CASERTA. Embè? E il passaggio di cantiere per la monnezza tra Consorzio Ecocar ed Ecocar non è stato ancora fatto? Altra porcheria impunita come sempre

11 Marzo 2021 - 08:00

Dal primo marzo i dipendenti formalmente sotto contratto con il consorzio dovrebbero passare alla società. Ma continua il regime di proroga, che favorisce Ecocar e non il Consorzio (il primo riceve il pagamento, il secondo paga i dipendenti), con il rischio che decine di lavoratori restino senza lavoro

CASERTA (g.g.) –  Come al solito, quando si parla di monnezza a Caserta non si capisce un tubo. Mantenendo una linea sconcertante, i dipendenti della ditta che si occupa della raccolta dei rifiuti sono rimasti dipendenti del Consorzio Ecocar, con una partita iva di colore rosso (è un esempio, naturalmente). Nonostante che da un anno e mezzo il citato Consorzio, unico titolare possibile dell’affidamento, in quanto unico sopravvissuto dell’Ati Caserta Ambiente che al tempo si aggiudicò la gara, è misteriosamente scomparso dalla penna del dirigenteatutto Franco Biondi, sostituito, attenzione, nelle determine dalla Ecocar, e non nell’erogazione del servizio, fatta da dipendenti del Consorzio Ecocar, società con partita iva di colore carta da zucchero trash, che ci sta bene, parlando di monnezza.

L’aggiudicazione della gara, con il ribasso record (😂😂) dello 0,21% e naturalmente con un solo concorrente, per l’esercizio del servizio per un periodo di 6 mesi+6 mesi, nelle more di quella gara principale che naturalmente non si farà mai, sembrava aver quantomeno limitato in minima parte la confusione, non potendo a nostro avviso emancipare dall’illegalità patente questa ennesima storiaccia

connessa all’amministrazione comunale di Caserta.

In sostanza, dal primo marzo si sarebbe verificato un passaggio di cantiere. E qua, se anche mettessimo insieme Franz Kafka e Luigi Pirandello, i grandi geni dei rovelli paradossali dell’animo umano, non eviteremmo il loro ricovero al manicomio.

Passaggio di cantiere tra Consorzio Ecocar ed Ecocar srl, cioè tra un consorzio che si chiama Ecocar ad un’impresa che pure si chiama Ecocar, titolare formale e ufficiale del servizio di raccolta dei rifiuti nell’ultimo anno e mezzo dei tre della proroga record. Per cui, i dipendenti del Consorzio Ecocar dovevano fare il passaggio di cantiere per finire in Ecocar, titolare delle proroghe, ereditate non si sa ancora con quale procedura dal Consorzio Ecocar, e ricettore di un rapporto contrattuale letteralmente inventato da Biondi, grazie al quale non i suoi dipendenti, ma i dipendenti del Consorzio Ecocar prendevano gli stipendi in regime di proroga.

Ci comunicano in questo momento che le buonissime anime di Kafka e Pirandello hanno inviato al nostro indirizzo un solenne e quanto comprensibile gesto dell’ombrello, declinando il nostro invito a sciogliere questa matassa.

La novità di queste ore è una mezza novità, nel senso che alcuni dipendenti del Consorzio Ecocar che hanno preso lo stipendio per un contratto tra il comune e un’altra azienda, cioè la Ecocar srl, e che ora, in conseguenza della gara dovrebbero transitare dal cantiere del Consorzio Ecocar a quello di Ecocar, dimostrazione evidente che si tratta di due soggetti giuridici differenti, potrebbero rimanere al palo. Più di una voce filtra infatti dalle stanze del comune su una possibile difficoltà a chiudere questa procedura, sulla quale sarebbe anche ora che magari la magistratura inquirente desse un’occhiatina.

Per cui, oggi 10 marzo, si registra l’avvento della terza impresa, della terza società. Un’azienda senza nome. E i dipendenti che il 28 febbraio hanno chiuso il loro rapporto con il Consorzio Ecocar accettino con simpatia il nostro accostamento dantesco che con la monnezza può associarsi solo a certe descrizioni di taluni gironi mortali. Sono nel limbo, cioè, come scrisse il sommo poeta, tra color che son sospesi. Non sono né carne, né pesce. In un giochino da bisca di periferia, sono stati fino a d’ora, contemporaneamente del Consorzio e di Ecocar srl. Oggi non sono un cazzo.

Perché il passaggio di cantiere, nonostante i dieci giorni trascorsi dall’ultimo dì del mese più corto, non si è ancora realizzato. E che nel limbo ci siano le vite, le prospettive dei dipendenti della monnezza casertana ci può anche stare, ne abbiamo raccontate a iosa di storie di questo tipo. Ma che nel limbo ci sia finita la titolarità giuridica del servizio, dato che oggi 10 marzo si sa se che la Ecocar srl, in totale distonia con un passaggio di cantiere fissato per il primo del mese, non ha attivato il nuovo contratto frutto della gara dello 0,21% di ribasso, ma non si sa chi la monnezza sta raccogliendo. Anzi, si sa ma non si dovrebbe dire. Dato che si tratta della stessa Ecocar srl, che non si capisce a che titolo raccolga i rifiuti, probabilmente con una proroga orale del console Franco Biondi, attraverso personale che la propria attività, nel regime di proroga, la dovrebbe svolgere, operando una specie di folle marcia indietro, dovrebbe riappartenere al Consorzio Ecocar.

Beh, chi si è assunto la responsabilità di lasciare impunito tutto ciò, da 8 anni a questa parte, è probabilmente ancor più colpevole dei protagonisti della vicenda, i quali non vogliono apparire diversi da ciò che sono tutto sommato e che hanno potuto attivare e capitalizzare le loro attitudini grazie allo stato di contemplazione che ha connotato l’atteggiamento di chi avrebbe dovuto intervenire e non ha intervenuto. Tutto questo giochino, tutta questa pazziella ha riguardato 52 milioni di euro da contratto, 32 milioni circa per la proroga, per un totale di 100 milioni di euro.