della signora Miriam D’Amico, neo vigile urbano del Comune di Capua. Ha recato la firma del signor Gino Cocciardo. In questo commento ad un nostro articolo, c’era una parte legittima, comprensibile riguardante la difesa del percorso professionale che la signora D’Amico avrebbe compiuto e un’altra parte che facciamo finta di non aver letto e che però un attimo dobbiamo citare. Ve ne potrete rendere direttamente conto voi leggendo il citato commento, soprattutto le ultime tre righe, che pubblichiamo in calce a questo articolo, nella sua interezza.

Cosa dice in pratica il Cocciardo, nel momento in cui pone in diretta relazione le righe iniziali in cui fa scudo davanti a Miriam D’Amico, e quelle finali nelle quali collega sostanzialmente l’assunzione della D’Amico ad una maggiore e più ferrea attenzione sulle violazioni del codice della strada? Dice, usando un controluce evidente, che tutti quelli che hanno criticato, attaccato l’assunzione di Miriam D’Amico dovranno stare, evidentemente d’ora in poi, cioè dal momento in cui la D’Amico è entrata a far parte del corpo della polizia municipale, quando girano per Capua con le loro auto; stare attenti a non commettere infrazioni, stare attenti a non guidare con il telefonino in mano. Come dire, valutando le modalità di relazione tra le diverse espressioni concettuali di questo commento, che Miriam D’Amico è pronta a farvela pagare.

Ora, al di la del fatto che chi guida parlando al telefono va sanzionato a prescindere dal suo punto di vista sull’assunzione di Miriam D’Amico, dal fatto che abbia parlato bene o male della procedura amministrativa e dell’effetto che questa ha determinato sui numeri dell’organico dei vigili urbani di Capua, ma qui al massimo, possiamo utilizzare una pernacchia d’ordinanza, lanciata, però, nell’area da una persona generica senza andare a scomodare quella storica, proverbiale, densa di significati, “flautata” dal grande Edoardo in una sua famosa interpretazione. (CLIKKA E ASCOLTA)

Ci siamo informati, perchè in un primo momento ritenevamo il signor Cocciardo un semplice fan della D’Amico, senza alcuna relazione parentale con la medesima. Non ci sembrava che il signor Cocciardo avesse a che fare direttamente con la neo vigilessa, dato che a noi risultava che questa fosse felicemente sposata con il signor D’Agosto, militare di ferma lunga, e fratello di don Raffaele D’Agosto, fino a qualche tempo fa parroco in Capua ora trasferito a Marcianise.

Ma siccome di questi tempi il matrimonio è diventato un optional per tutte le coppie, per carità, e non certo solo per quella a cui ha partecipato Miriam D’Amico per gli amici Miry, in passato, è possibile che sia capitato qualcosa nel certificato di famiglia di quest’ultima che oggi, ci dicono, sia sposata proprio al signor Cocciardo, cioè a quello della vendetta consumata impugnando non una Colt ma bensì il libretto delle contravvenzioni.

La convenzione e le due assunzioni

Avevamo promesso ai nostri lettori di approfondire la confusa fase delle ultime assunzioni (CLIKKA E LEGGI IL NOSTRO ULTIMO ARTICOLO) nel corpo della polizia municipale. Il Comune di Capua ha stipulato una convenzione con l’amministrazione provinciale per attingere, come abbiamo già scritto, alla graduatoria degli idonei non assunti nel concorso bandito per 8 nuovi istruttori di vigilanza poi divenuti 17, il perchè lo leggete sempre dall’articolo segnalatovi nel link precedente. In questa convenzione era prevista l’assunzione di una sola unità e questa unità non aveva i connotati, almeno in prima battuta, di Miriam D’Amico che invece è entrata dopo, grazie ad una opinabilissima richiesta di integrazione orale della citata convenzione fatta dal Comune di Capua a settembre, cioè più di un mese fa affinchè le unità passassero da una a due.

Intanto sgombriamo subito il campo da un fatto che potrebbe generare confusione: nell’organico dei vigili urbani è arrivato il 24 luglio anche un elemento proveniente da Grazzanise che risponde al nome di Riccardo Papa, giunto a Capua attraverso l’applicazione dell’istituto dell’interscambio. In pratica, Papa, che per giunta è grazzanisano, si è aggiunto all’organico della città di Fieramosca, mentre Michela Rubino, formalmente nell’organico del Comune di Capua, ma che già ha operato per anni a Grazzanise, si è spostata per effetto dell’interscambio in questo Comune.

Ma allora, si può sapere chi cavolo sia questo vigile urbano per il quale la convenzione tra Provincia e Comune è stata precipuamente firmata da Giorgio Magliocca e Adolfo Villani? Si chiama Gessica Nerone che è arrivata ed entrata in servizio a Capua lo scorso 2 agosto ed è di Mondragone. Stando a quello che abbia letto nella convenzione, al sua posizione nella graduatoria degli idonei deve essere stata sicuramente migliore di quella occupata da Miriam D’Amico, visto che il sistema per cui la Provincia e il Comune si sono accordati era quello dello “scorrimento” della citata graduatoria.

A proposito, un piccolo e insignificante dettaglio: la neo vigilessa del Comune di Capua è la figlia del cugino del sindaco di Mondragone Francesco Lavanga, autentica controfigura, autentica protesi del consigliere regionale Giovanni Zannini. La Nerone era già compresa nell’elenco dei famosi 24 vigili urbani, in assunzione a tempo determinato, proprio al Comune di Mondragone in una procedura che provocò, a quel tempo, una dura reazione della minoranza di Giovanni Schiappa, Pasquale Marquez e Alessandro Pagliaro. Ma se a Mondragone c’era tempesta per Gessica Nerone, a Capua, il tutto è avvenuto in maniera molto più tranquilla e, soprattutto, in maniera molto più soddisfacente per al signora Nerone, visto e considerato che, in questo caso si tratta di un’assunzione a tempo indeterminato e non di un ingresso nell’organico della polizia municipale a tempo determinato com’era, invece, a Mondragone.

Il metodo Zannini, il controllo ferreo delle assunzioni attraverso il valzer delle graduatorie comunali e provinciale

E poi c’è chi dice che noi sogniamo quando affermiamo che Zannini ha creato attorno alle procedure concorsuali, bandite prima di tutto dalla Provincia e poi dai Comuni a lui fedeli, un meccanismo perverso, che, da un lato si attiva attraverso il controllo ferreo esercitato sui nomi e cognomi di chi deve essere assunto in prima battuta, dall’altro lato su un meccanismo micidiale, che consente di recuperare decine decine di persone, già ammaestrate all’inizio delle procedure concorsuali, attraverso lo scorrimento delle graduatorie degli idonei, fatto di convenzioni che si intersecano tra l’amministrazione provinciale, i comuni in cui Zannini comanda al 100%, quelli in cui comanda al 70%, come succede a Capua, oppure fra comune e comune come è capitato a suo tempo con le graduatorie, arci famose ai nostri lettori, del Comune di Sparanise attinte a piene mani da quelli in cui è infeudato il potere di Zannini, nel caso specifico San Cipriano d’Aversa, Vitulazio (al tempo del sindaco Russo) e Carinola.

Questa è, oggi, la provincia di Caserta. Un posto nel quale alcune donne riattestano, partecipi del sistema che abbiamo illustrato in questo articolo, relativo alle cose di Capua, così come abbiamo illustrato in tanti altri articoli da almeno da un paio d’anni a questa parte, attraverso l’utilizzo spregiudicato di certe attitudini, una relazione di evidente subordinazione al potere maschile e maschilista che consente loro di vincere tutte le partite.

Rispetto ai nostri standard, siamo stati sintetici